Bentornati su Hack a Stat! Oggi vorrei analizzare un aspetto di gioco ormai quasi assente nel basket moderno: il mid range. Per farlo, sfrutteremo i fantastici dati NBA. Andiamo!
È stato detto e ridetto: hanno ucciso il mid range, anche se, in questo caso, si sa chi sia stato [semi cit. che mi dovete perdonare]. Negli ultimi anni l’utilizzo del mid range (ovvero i tiri presi al di fuori del pitturato e all’interno dell’arco dei 3 punti) è progressivamente diminuito, complice la volontà di allenatori e giocatori di focalizzarsi su tiri da altre zone, considerate più redditizie. Tali tiri sono ovviamente quelli all’interno dell’area e oltre l’arco da 3 punti: questo perché sono tiri che garantiscono il maggior rapporto tra rendimento e difficoltà. Possiamo prendere una qualsiasi shot chart per osservare questo fatto; selezioniamo per esempio quella dei Bucks:
Come si può facilmente notare, gli esagoni nella zone del mid range sono davvero esigui. Il concetto alla base è abbastanza semplice: mediamente in NBA un tiro da dentro l’area garantisce un valore di PPS (point per shot) di 1,08; tale valore si conferma anche per i tiri da oltre l’arco. Dal mid range invece un tiro realizzato garantisce un PPS di 0,80. È chiaro dunque quale sia il motivo per il quale staff e giocatori si concentrino sui primi due tiri rispetto a quelli nella terra di mezzo.
Questo concetto però si basa su medie globali: per quanto la tendenza spinga tutti i giocatori ad adattarsi a questo nuovo trend, modificando di conseguenza il loro gioco, bisogna valutare il singolo giocatore. Infatti, per alcuni giocatori il mid range rimane il tiro più affidabile e, se segnato con continuità, può garantire una efficienza simile ai due più ricercati. Questi giocatori sono ormai una rarità; invero, si contano sulle dita di una mano.
Ho preso in esame tutti i giocatori con almeno 10 partite giocate e 15 minuti di utilizzo medio per identificare quali siano quelli che tutt’ora sfruttano il mid range. Per poterlo fare, bisogna determinare un valore soglia: detto che i tiri al ferro sono sfruttati ormai da tutti (a meno degli specialisti da 3 punti), un mid ranger per me è un giocatore che prende più tiri da tale zona rispetto a quella da 3 punti (minimo 2 tiri a partita dal mid range). Utilizzando questo filtro, l’elenco si riduce a soli quattro giocatori, come anticipato: LaMarcus Aldridge, DeMar DeRozan, Rui Hachimura e Anthony Davis. I due Spurs, il rookie giapponese e la stella dei Lakers sono quindi gli unici giocatori in tutta la NBA a sfruttare ancora il tiro da mid range. Ma con quale frequenza ed efficienza? Partiamo dalla frequenza.
Aldridge e DeRozan sono gli unici due giocatori a prendersi più di 5 tiri nel mid range a partita; ci sono altri giocatori che arrivano anche a 4, ma sono in realtà long-two, ovvero quei tiri presi appena prima dell’arco del tiro pesante. Questi tiri sono per lo più generati da palleggi in avvicinamento per eludere i close-out di difensori in recupero. Difatti quei giocatori che hanno un buon numero di tiri dal mid range, ma non sono annoverati come mid-ranger, hanno anche diversi tentativi a partita da oltre l’arco.
Hachimura è invece sbarcato nella Lega come esperto tiratore dal mid range: è in effetti la sua conclusione preferita, sopratutto in palleggio, arresto e tiro (conclusione che segna con buona costanza, 47% da due punti per conclusioni in pullup). In questi primi tre mesi in NBA ha però cercato di non abusarne, sfruttandolo solo in situazioni di aiuto difensivo, dove ha potuto prendere appunto ritmo con un palleggio per evitare il close-out avversario.
Davis infine è finito in questa categoria per pochi tiri da oltre l’arco presi in meno rispetto a quelli dal mid range: il lungo è in realtà un giocatore che può segnare con disinvoltura da ogni posizione e che non fa del mid range la sua arma principale.
Confrontando le frequency si nota quindi come in realtà i due veri utilizzatori del mid range siano Aldridge e DeRozan; Hachimura e Davis in realtà lo usano di meno rispetto alle conclusioni in area. C’è però da considerare anche l’efficienza:
Tutti e quattro i giocatori hanno buonissime percentuali al ferro: i PPS da quella posizione sono superiori alla media di Lega globale (1,08). Il discorso cambia radicalmente confrontando i valori da oltre l’arco: DeRozan, Aldrigde e Hachimura si prendono meno di 2 tiri da 3 punti a partita e sono praticamente tutti in situazione wide-open. Eppure le percentuali sono poco soddisfacenti per tiri di questo tipo, soprattutto per il rookie dei Wizards. Le loro conclusioni dal mid range invece hanno buone percentuali di realizzazione e, seppur non pareggino i PPS medi da oltre l’arco, sono comunque valori accettabili e superiori a quelli relativi al tiro da 3 punti. In questo caso quindi il loro utilizzo di tiro dal mid range è più che accettabile e garantisce comunque un buon ritorno in termini di PPS.
Il mid range è quindi un tiro ormai quasi dimenticato: questo però a livello generale. Non è detto che ogni tiro da 3 punti o al ferro sia migliore di un tiro ben costruito dal mid range o che un giocatore affidabile da quella distanza debba per forza snaturare il suo gioco per adattarsi alla tendenza generale.