Quando parla Alessandro Gentile occorre ascoltare e leggere. Anche più volte, se necessario, per comprendere tutta la complessità degli strati della comunicazione dell’ex Treviso e Olimpia Milano tra le altre, attualmente in LBA con la maglia di Scafati. L’ultima intervista in ordine di tempo è quella rilasciata a Il resto del Carlino (qui la versione originale), in occasione della prossima gara di Scafati e Gentile al PalaMangano contro Reggio Emilia, dalla quale preleviamo alcuni estratti.
Sul passato burrascoso: “Sicuramente ho attraversato anni difficili. Ma nei miei confronti ci sono sempre stati eccessi: sia di esaltazione nei momenti migliori, che di critica in quelli peggiori. Avrei voluto maggiore obiettività. Io ho sempre dato, e anche oggi cerco di dare, il massimo di me stesso quando gioco e mi alleno.”
Quanto sia opportuno continuare a rivangare esperienze precedenti sulle quali lo stesso Gentile si è espresso senza concentrarsi, ad esempio, sulle prospettive future di un professionista che ha già dichiarato espressamente di voler continuare a orbitare nella galassia della pallacanestro senza farlo da una panchina?
Sul rapporto con Reggio Emilia (prossima avversaria in Legabasket della Givova di Boniciolli, ndr): “Sì, nel 2002, quando mio padre (il celebre Nando, fromboliere della Caserta dello scudetto, ndr) giocava lì. Ho dei bellissimi ricordi perché fu l’anno in cui iniziai a praticare minibasket e tra i miei compagni c’era Nik Melli. Con altri bimbi poi ci rendevamo disponibili a asciugare il parquet durante le partite della prima squadra, così potevamo vederla da vicino”.
Sull’interessamento di Reggio negli anni di Gentile a Milano: “Vero. Era il dicembre del 2016, con Milano avevo raggiunto un accordo per poter terminare il campionato in un’altra squadra. E mi sarebbe piaciuto molto venire a Reggio. Ma la cosa non è andata a buon fine (ad opporsi fu l’Armani che, all’epoca, non voleva rafforzare una diretta concorrente per lo scudetto, ndr)”.
Curiosità: il 27 dicembre 2016 Milano affrontò proprio Reggio Emilia al PalaBigi: 91-87 per gli emiliani, con 26 punti di Aradori.
Sul differente approccio alla pallacanestro tra Sacripanti e Boniciolli: “Direi che Boniciolli ha portato più che altro un metodo di lavoro diverso rispetto a quello di Sacripanti: è estremamente esigente, chiede tantissimo in termini di impegno in allenamento venendo dalla scuola slava. Ci stiamo adattando alla sua metodologia”.
Sul condividere campo e spogliatoio con David Logan: “Anche a 41 anni resta un giocatore come ce ne sono pochi. Con un’etica del lavoro incredibile e una cura maniacale del suo corpo. È il nostro leader silenzioso, si fa valere con l’esempio più che con la voce”.