Gameplan Virtus-Olimpia: Dany boy!

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La stagione europea delle due squadre italiane si chiude con il successo della Virtus Bologna per 89-84. Partita a due facce: un primo tempo dove l’Olimpia sembrava poter controllare comodamente la partita (toccato anche il +14), un secondo tempo in cui la Virtus ha alzato il livello della difesa e ha costretto i rivali a un ultimo quarto da soli 16 punti segnati. Hackett MVP della partita, ben supportato da Belinelli e Shenghelia.

Hackett

Inevitabilmente si parte dalla prestazione di Hackett per analizzare la vittoria della Virtus Bologna. 25 punti e 36 di valutazione sono i migliori indicatori di una partita dominata in lungo e in largo dal giocatore pesarese. Unico creatore di gioco nell’attacco di Scariolo che ha dovuto sopperire alle assenze e alle difficoltà di Lundberg.

Nello specifico è stato molto abile nel leggere sempre quello che la difesa gli ha proposto e a reagire di conseguenza. In avvio e nel finale è marcato da Pangos, di conseguenza ha sfruttato il vantaggio fisico per portarlo spalle a canestro nelle situazioni sul quarto di campo, isolamenti e attacco in 1 vs 1 nelle situazioni in punta. La differenza di cm gli ha permesso di prendere un gran numero di tiri non contestati che lui ha sfruttato in maniera ottima.

Messina nel corso della partita ha provato a cambiare la marcatura, chiedendo Shields di provare a contenere la sua esuberanza fisica, scontrandosi però con il fatto che il danese ancora non ha il passo per stare con l’esterno di Scariolo. Le sue difficoltà nel contenere le partenze dal palleggio ha esposto ulteriormente l’Olimpia alle sue incursioni al ferro.

Davies da e Davies toglie

Una costante di tutte le sfide tra queste due squadre è stata l’efficacia di Davies contro la front line della Virtus. Nei precedenti stagionali la sua mobilità e le sue ricezioni in post avevano spesso messo in difficoltà i felsinei, oggi invece l’ex Barcellona ha inciso solo parzialmente nel primo tempo e poi si è lentamente spento con l’andare dei minuti.

Il miglioramento difensivo della Virus nel secondo tempo gli ha tolto molte ricezioni nelle sue comfort zone e lui ha faticato e non poco anche contro un cliente che solitamente non lo mette in grande difficoltà, ossia Jaiteh. Ricezioni fronte a canestro poche, isolamenti in 1 vs 1 per sfruttare le sue partenze in palleggio ancora meno e in generale una presenza molto “distratta” all’interno della partita.

Belinelli

In una serata in cui la Virtus aveva una rotazione esterni ridotta all’osso e il suo migliore giocatore offensivo era ai box, l’ennesima grande prestazione balistica di Belinelli ha permesso a Bologna di rimanere in scia nell’ottimo primo tempo milanese e di mettere i punti decisivi nei minuti finali.

In avvio sfrutta la marcatura di Shields per prendere ritmo e mettere a segno la prima importante scarica di triple del match. Messina prova anche con Tonut (comunque anche lui non al meglio dopo l’attacco influenzale) ma il risultato è il medesimo: Milano è sempre un giro indietro sulle sue uscite.

In extremis lo staff Olimpia prova il cambio sistematico sulle sue uscite, ma lui stesso e la Virtus sono stati molto abili nel leggere i mismatch e innescare  i giocatori con chiari vantaggi creati dalle sue uscite. Dopo Hackett, è il giocatore che più ha condizionato la difesa dell’Olimpia.

Percentuali si e percentuali no

Il primo tempo dell’Olimpia è figlio di un ottimo lavoro sui pick and roll in ingresso, di ottime percentuali offensive e di pessime percentuali degli avversari. 

Nonostante l’assenza di Napier, Milano riesce quasi sempre a sfruttare alcuni accoppiamenti difensivi della difesa Virtus per generare vantaggi dal pick and roll. Pangos litiga con la partita, ma riesce comunque a dare delle letture che permettono degli extra-pass. Idem Hall e Baron. In particolare contro una difesa molto preoccupata di togliere le ricezioni interne (almeno in avvio).

Le ottime percentuali al tiro hanno permesso di avere anche un ottimo impatto al tiro da 2, con l’Olimpia molto brava a correre il campo da buone difese e a sfruttare il mismatch difensivo di Lundberg. Spesso tirato dentro i pick and roll per provare il cambio e attaccarlo spalle con Hines e Shields.

E la difesa infine ha potuto lucrare su le brutte percentuali al tiro della Virtus da fuori. Partita con le solite scelte, gli uomini di Messina hanno provato a spingere sul drop i pick and roll centrali e sul fondo i pick and roll laterali, riempiendo l’area e battezzando da fuori una squadra che in certi momenti fatica a segnare dall’arco.

La variabile che fa saltare il banco

La variabile che cambia le sorti della partita e la indirizza definitivamente verso gli uomini di Scariolo è la difesa del secondo tempo. Dopo una prima frazione in cui Milano aveva sistematicamente punito da fuori, lo staff felsineo decide di optare per quintetti più aggressivi e che potessero cambiare su tutti i blocchi, ma che soprattutto potessero uscire molto aggressivi sui tiratori e spingere tiratori designati di Milano contro gli aiuti a centro area.

Maggiore pressione sulla palla, quintetto che può cambiare e spingere contro gli aiuti chiunque e l’attacco dell’Olimpia si è letteralmente fermato non riuscendo più a generare quei vantaggi che aveva ben prodotto nei primi 20 minuti.

Il segreto nemmeno troppo custodito di questo lavoro passa soprattutto dalla pressione di Hackett sulla palla e dalla capacità di Shengelia di muovere i piedi contro almeno 4 ruoli e di poter tenere su tutti i cambi.

In definitiva, da questa situazione si è generata la partita che voleva Bologna: corsa, transizione e ricezioni dinamiche per Shengelia e Jaiteh. Su questo aspetto lo staff della Virtus ha vinto la partita.