Bentornati su Hack a Stat! La pausa estiva è finita ed è quindi tempo di tornare a parlare di statistiche! Visto che siamo nel mezzo dei mondiali, parleremo proprio di essi. Andiamo!
Una delle critiche più diffuse e condivise di questa edizione 2019 della FIBA World Cup è la massiccia presenza di partite concluse con scarti molto ampi. È anche vero però che molto spesso i ricordi affievoliti delle precedenti edizioni possono trarre in errore: ci si dimentica delle prime partite disputate a favore delle fasi eliminatorie ben più attraenti e avvincenti.
Ho pensato quindi di scavare negli archivi FIBA per verificare se queste critiche siano effettivamente corrette o se le nostre memorie ci abbiano ingannati. Sono risalito fino alla edizione 2006 e ho raccolto i vari risultati. Inoltre, ho calcolato i possessi giocati medi, in modo da poter confrontare gli scarti di ogni edizione su un numero uguale di possessi (ovviamente 100).
GLI SCARTI SU 100 POSSESSI
Ecco i dati calcolati riassunti in una tabella (i numeri fanno riferimento alla sola prima fase di ogni mondiale, dato che è l’unica fase in cui sono presenti anche le squadre più deboli):
L’edizione 2006 è stata invero un’edizione strana: un numero altissimo di possessi e un’altrettanta alta differenza di punteggio, che portano il gap medio su 100 possessi a 23 punti; le successive due edizioni si sono invece attestate sui 21/22 punti di scarto. Infine, il mondiale in corso mostra il numero più alto per scarto di punti, ben 25 ogni 100 possessi. Quindi sì, le sensazioni che io e molti altri avevamo avuto erano corrette: questa edizione della FIBA World Cup ha messo in scena diversi blow-out games. Ma in che modo?
L’edizione 2019 della FIBA World Cup presenta alcune novità: l’aggiunta di ben otto squadre rispetto alla ultime tre edizioni (per un totale di 32 partecipanti) e la selezione delle stesse tramite le famose finestre di qualificazione. Tali novità sono, a mio avviso, le due principali ragioni di questo aumento dello scarto medio.
Difatti, se da un lato l’ampliamento a 32 squadre ha portato squadre come la Giordania o la Costa d’Avorio in Cina, dall’altro lato le finestre hanno tolto la possibilità a Nazionali come la Slovenia o la Croazia di schierare i loro migliori uomini durante le qualificazioni, privandole quindi di guadagnarsi un posto per questo mondiale.
Bisogna tenere presente anche che il metodo di selezione delle 32 squadre era vincolato ad un numero limitato di nazionali per ogni continente. La Giordania non ha quindi “rubato” il posto alla Croazia, per esempio.
Detto ciò, è chiaro che queste due scelte della FIBA hanno fatto calare la qualità media della competizione e tale fatto lo si evince chiaramente dal gap medio. Tra l’altro, il differente numero di gruppi e partite disputate in questo mondiale ha in parte mitigato l’aumento del gap medio, dato che si sono giocate meno partite (48 match contro i classici 60 nelle edizioni a 24 squadre). In buona sostanza l’abbassamento di qualità è riscontrabile, ma fortunatamente è non troppo evidente per via del minor numero di incontri disputati nella prima fase.
ABBASSAMENTO DELLA QUALITÀ
In ogni caso, anche conteggiando i blow-out games si riscontra un abbassamento di qualità delle squadre partecipanti:
In questa edizione sono stati 12 i match conclusi con uno scarto maggiore di 25 punti. Considerando, come si è detto, della riduzione di incontri nella prima fase, si è passati dal circa 20% di blow-out games delle ultime tre edizioni al 25% di quella attuale. Un dato che unito a quelli precedentemente evidenziati, dimostrano come le scelte della FIBA abbiamo creato qualche imbarazzo in Cina.
Si può anche essere favorevoli all’ampliamento del bacino di squadre partecipanti, così come alla definizione di un numero fisso di squadre per continente, ma sarebbe preferibile un aumento graduale, per dare maggior tempo alle nazionali meno fortunate di essere pronti al grande salto.
Ciò che si fa fatica a digerire è l’introduzione delle finestre in un mondo (quello della pallacanestro) nel quale le due migliori leghe sono private e quindi pensano prima di tutto al loro interesse. La speranza è che questi dati portino la FIBA a riflettere su tali scelte e rivalutare alcune decisioni per le prossime edizioni.