Giancarlo Ferrero, capitano della Pallacanestro Varese, ha parlato ai nostri microfoni rilasciando un’intervista nella quale ha descritto l’attuale situazione di Varese sottolineando i cambiamenti rispetto alla stagione passata, ma ha anche parlato dei suoi anni in squadra, dei compagni incontrati nel corso delle varie annate e di quelli che sono gli obiettivi per il futuro.
– Qual è la tua opinione sull’attuale stagione e quali sono stati i più grandi cambiamenti di Varese dell’anno scorso ad oggi sia per quanto riguarda il roster, che il coach, che all’interno della società?
Abbiamo vinto la prima partita e quindi tutto sembrava iniziare con i più grandi propositi poi abbiamo attraversato un momento non facile con, però, delle attenuanti perchè abbiamo avuto qualche giocatore positivo e qualche infortunio, però questo ha cementato ancora di più il gruppo e ora stanno iniziando ad arrivare i risultati con la seconda vittoria consecutiva. Da qualche settimana stavamo lavorando molto bene.
Spesso nelle difficoltà il gruppo si unisce ancora di più e questo è stato il caso.Ci sono stati tanti cambiamenti dall’anno scorso, ma siamo sulla strada giusta e stiamo costruendo un buon gruppo. Nei giorni scorsi è arrivato anche un giocatore nuovo a darci una mano ovvero Marcus Keene; dobbiamo ancora lavorare, ma il modo in cui lo stiamo facendo sta portando i primi frutti.
– Rispetto alla scorsa stagione sono stati confermati alcuni giocatori che nella precedente annata erano stati pedine fondamentali, ma sono stati anche inseriti giocatori nuovi: tu che sei il capitano come hai contribuito, sia in campo che fuori, al loro ambientamento per farli rendere al meglio?
Ogni anno vengono inseriti sempre giocatori nuovi come è ovvio; una squadra si modifica spesso tanto.
Cerco di dare il mio contributo sia in campo che fuori aiutando i nuovi a inserirsi in una realtà e una piazza importante come quella di Varese con sempre grandi aspettative, quindi provo quotidianamente ad essere un esempio. Essendo qui da sette anni mi sento varesino al 100%, quindi li aiuto a capire che cos’è Varese e cosa rappresenta la squadra per la città e per il territorio.
– La stagione è iniziata col piede sbagliato, ma ora avete recuperato, state prendendo ritmo e vincendo svariate partite; cosa è cambiato dentro la squadra? Vi siete detti qualcosa in spogliatoio? O i primi mesi “negativi” erano dovuti ad un fisiologico periodo di ambientamento?
Quando ci sono dei momenti non facili ci si parla in spogliatoio, con lo staff, con la società e tra di noi giocatori.
Però penso che è attraverso il lavoro e il sacrificio quotidiano che si può migliorare e stiamo vedendo ora i primi frutti del lavoro, ma non siamo appagati e vogliamo fare ogni giorno qualcosa in più.
Ora abbiamo questa pausa e poi avremo tante parte in fila importanti per la classifica.Non penso dunque che sia un problema di ambientamento, ma ci sono stati vari problemi che non ci hanno permesso di allenarci con continuità tutti assieme e forse qualche risultato è stato figlio di questo, però allo stesso modo quando ci siamo ritrovati in pochi ognuno ha fatto un passo in più dando qualcosa in più alla causa e questo è stato l’inizio di queste vittorie.
– Parlando ora dei tuoi anni a Varese chi è stato, secondo te, il compagno di squadra più forte ed incisivo che hai avuto? Mentre l’avversario più ostico da affrontare?
Dire un solo compagno di squadra forte ed incisivo mi viene difficile, ad esempio l’anno scorso c’erano dei momenti in cui Luis Scola e Toney Douglas riuscivano veramente a cambiare le partite, però in passato ci sono stati gli anni in cui Aleksa Avramović riusciva veramente a far incendiare il palazzetto ed era infermabile, come anche Eric Maynor un grandissimo giocatore che ha giocato tanto in NBA e si è visto qua che tipo di playmaker Fosse, quindi mi viene davvero difficile fare u unico nome.
Anche di avversari ostici ce ne sono stati tanti; sicuramente attualmente direi Rodriguez perchè veramente ha una qualità, una lettura del gioco e un’abilità pazzesca, però mi vengono in mente anche Teodosic e Mike James che a Milano era infermabile uno contro uno.
– Quali sono i tuoi obiettivi, sia personali che di squadra, per questa stagione e per il futuro?
I miei obiettivi sono più o meno gli stessi, ovvero dare solidità in campo e fuori facendomi trovare pronto quando l’allenatore e la squadra ne hanno bisogno essendo un punto di riferimento per i miei compagni.
Penso che questa squadra abbia grandi margini di miglioramento e potenzialmente abbia tanti quintetti intercambiabili, quindi partita dopo partita possiamo dire la nostra in questo campionato.