Dirk Nowitzki ha detto che questa Germania è la squadra più forte di tutti i tempi ed è abbastanza condivisibile. Campione mondiale, si giocherà una medaglia olimpica nella finale per il bronzo con la Serbia, ma anche a Parigi ha incantato per larghi tratti per gioco, coesione e convinzione nei propri mezzi. Nell’ultima puntata di Backdoor Call abbiamo analizzato alcuni passaggi e Marco De Benedetto ha fatto per noi una piccola fotografia del momento teutonico.
Allora comincio da coach Herbert e dico che io sono un suo grande stimatore, conoscendolo anche personalmente ritengo che sia sottovalutato. Lui è un grande amante delle sfide e sarò un suo grande tifoso nella stagione del Bayern.
Detto questo, che lascia il tempo che trova, mi sembra che la Germania intanto si porti dietro la fiducia che arriva sempre dalle vittorie, perché vincere o comunque arrivare lì e competere fino alla fine ti dà una fiducia nei tuoi più mezzi che nessun’altra cosa ti può dare allo stesso modo. Poi mi viene da dire che è la squadra forse più moderna tra tutte, perché oltre ad avere un ball handling ben definito e importante, in generale ha ruoli ben definiti. Ma soprattutto pound per pound, ruolo per ruolo è quasi sempre, e si è visto per esempio molto bene contro l’Australia, la più fisica.
Nel basket di oggi se tu riesci ad abbinare fisicità e stazza a sapere cosa fare sul campo, questo ti trova vincente in ogni contesto. Loro, se tu fai caso ai nomi e al modo di giocare, sono quasi sempre più fisici dei diretti avversari, si è visto per esempio nella lotta a rimbalzo. Quando in partite ravvicinate nel punteggio o combattute tatticamente, crei facilmente seconde chance, alla fine la differenza si sente e crei il gap nel punteggio.