L’Olimpia Milano ottiene un largo successo sul campo della Tezenis Verona, imponendosi per 61-83 in un match che ha controllato fin dalla palla a due. Gli uomini di Messina hanno solo un passaggio a vuoto all’inizio del terzo quarto, quando i padroni di casa tornano a -9, ma dimostrano la sufficiente lucidità per riprendere il controllo del match. I migliori in maglia biancorossa sono Hines e Hall. Nelle file veronesi spicca la prova di Johnson: 16 di valutazione per lui.
Il gioco interno da, il gioco interno toglie
Partita dove la qualità del gioco interno ha fatto la differenza su i due lati del campo. Milano ormai con il consueto set difensivo che vuole esterni, tendenzialmente piccoli per le abitudini di Messina, a spingere dentro i palleggiatori avversari e sfruttare l’ombrello difensivo che forniscono Hines, Voigtmann e Melli. Scelta di togliere il tiro da 3, costringere Verona a tiri da 2 contestati e tanta forza bruta per passare sopra i blocchi. Il risultato: 39 tiri da 2 di Verona con il solo 33% di realizzazione.
Anche Verona ha provato a intasare l’area contro l’attacco di Milano con l’intento di opporre più corpi possibili a una squadra di taglia fisica nettamente superiore. Anche per gli uomini di Ramagli l’idea è quella di spingere dentro i palleggiatori e di raddoppiare in maniera automatica il post basso dell’Olimpia per non subire troppi mismatch. La differenza a favore della squadra ospite è nel come la palla esce dal post e permette di armare i tiratori. La Tezenis ha fatto sì un raddoppio efficace, ma è mancato il lavoro sulla linea di passaggio d’uscite per chiudere al meglio il lavoro difensivo.
Proprio il post basso di Milano ha determinato il largo successo degli uomini di Messina. Il primo tempo è importante per armare i tiratori: Baron, Datome e Voigtmann i maggiori beneficiari di questa situazione. Nel secondo tempo, in un momento di confusione, sono i tiri da 2 da questa situazione permettono a Milano di riprendere il controllo della partita. In questo Hines è il migliore esecutore.
Hall
A sorpresa Messina decide di rinunciare a Pangos e di riproporre Hall come cambio del play per riprovare un assetto maggiormente muscolare in vista dei play off. L’ex giocatore del Bamberg disputa un’ottima partita e da segnali confortanti per il proseguo della stagione. 15 punti in 25 minuti, gambe per attaccare il ferro (anche dal pick and roll) e quella dimensione in post che permette di attaccare anche esterni fisicamente più piccoli per avere ulteriore soluzioni in attacco.
La scelta è di quelle importanti perché estromette uno dei fiori all’occhiello del mercato estivo ma la sua fisicità, la sua difesa e la sua capacità di passare sopra i blocchi potrebbero essere un ottimo metodo per proteggere Napier (soprattutto nelle situazioni di pick and roll tra i piccoli dove Milano decide di cambiare sempre). Sarà una scelta definitiva in vista dei play off?
Ritmo e confusione
Verona ha provato in ogni modo a impostare una partita fatta di “confusione organizzata” per provare a fronteggiare un avversario proibitivo. L’idea di Ramagli era quella di correre, anche da canestro subito, e di forzare la transizione anche a costo di avere qualche palla persa di troppo.
Il momento migliore della partita per gli scaligeri è nel terzo quarto quando la difesa alza l’intensità sulla palla (Cappelletti importantissimo sui trattatori di palla di Milano), riesce a condizionare le penetrazioni dei palleggiatori milanesi e spinge gli avversari all’interno di un’area molto piena e con tanti mani veloci pronte a cacciare il pallone.
Verona ha volutamente fatto scelte difensive al limite per provare la rubata e alimentare il campo aperto. Il momento migliore di questa scelta è coinciso con l’inizio di terzo quarto, quando gli ospiti iniziano a perdere palloni in serie e gli ospiti di casa si riportano a -9.
Johnson
Di gran lunga il migliore giocatore dei padroni di casa a livello di valutazione. Uno dei pochi a riuscire ad attaccare i lunghi milanesi sui cambi con alcuni canestri di ottima fattura su iniziative individuali. Verona ha faticato a difesa schierata. Milano gli ha spesso rotto i giochi e non è quasi mai riuscita a proporre un attacco collettivo in maniera continuativa. E quando l’attacco fatica in questo modo, diventa ancora più importante il suo apporto.
I 5 tiri liberi guadagnati dimostrano la sua capacità di attaccare il ferro e come ha spesso messo in difficoltà Melli, Ricci e Voigtmann.