NBA, Hack a Stat: le triple in step back

Analizziamo i dati relativi alle triple in step back per capire se convenga sfruttarle o meno

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Bentornati su Hack a Stat! Nell’attesa che i dati della stagione in corso diventino un po’ più affidabili rispetto allo stato attuale, facciamo un salto in NBA per analizzare una tipologia di tiro in grande crescita di utilizzo: lo step back da 3 punti.

Lo step back è un movimento di tiro utile per creare separazione tra l’attaccante e il difensore, in modo che quest’ultimo non possa (o possa solo in parte) contestare il tiro. Tramite un piccolo salto eseguito in direzione opposta alla posizione del difensore (e quindi solitamente anche in direzione opposta al canestro), si crea la spaziatura necessaria per eseguire il tiro.
Questo tipo di conclusione è da sempre usato per tiri vicino al ferro o dal mid-range, dato che, pur allontanandosi dal canestro, si rimane all’interno di distanze normali per eseguire un tiro a buone percentuali. Era praticamente impossibile, fino a 3/4 stagione fa, imbattersi in step back da oltre l’arco, dato che le distanze di tiro a quel punto diventavano eccessive per segnare.

Ecco, in queste ultime stagioni ci sono due fattori che hanno ribaltato la situazione: l’aumento del range di tiro e James Harden.
Sul range di tiro c’è poco da dire: nel corso degli ultimi anni i giocatori capaci di tirare da 1/2 metri dietro la linea dei 3 punti sono aumentati. Le difese hanno iniziato a rispettare tali abilità e il campo si è allargato. Di conseguenza oggi per alcuni giocatori eseguire uno step back da 3 punti anche da oltre l’arco non risulta problematico.
In particolare poi, la guardia di Houston, ovvero il secondo fattore citato, ha cambiato il concetto di uso dello step back. Osserviamo il primo grafico, che mostra l’andamento nelle ultime 10 stagioni del numero di tentativi totali e in step back da oltre l’arco di Harden.

Un costante aumento stagione dopo stagione, con una impennata vertiginosa nelle ultime tre. Nella stagione 2018/2019 Harden ha messo in piedi una prestazione incredibile: il numero assoluto è già di per sé incredibile, ma se lo si confronta anche con il numero totale di triple realizzate l’incredibilità è ancora più eclatante.

Più della metà delle triple realizzate sono segnate a seguito di uno step back! Harden è probabilmente un unicum nel panorama mondiale nell’uso dello step back da 3 punti.
Ma perché lo sfrutta così tanto? La motivazione la si ritrova nella descrizione di inizio articolo: tramite lo step back crea separazione con il difensore, la quale gli permette di prendersi un tiro non contestato. Inoltre, Harden è in grado di mettersi in ritmo in maniera più efficace rispetto ad un normale tiro dal palleggio. Tutto questo inoltre lo può fare senza l’ausilio dei propri compagni, dato che difficilmente lo step back viene effettuato a seguito di un passaggio (difatti la percentuale di triple unassisted di Harden è il più alto della Lega). Infine, non di rado James riesce ad ottenere un viaggio in lunetta, dato che il difensore, nel tentativo di ostacolare il tiro, fuoriesce dal suo cilindro difensivo.
Tutte queste motivazioni le possiamo tradurre in un unico numero che ci permette di visualizzare al volo quanto lo step back 3 sia efficace, ovvero i punti per tiro. La statistica tanto cara a Goldsberry è difatti un utile strumento per capire quanto lo step back di Harden sia efficace.

Le tre colonne indicano i punti per tiro segnati tramite step back (blu), tiri totali (rosso) e tutti i tiri a meno degli step back (verde). Il grafico mostra come tramite lo step back il numero zero sia più efficace rispetto a tutti gli altri tiri che prende. E in quei tiri vengono contabilizzati anche le triple wide-open e le triple piedi per terra (insomma, tutte quelle triple ad alta percentuale di successo).

Nell’ultima stagione Harden ha tenuto una efficienza di 1,17 punti per tiro tramite lo step back. L’efficienza media dell’intera Lega nel tiro da 3 punti (quindi qualunque tipologia di tiro tentato, minimo 20 partite giocate, minimo 4 triple tentate a partita e minimo 30% al tiro pesante) si attesta a 1,09. Se eleviamo la percentuale minima al 35%, l’efficienza media risulta 1,15, quindi ancora una volta più bassa dell’efficienza dello step back di Harden. La stella di Houston però non è l’unico giocatore a saper sfruttare lo step back da oltre l’arco; è ovviamente il più bravo e quello con un numero totale di tentativi incredibilmente alto, ma non è il solo nel saper sfruttare questo particolare tiro. La tabella seguente mostra i punti per tiro dei giocatori con un numero consistente di tiri in step back da 3 punti.

È interessante notare come, a meno del duo di Portland, tutti i giocatori analizzati hanno un PpS tramite step back maggiore rispetto all’efficienza da 3 punti di tutti gli altri tiri eseguiti. Ci tengo a sottolineare ancora una volta che in quest’ultima categoria sono considerati anche tutti i tiri wide open e piedi per terra. I dati mostrano quindi come lo step back 3 sia una tecnica che, se padroneggiata, risulti molto efficace.
Per approfondire questo aspetto, possiamo confrontare i PpS in step back con altri tipi di tiro eseguiti da maestri in materia. Klay Thompson, per esempio, ha mediato nell’ultima regular season un PpS di 1,21 in situazione di catch and shoot (447 tentativi da oltre l’arco). Per tentativi e valori, siamo molto vicini alla situazione di Harden in step back. In altre parole, lo step back di Harden è poco meno efficace di un catch and shoot di Klay Thompson; è una frase che fa riflettere e fa davvero capire perché la stella dei Rockets abbia utilizzato questa tecnica molte volte nella passata stagione.

Gli altri giocatori riportati in tabella hanno eseguito un numero inferiore di volte lo step back (meno di un tentativo a partita, Doncic a parte): ecco che quindi i valori di PpS sono piuttosto alti, proprio perché si basano su un campione meno affidabile di quello di Harden. Confrontando i valori mediati dei vari James e Curry con quelli delle passate stagioni di Harden, possiamo intuire come anche per loro si potrebbe verificare quanto accaduto con lo zero di Houston nelle ultime tre stagioni; ad un aumento di tentativi quasi sicuramente coinciderebbe una diminuzione di efficienza, che però dovrebbe comunque attestarsi su valori positivi. In breve, sono convinto che lo step back da 3 punti sarà utilizzato sempre di più nelle prossime stagioni: grazie ad essa si ottiene separazione dal difensore, maggiore ritmo per il tiro e, in qualche caso, anche fallo su tiro. Tutti vantaggi non indifferenti nell’esecuzione di un tiro da oltre l’arco.

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