GamePlan VL Pesaro – Olimpia Milano (G3): la Pesaro che non ti aspetti!

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La VL Pesaro a sorpresa batte l’Olimpia Milano in gara 3 e allunga la serie di almeno un’altra partita. Milano in avvio sembra poter mettere le mani sulla partita e conduce per 30 minuti, ma nell’ultimo quarto la squadra di Messina si ferma e Pesaro ritrova il suo mvp stagionale Abdur-Rahkman e vince in un finale punto a punto per 88-83.

La partita che vorrei

La vittoria di Pesaro passa da 40′ in cui è stata abile nel riuscire a imporre la sua partita a una squadra decisamente più forte, ma che oggi ha sempre subito le scelte dell’avversario.

Nelle due partite di Milano Pesaro non era mai riuscita ad alzare il ritmo e ad alimentare la sua transizione, sia per la buona difesa di Milano, sia perchè la sua difesa non riusciva mai a generare quei tiri forzati e fuori ritmo necessari per alimentare la transizione.

Oggi tutto questo è avvenuto con scelte difensiva spesso molto azzardate, ma tutte volte a voler tenere alto il ritmo della partita. Press fin dalla rimessa, costante ricerca della palla (anche a costo di commettere falli), difesa a spingere dentro e aggressività diffusa per “invogliare” l’attacco a prendere tiri nei primi secondi dell’azione.

Pesaro è andata all-in con la sua pallacanestro, Milano si è adeguata finendo con le ossa rotte.

Diamoci una mossa

Una aspetto negativo che aveva caratterizzato l’attacco pesarese nelle prime due partite era una certa lentezza nell’entrare nei set offensivi. Quel secondo di ritardo che permetteva a Milano di “mettere le mani addosso” e spostare di quel tanto che basta l’esecuzione dell’attacco di Pesaro.

In gara 3 l’accorgimenti principale di Pesaro è quello di velocizzare tutti gli aspetti dell’attacco, a cominciare dai pick and roll subito dopo gli hand-off. In avvio Moretti, a seguire Tambone, sfruttano gli accoppiamenti con Baron e Napier per anticipare il palleggio dopo il consegnato e punire una difesa che si stava ancora settando.

Scelta rischiosa perchè spesso il blocco era ancora in movimento ma che ha pagato in quanto la prima linea difensiva di Milano non ha mai reagito prontamente.

No press no party in salsa meneghina

Se nelle prime partita avevamo giustamente sottolineato come la difesa di Pesano non avesse mai pressato la palla, in gara 3 è doveroso sottolineare come la difesa di Milano si sia fatta battere troppo facilmente.

Mancata la pressione sulla palla ed è venuto meno uno degli aspetti che rende efficace una difesa che prova a spingere dentro gli avversari. Passivi sui blocchi, Pesaro ha potuto giocare molto bene sulla “terra di mezzo” tra il bloccate e il difensore del bloccante, andando spesso a ottimi tiri con Tambone e Moretti, oltre che attaccare molto bene i cambi difensivi.

Come ti attacco il cambio

I tre giorni che hanno diviso gara 2 da gara 3 hanno permesso a Repesa di lavorare molto meglio per sfruttare i cambi difensivi della difesa di Milano. Se nelle prime due partite Pesaro si era intestardita nel giocare pick and roll 1-5 per non andare contro gli switch della difesa di Milano, in gara 3 ha variato l’attacco per andare a giocare contro questo aspetto.

Messina ha utilizzato per lunghi tratti quintetti con esterni molto piccoli (anche Baldasso usato per molti minuti) , Repesa ha sfruttato il mismatch fisico che spesso si generava con Charalampopoulos, Kravic e Totè sul pick and roll.

Nelle situazioni di giochi a 2 Pesaro forza il cambio con il bloccante che aspetta il cambio e “porta” il difensore in post per sfruttare il vantaggio, andandolo a servire con la sponda e lasciando un 1 vs 1 spalle a canestro da sfruttare.

Pesaro ha sfruttato molto bene questo aspetto, Milano ha faticato a leggere questa soluzione. 16 punti di Totè, 10 di Charalampopoulos e 8 di Kravic sono la migliore fotografia dell’impatto del settore lunghi pesarese.

Show aggressivi

La vittoria della VL Pesaro passa anche dall’ottimo lavoro fatto sugli show difensivi sulla palla. Come abbiamo detto nella fase iniziale di questo articolo, Pesaro aveva bisogno di alzare il ritmo della partita per provare a impensierire Milano e, da quando esiste la pallacanestro, uno dei modi migliori per sfruttare la transizione e togliere l’attacco dalla comfort zone e portarlo a prendere tiri che non vuole prendere.

Repesa rischia, perchè come è successo in gara 2, opta per essere molto aggressivo sulla palla mandando il difensore del bloccante sui pick and roll a eseguire un show molto alto, quasi a raddoppiare gli handler milanesi. Costringere a un passaggio difficile o a far prendere un tiro a chiunque non fosse Baron o Napier.

La scelta si rivela corretta perchè Milano fatica a legger questa scelta, affretta tiri o cerca avventure in palleggio a centro area senza grosso costrutto.

Abdur-Rahkman

Pesaro ha avuto ottime risposte da tutti. Grande partita di Tambone di Totè in primis, oltre che prestazioni solide di molti altri giocatori, ma la fiammata decisiva per andare avanti e vincere la partita è opera di Abdur-Rahkman.

Per lunghi tratti l’mvp stagionale della squadra marchigiana, ma del tutto assente nelle prime partite della serie. In gara 3 sembra seguire il solito andazzo ma nell’ultimo quarto si accende mettendo a segno 10 punti che portano avanti Pesaro e la portano sul +8.

Repesa aveva bisogno che il suo miglior giocatore rispondesse presente per chiudere il cerchio. 30 minuti Pesaro ottima ma sempre con Milano che riusciva a stare davanti controllando la partita. Quella sensazione che all’Olimpia bastasse un attimo per andare avanti e solo un evento “imprevisto” potesse impedirlo. Eccolo qua. Il suo ultimo quarto regala gara 4 alla sua squadra e la possibilità di riprovare ancora ad allungare la serie.