Bentornati su Hack a Stat! Dopo aver parlato di ruoli, oggi vorrei fare un po’ di debunking su una frase (e suoi sinonimi) che leggo spesso in giro per il web: “Questa squadra dipende totalmente dal tiro da 3 punti.“
INTRODUZIONE
Il tiro da 3 punti è oggi un elemento fondamentale per ogni squadra di pallacanestro che si voglia definire tale: su questo spero non ci siano dubbi. Non è solo per il valore del tiro, ma anche per i benefici che porta il solo posizionare tiratori fuori dall’arco. Larghe spaziature offensive derivanti dalla presenza di più tiratori da 3 punti permettono di avere l’area più libera: in questo modo si può attaccare il ferro più facilmente.
Parlare quindi di dipendenza del tiro da 3 punti di una squadra oggi è concettualmente fuorviante; tutte le squadre sono dipendenti da esso. Questa affermazione aveva senso circa 20 anni o più fa, dove il tiro da 3 punti non era ancora così considerato dagli staff tecnici.
Riportare le mere percentuali realizzative (o anche i tentativi) da oltre l’arco tra vinte e perse per confermare quanto una squadra sia dipendente dal tiro da 3 punti è anch’esso forviante; i due dati non tengono conto di quanti di questi tiri siano stati presi smarcati e quanti sono stati invece contestati. In altre parole, non si tiene conto di come siano stati costruiti. È vero poi, non tutti i dati come i tiri contestati sono disponibili per le competizioni Europee, ma in tal senso l’eye test può risultare fondamentale.
FREQUENZA NEL TEMPO
Ma analizziamo qualche dato per comprendere meglio l’evoluzione del tiro da 3 punti: partiamo osservando la frequenza di tiro da oltre l’arco nelle ultime 20 stagioni di Eurolega.
Nella stagione 2000-2001 il 30% dei tiri totali presi dal campo erano da oltre l’arco; di stagione in stagione poi c’è stato un graduale aumento, fino ad arrivare alle ultime 5 stagioni dove si è stabilmente oltre il 36%; nell’ultima stagione disputata addirittura la frequenza di tiro da 3 punti è del 40%! Come dicevo quindi precedentemente, il tiro da 3 punti è ormai fondamentale per ogni squadra e l’alta frequenza ne è la dimostrazione.
VINCERE TIRANDO MALE DA 3 PUNTI
Ma andiamo più nel dettaglio: nel seguente grafico potete osservare il numero percentuale di partite in cui una squadra ha tirato a determinate percentuali da oltre l’arco nel corso delle stagioni. Ad esempio nella stagione 2000-2001 il 28% di partite sono terminate con almeno una squadra che ha tirato con una percentuale da 3 punti inferiore al 25%.
Ho preso tutte le partite giocate in ogni stagione e le ho suddivise in base alle percentuali da oltre l’arco: possiamo notare un progressivo calo del numero di partite in cui si è tirato al di sotto del 25% dall’arco. Questo fatto è avvenuto principalmente per due motivazioni: prima di tutto oggi la qualità media dei tiratori (e in generale di tutti i giocatori) è migliorata. Banalmente, in campo sono presenti giocatori che rispetto a 20 anni fa tirano meglio da oltre l’arco.
La seconda motivazione è la differente costruzione: nel basket moderno le diverse spaziature favoriscono la creazione di tiri da 3 punti smarcati e in ritmo. Ciò consente di realizzarne di più rispetto al passato.
Soffermiamoci ancora un attimo sulle partite in cui si è tirato con il 25% o meno da 3 punti: ecco il grafico che mostra l’andamento della W% in quelle partite.
Altro andamento abbastanza chiaro: le possibilità di vittoria tirando con meno del 25% sono calate di stagione in stagione. Se fino a 5 anni fa tale W% si attestava attorno al 30%, nelle ultime il dato è calato vistosamente. Nella passata stagione, in particolare, sono state vinte solo il 20% delle partite in cui si è tirato con meno del 25%.
Questo particolare grafico mostra quindi come l’importanza del tiro da 3 punti oggi sia nettamente maggiore: ad inizio millennio la dipendenza dal tiro da 3 punti non era preponderante come lo è ora e quindi, anche in serate in cui si tirava male, si poteva comunque vincere. Oggi invece quasi la metà dei tiri avvengono da oltre l’arco: la dipendenza e l’importanza dal tiro pesante sono quindi completamente differenti. Oltretutto la costruzione degli stessi è molto cambiata: oggi si tentano molti più tiri da 3 punti anche in palleggio, nascondendosi dietro un ri-pick, le corner 3 sono molto più utilizzate.
Citare dunque la percentuale da oltre l’arco (spesso dopo una singola partita) oggi non è di gran aiuto per comprendere come una squadra abbia giocato. Si può parlare di come vengano costruiti, quanti di quelli da smarcati e non vengano segnati, come vengano sfruttati i tiratori. Ma citare la sola percentuale per sottolineare come una squadra perda o vinca è concettualmente errato. O per meglio dire, obsoleto, data la differente importanza del tiro da 3 punti nel basket moderno.
UN CASE STUDY: VIRTUS BOLOGNA
Forse però il modo migliore per comprende quanto detto è guardare ad un esempio, capitato di recente tra l’altro: nella finale di Supercoppa la Virtus ha tirato con il 16% circa da oltre l’arco (4/24).
Ovviamente tutti si sono soffermati sulla percentuale, imputando ai giocatori di non essere stati in grado di segnare. In realtà però, prima di parlare di serate storte o di mancanza di tiratori, è sempre utile osservare come siano stati costruiti e presi questi tiri. Di questi 24 infatti, 22 sono stati presi contestati. Praticamente tutti.
In particolare, i nove presi da Teodosic sono stati presi sempre con l’uomo addosso e, quasi tutti, in situazioni in cui era forzato al tiro data la mancanza di soluzioni alternative. I restanti non sono stati costruiti così malamente, ma sono stati presi a seguito di passaggi al compagno vicino, senza che la difesa sia stata mossa più di tanto.
Una possibile criticità che si potrebbe fare al roster della Virtus è la mancanza di tiratori in uscita dai blocchi. Per lo più infatti i componenti della squadra bolognese sono ottimi o buoni tiratori piedi per terra.
Di per sé riempire il roster di questo tipo di tiratori è anche una scelta corretta, data la presenza di Teodosic e Markovic, abili handler in grado di scaricare la palla fuori dall’arco a seguito di una penetrazione. Ma nel momento in cui entrambi risultano ancora non al meglio della condizione fisica, le penetrazioni vengono meno e, di conseguenza, anche tiri più smarcati da oltre l’arco per i loro compagni.