Bentornati su Hack a Stat! Si è conclusa ieri la Supercoppa 2018 nella quale ne è uscita vincitrice, come da pronostici, l’Olimpia Milano. Le tre partite giocate hanno dato diverse indicazioni sullo stato di forma e possibili punti di forza e debolezza delle varie squadre: grazie all’aiuto di qualche numero andiamo a ipotizzare quali possano essere.
Ho spesso sottolineato come attraverso numeri mediati su una o due partite non si possano effettuare analisi concrete; questo perché due sole partite non bastano per individuare tendenze effettive. Ciò detto, ci sono comunque numeri che presi sulla singola partita ci aiutano a comprendere meglio quale siano state le chiavi del match, in modo da analizzare gli andamenti delle stesse con ancora più precisione. Prendiamo dunque i Four Factors, ovvero i quattro fattori individuati da Dean Oliver che aiutano più di altri per comprendere una partita. Essi sono:
- Percentuali di tiro effettive, eFG%: la percentuale di tiro dal campo nella quale un tiro da 3 punti ha un peso maggiore di uno da due punti;
- Turnover Percentage, TO Ratio: la percentuale di palle perse;
- Offensive Rebound Percentage, OR%: la percentuale di rimbalzi offensivi catturati;
- FT ratio, %FT: il rapporto tra tiri liberi segnati e canestri dal campo tentati. È un rapporto che fa capire quanto una squadra sia andata in lunetta e come abbia tirato;
A questi ho aggiunto altre statistiche per completare il quadro:
- Pace: ritmo della partita;
- Offensive Rating, OFF RTG: efficienza offensiva;
- Defensive Rating, DEF RTG: efficienza difensiva;
- Defensive Rebound Percentage, DR%: la percentuale dei rimbalzi difensivi;
- 3PA Ratio, %3PA: il rapporto tra tiri da 3 tentati e tiri dal campo tentati. È un rapporto che aiuta a comprendere quanto una squadra abbia tirato da oltre l’arco;
- Percentuale reale, TS%: percentuale complessiva di tiro;
Partiamo dunque dalle semifinali.
OLIMPIA MILANO – GERMANI BASKET BRESCIA
La partita tra le due lombarde è segnata dal ritmo più alto della Supercoppa, ben 77 possessi. I rating palesano una partita che Milano ha avuto quasi subito sotto controllo: quel 76,5 di Offensive Rating per la Germani dipende dalle bassissime percentuali di tiro (soprattutto da 3 punti, un 1/19 che porta ad un 5% da oltre l’arco). Il 5% da 3 punti, è sicuramente la chiave della partita: la squadra di coach Diana si è rifugiata una volta ogni tre in tiri da oltre l’arco, complice la difesa messa in campo da Milano per alcuni frangenti di partita, che non permetteva a Brescia di avvicinarsi in area per segnare comodi punti. La differente fisicità delle due squadre, soprattutto sotto canestro, ha sicuramente inciso su questo aspetto.
Altro importante aspetto, sempre legato alla diversa fisicità delle due squadre, sono i rimbalzi. Milano ha concesso meno del 10% dei rimbalzi in attacco a Brescia. Tenendo conto dei tanti errori al tiro della Germani, questo dato fa capire come nei pressi del canestro ci sia stata una differenza di tonnellaggio e centimetri notevole.
Brescia si presenta quindi come una squadra ancora in fase di rodaggio. I nuovi innesti devono ancora comprendere al meglio le richieste di Diana, ma sopratutto devono migliorare la loro difesa, che lo scorso anno ha permesso alla squadra lombarda di raggiungere le semi finali di campionato.
FIAT TORINO – DOLOMITI ENERGIA TRENTO
Questa seconda semifinale è stata sicuramente la partita più combattuta delle tre disputate, decisa negli ultimi minuti da Jamil Wilson. I rating difatti rispecchiano una partita con punteggi più vicini. È stata anche la semifinale in cui si è giocato più vicino al ferro: meno tiri da 3 punti tentati, a fronte di più viaggi in lunetta. Entrambe le squadre infatti, a parte i loro specialisti, hanno giocatori che preferiscono una penetrazione a un tiro da oltre l’arco.
Altro dato indicativo del fatto che ancora le squadre sono in fase di rodaggio sono le palle perse: una media di 17 palloni persi ogni 100 possessi se prendiamo i TO Ratio delle due partecipanti. La sensazione immediata è stata di un gioco ad alto ritmo per i tanti contropiedi, sfruttati ottimamente sopratutto da Torino. In realtà si è trattata di una normale partita in termini di possessi giocati, condizionata però da banali palle perse (passaggi sbagliati, errori di controllo del palleggio) che hanno appunto generato tanti contropiedi.
Torino è infatti scappata nel secondo quarto sfruttando tali contropiedi, facendosi però rimontare nella ripresa. Come si diceva, Wilson nel finale con alcuni canestri realizzati in isolamento, ha portato la sua squadra in finale. Per Trento, in attesa del figliol prodigo Dada Pascolo, bisogna capire quanto Marble possa dare in termini di produzione offensiva. Per ora è Flaccadori l’unico go-to-guy presentabile, ma, per quanto piaccia come giocatore, non lo ritengo sufficiente per gestire il doppio impegno di Campionato e Eurocup.
OLIMPIA MILANO – FIAT TORINO
La finale ha visto sfidarsi appunto Milano e Torino. Una partita indirizzata da Milano a cavallo tra il secondo e il terzo quarto, riaperta nel finale da un parziale di Torino, che però non è riuscita a completare l’opera di aggancio. Bellissimo lo scontro sotto canestro tra Gudaitis e McAdoo, vinto dal lituano (vero MVP del torneo) e interessante le tante sfide sugli esterni delle due squadre. Ancora una volta però ciò che ha più inciso sulla partita è stata la differente fisicità di Milano: anche in finale è stato un dominio a rimbalzo, sia offensivo che difensivo. Torino per pensare di competere con l’Olimpia avrebbe dovuto commettere meno errori banali (come già aveva fatto in semifinale) che hanno generato 20 palle perse ogni 100 possessi. Troppe, che Milano ha poi convertito in azioni di transizione o semi-transizione.
L’Olimpia in entrambe le partite ha tirato quasi il 50% delle volte da 3. Per alcuni potrebbe sembrare un valore altissimo, ma il discorso non è tanto la quantità, ma piuttosto la qualità: la maggior parte di quei tiri erano comunque ben presi e in ritmo. Ho comunque delle perplessità sull’incentrare così tanto il gioco offensivo sul tiro pesante, ma Milano ha diversi giocatori con buone percentuali da dietro l’arco. In ogni caso, ciò che più mi ha colpito è stato Arturas Gudaitis, più di James e Nedovic (entrambi un piacere vederli muoversi in campo). Il centro lituano influenzava molto il gioco milanese, sia in attacco che in difesa. Con lui Milano era un tipo di squadra (quasi impossibile da affrontare), senza, un altro (Burns per quanto sia un buonissimo giocatore non regge il paragone con lui).
Torino poteva opporre al centro lituano un altro gigante, ovvero McAdoo, ma mi è sembrato ancora in cerca di ambientamento, sopratutto in fase offensiva. In difesa la sola presenza potrebbe bastare a Torino per limitare le incursioni in area, ma deve comunque salire di livello, dato che buona parte dei giochi torinesi sembra che passino dalla sua presenza. Gli esterni gialloblu invece sembrerebbero avere quasi tutti la tendenza ad attaccare il ferro, più che tirare da 3: questo spiega il basso %3PA nelle due partite disputate. Ciò detto, l’impressione è che si trovino più a loro agio in situazioni di transizione (come per esempio in semifinale), piuttosto che a difesa schierata. Milano in finale non ha concesso contropiedi facili a Torino e tale limitazione ha inciso parecchio sulle sorti della partita. Il calo dell’Offensive Rating tra semi e finale è anche influenzato da questo aspetto.
In conclusione, la Supercoppa ci ha dato diversi spunti interessanti: la profondità di Milano sarà difficile da ostacolare; Torino ha tanto talento a disposizione, ma dovrà saperlo sfruttare. Brescia e Trento hanno cambiato tanto e per questo hanno bisogno di tempo per ritrovare la chimica che ha permesso ad entrambe di disputare una buonissima stagione lo scorso anno.