Gran Canaria: la prima stagione di Eurolega

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Gran Canaria
Alessia Doniselli

Gran Canaria si è avvicinata alla prima stagione di Eurolega della sua storia in modo poco convenzionale. Cambiando l’allenatore, Casimiro è andato a Malaga ed è arrivato Salva Maldonado, nel frattempo già esonerato e sostituito dal vice storico di Gran Canaria, Victor Garcia, confermato fino a fine stagione. Cambiando gran parte del reparto handlers, via Radicevic e Mekel, uno dei principali protagonisti della qualificazione all’Eurolega e dentro Clevin Hannah, che nel frattempo si è infortunato ed è stato sostituito dal ritorno di Radicevic, reduce da una breve parentesi a Trento.

Al momento in ACB, dove l’obiettivo sono le semifinali, per qualificarsi alla prossima Eurolega, l’Herbalife è 16esima su 18 squadre con 3 vittorie e 8 sconfitte. Il cammino in Eurolega è, tutto sommato, positivo per una squadra che partiva senza ambizioni, 4-7 con vittorie a Milano e in casa con Barcellona, attacco e difesa però sono ben lontani da una buona posizione.

Nel caso di Gran Canaria è fondamentale guardare i numeri mediati su 100 possessi, perchè la squadra spagnola gioca a ritmi altissimi, 74.4 possessi a partita, quindi i numeri sono drogati.  L’Herbalife infatti è quattordicesima per OffRtg e quindicesima per DefRtg per un complessivo -10.0.

LE ROTAZIONI

Contestualmente ai cambiamenti nello staff sono state allungate le rotazioni, questa è una caratteristica abbastanza comune alle medio/piccole di questa stagione. Tutti hanno valutato fondamentale costruire delle squadre profonde e delle rotazioni a dieci o più giocatori. In astratto sarebbe un ragionamento sensato, ma in concreto porta le squadre a giocare i minuti decisivi delle partite sempre con un quintetto diverso e a non riuscire a individuare dei punti di riferimento offensivi.

Kim Tillie, dovrebbe portare parte dell’esperienza necessaria a sedimentare il gruppo

Nel caso degli spagnoli, la rotazione è a 10 giocatori con più di 15 minuti a partita, più Paulì a 12 e ci sono solo 3 giocatori a più di 20 minuti di utilizzo, con un massimo di 23.7 per DJ Strawberry. Un ottimo modo per avere  i giocatori relativamente freschi nel finale di stagione, ma è difficile costruire il nucleo di una squadra in questo modo. Aggiungiamo all’equazione che Marcus Eriksson, il miglior giocatore sui due lati del campo, ha iniziato la stagione da infortunato e davvero scaldato il motore solo negli ultimi tre turni, proprio quando si è infortunato Clevin Hannah, ma non ci vedrei necessariamente un rapporto causa-effetto.

CREATORI DI GIOCO

Questo è uno dei due punti dolenti per la squadra, il punto più controverso è l’arrivo di Strawberry. Lo ritenevo solo un attaccante del close-out, o comunque da situazione di vantaggio dinamico, mentre nell’idea della dirigenza probabilmente avrebbe dovuto assumere un po’ dei compiti di creazione di Mekel. La verità sta nel mezzo, ovvero Strawberry è anche un attaccante che crea vantaggi, ma solo per sè stesso: 17 di AstRatio. Lo stesso discorso vale per Eriksson, che però già difende sul miglior esterno avversario e tira da 3 con il 45.5% chiedergli anche di fare il playmaker mi pare un po’ eccessivo. Gli unici due giocatori che creano davvero per gli altri sono Hannah (28.7) e Radicevic (42.7 ma su campione ridottissimo) che però ancora non hanno giocato nella stessa partita, dato che uno è arrivato per colmare il vuoto dato dall’infortunio dell’altro. Decisamente troppo poco per supportare una batteria di esterni e mezzi lunghi con range di tiro ma con poche possibilità di costruirlo dal palleggio.

Nikola Radicevic, di ritorno, ancora a stagione iniziata

Infatti a parte Chris Evans, che è comunque calato dopo le notevoli prime partite, le altre ali, Kim Tillie su tutti, stanno facendo molta fatica a contribuire in attacco: il dato al tiro da tre punti dice 7.5 realizzati su 23.7 tentati a partita per un complessivo 32%.

LUNGHI

Il reparto a una prima analisi sembra solido, tranne che in un aspetto fondamentale: il rimbalzo. L’Herbalife è infatti penultima per percentuale di rimbalzi conquistati 47.5% frutto dell’essere una squadra sotto media come percentuali di rimbalzo sia in attacco che in difesa. Nello specifico, su 26 centri con più di 15 minuti e 6 partite giocate, mentre Balvin è quarto a rimbalzo difensivo Pasecniks è ventiquattresimo con il 12.5%. L’altro giocatore che tiene in piedi la squadra a rimbalzo difensivo è Baez, nella top 10 delle 39 ali eleggibili con gli stessi criteri, ma a rimbalzo offensivo è praticamente ininfluente. Nella partita con il Darussafaka, forse per ovviare al problema, è stato anche provato un quintetto con entrambi i due lunghi che non è andato benissimo, per usare un giro di parole, sono stati battuti in palleggio sui ventotto metri da Demir, non certo Shengelia.

Perchè i lunghi di “Granca” sono lunghi per davvero, tutto a sinistra i 217 com di Ondrej Balvin

Oltre che a rimbalzo, entrambi i lunghi essendo molto alti non muovono benissimo i piedi contro i piccoli sul pick and roll e al ferro non sono così atletici, soprattutto il lettone, da poter difendere con successo contro le squadre d’Eurolega. In attacco invece si completano bene, Balvin è un buon rollante e Pasecniks, che ha sempre avuto ottime mani, è molto migliorato nella lettura della posizione del difensore prima della ricezione, anche se soffre ancora di mancanza di forza ed equilibrio nel chiudere al ferro. In conclusione, non stupiamoci se, una volta realizzato che i playoff sono irraggiungibili, Gran Canaria dovesse virare sul campionato, anche a costo di tralasciare la coppa, perchè la permanenza in Eurolega dipende dal raggiungimento delle semifinali di ACB quindi, verosimilmente dall’ottenere il quinto posto in regular season dato che i primi tre sono già prenotati.

 

 

 

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L.Maghini
Speaker del podcast sul basket europeo "3 and P". Impazzisco per le point forwards, mi piacciono i giocatori lituani, sperate non ne esca mai un Lituanoglu. Alleno per poter chiamare le difese come le sorelle di Coach Carter.