Hack a Stat: Quarantena Rating

Bentornati su Hack a Stat! L’ho fatto di nuovo. Mi sono creato una statistica da solo e l’ho commentata. Ma in questo caso è davvero una statistica particolare, atta più a strappare un sorriso ed esorcizzare questo periodo, piuttosto che a effettuare un’analisi: il Quarantena Rating. Oddio, in realtà è proprio tutto l’articolo molto particolare e unico.

Di statistiche in questo periodo se ne vedono tante: grafici, curve esponenziali, fattori, previsioni numeriche. Sono però statistiche derivanti da numeri che fanno sorgere tristezza e paura. Cerchiamo di fare l’opposto dunque: prendiamo ciò che di buono stiamo facendo in questo periodo e traduciamolo in una statistica per comprendere quanto efficienti siamo stati fino a adesso. Questa statistica la chiameremo Quarantena Rating, che ha lo stesso tipo di lettura del Defensive Rating individuale.

Il Defensive Rating individuale stima i punti concessi agli avversari dal giocatore su una base di 100 possessi. Minore è il valore, migliore sarà il contributo difensivo del giocatore. Il Quarantena Rating ha lo stesso tipo di lettura, ma è calcolato su una base di 100 persone: minore è il valore, più efficiente sarà stata la quarantena in quel frangente.

La statistica difensiva si calcola prendendo in considerazione due gruppi di contributi: quelli tangibili (rimbalzi difensivi, rubate e stoppate) e quelli semi-tangibili (tiri contestati, palle perse forzate, viaggi in lunetta avversari). Ho cercato di tenere una struttura simile anche per il Quarantena Rating, benché in questo caso non parleremo di contributi tangibili e semi-tangibili, ma di misure dirette e strumenti indiretti, mantenendo però un certa connessione tra le due statistiche.
Le misure dirette sono:

  • Chiusura di locali / eventi: con i vari decreti sono stati chiusi ristoranti, cinema e tutti quei luoghi dove era facile creare raggruppamenti. In un certo senso è un provvedimento che blocca i raggruppamenti. Un po’ come i rimbalzi difensivi, che bloccano l’azione avversaria.
  • Smart working e chiusura delle scuole: imporre alle aziende e società di utilizzare quanto più possibile il lavoro da casa e chiudere tutte le scuole ha permesso di prendere in contropiede la diffusione del virus, senza però bloccare completamente il Paese. In questo caso siamo vicini al concetto di palla rubata, che permette il più delle volte di correre in contropiede.
  • Stop ai trasporti pubblici: riduzione di trasporti pubblici, blocco dei voli, divieto di spostamento tra Regioni. Insomma, uno stop agli spostamenti non necessari… Come una stoppata! Dite che è troppo banale? Probabilmente sì, scusate.

Tali misure dirette garantiscono bene o male una buona descrizione di cosa voglia dire essere in quarantena. Ma non bastano per comprendere quale sia il livello di efficienza di quarantena. Abbiamo bisogno di alcuni strumenti che hanno contribuito a fare stare a casa le persone:

  • Servizi di streaming: Netflix, Amazon Prime, Eurosport Player, il recente Disney+. Insomma, tutti quei contenitori di serie TV e film utilizzati per ammazzare il tempo. Non sono efficienti tanto quanto lo smart working o la chiusura delle scuole, ma aiutano le persone a stare a casa. Un po’ come le palle perse forzate: non permettono un contropiede, ma aiutano comunque la difesa a risultare vincitrice per quel possesso.
  • Videochiamate di gruppo: in un periodo di quarantena, non possiamo vedere amici e parenti. Skype e applicazioni simili aiutano a mantenere i contatti e passare il tempo in compagnia. Non efficace quanto una stoppata, ma quantomeno aiutano. Come contestare un tiro avversario.
  • Sanzioni: provvedimenti che costano al cittadino, ma che chiariscono come in questo periodo si debba evitare di uscire senza un valido motivo. Come un bel fallo sotto canestro. Commetterlo non è sempre conveniente, ma si manda un messaggio anche all’avversario: qui sotto nessun tiro è comodo.

È anche grazie a questi strumenti se abbiamo superato questi giorni di quarantena.

Ho quindi assegnato un valore compreso tra 0 e 1 per ogni giorno di quarantena a tutti questi indici (maggiore il valore, migliore il contributo dell’indice); indici che hanno un peso diverso all’interno del Quarantena Rating (le misure dirette ovviamente incidono di più degli strumenti indiretti).
Quanto sono valide le mie ipotesi di valori assegnati? Ovviamente nessuna valenza, ma lasciatemi divertire ancora un po’.
Ho eseguito la media ponderata di quei valori per ottenere un valore percentuale complessivo che mostra quindi una stimaccia delle persone rimaste a casa ogni giorno. Il Quarantena Rating però non mostra le persone rimaste a case, ma quelle che per un motivo o l’altro sono dovute uscire: dal quel valore percentuale ho dunque calcolato quante persone su un campione di 100 abitanti sono uscite di casa.

Ma andiamo oltre ai calcoli, osserviamo il grafico riportato qua sotto e analizziamolo con dovizia.

Il Quarantena Rating, come detto, assume significato positivo al diminuire del suo valore. Un Quarantena Rating pari a 0 è praticamente perfetto (ovvero TUTTI a casa), ma impossibile da attuare. Un Quarantena Rating di 25 significa che, su 100 abitanti, 25 sono usciti. Il grafico mostra l’andamento di questa particolare statistica da fine febbraio a oggi; le linee rosse indicato i giorni in cui sono stati varati i diversi decreti per il mantenimento della quarantena.

Come si può notare inizialmente la quarantena per i soli comuni interessati non garantiva una buona efficienza a livello nazionale. Si è quindi deciso di ampliare la zona in quarantena e aggiungere misure restrittive. Il primo vero e significato calo lo si ha il 4 marzo, dove buona parte del nord Italia è stato messo in quarantena. Come si sa poi tra il 7 e l’8 marzo si è deciso di ampliare quelle misure a tutta Italia; la bozza del decreto finita in rete poco prima dell’annuncio ufficiale ha però causato la famosa fuga da Milano di diversi cittadini che sono tornati nei loro paesi natali. Possiamo dunque notare un innalzamento del Quarantena Rating: purtroppo in quei giorni si è perso un po’ di efficienza.

Dopo il weekend della prima settimana di quarantena nazionale notiamo un leggero innalzamento della linea: lo possiamo definire “Belle le videochat di gruppo, però non esageriamo eh…”. Insomma, un po’ di persone si erano già stufate di parlare del più e del meno di fronte ad una webcam. Ma per fortuna di lì a poco sarebbe arrivato Disney+.

Il Disney+ effect è ben evidente: ha portato un bel po’ di film e serie TV da guastarsi a casa e la gente di buon grado ha preferito stare sul divano e adorare baby Yoda, piuttosto che andare a correre e beccarsi insulti dai balconi.

Infine possiamo anche notare un leggero miglioramento del Quarantena Rating in concomitanza con l’uscita della Casa di Carta. No, io non sono un fan. Però visto comunque come è notoriamente apprezzata, ha dato un leggero contributo positivo alla quarantena. Breve, tanto nessuno aveva da fare e l’hanno finita in due giorni.

Mi raccomando gente: manteniamo il Quarantena Rating sui valori degli ultimi giorni e teniamo duro.

Cappe
Cappe
Baskettaro a tempo perso, nerd a tempo pieno. Così malato di numeri che se non trovo la statistica che mi aggrada, me la creo da solo [cit.].