Nessuna cronaca della partita di ieri, usciamo un po’ tardi – e ce ne scusiamo con i nostri venticinque lettori – per motivi che nulla hanno a che fare col basket. Però una riflessione si. Questo Real Madrid è, per molti versi, la squadra perfetta della pallacanestro europea. Composta da giocatori quasi tutti europei, di tre generazioni differenti, gioca un basket offensivo a tratti meraviglioso, è in grado di mettere in campo una difesa di altissimo livello con alcune punte individuali e con una occupazione di spazi con pochi eguali a livello di corpi e di organizzazione. Lunghissima, infinita, con infinità di soluzioni offensive e difensive. Con il miglior difensore della competizione da anni. Con la migliore PG della competizione, con alcuni tra i giocatori più talentuosi. Ben allenata, anche, perché tenere insieme tale massa di talenti e personalità è compito arduo di cui va dato merito a Chus Mateo.
La Virtus Bologna di quest’anno è un po’ il complementare di questo Real Madrid. Rispetto ai blancos il talento, e soprattutto la lunghezza, sono limitati. I giocatori fondanti sono tutti della generazione degli over 34, quelli che nel Real giocano i minuti di qualità e qui stanno invece in campo quasi tutta la partita. Anche la Virtus gioca un bellissimo basket, però, e invece di usare la costruzione per tenere insieme quintali di talento la usa per sopperire alle mancanze dello stesso. In una serata in cui il tiro non entra, però, le armi per battere una corazzata di tale imponenza sono poche.
La Virtus non dovrebbe essere in grado di giocare viso a viso con il Real Madrid e squadre del suo livello. Però non lo sa, e l’ha fatto ieri sera come lo fa da inizio stagione. Poi le favole non sempre si avverano fino in fondo e non sempre la fionda di Davide abbatte Golia. Ieri Golia ha vinto, è uscito con le braccia alte e un sospirone di sollievo perché Davide ha continuato ad armare la sua fionda anche quando il gigante l’aveva in mano e lo stava stritolando. Davide ha morso il dito a Golia che ha dovuto lasciare la presa; si è divincolato, mentre era a terra nella polvere ha preso un altro sasso ed ha colpito l’occhio del gigante ancora e ancora. Da vicino, però, perché la fionda da oltre i 6.75 non funzionava. Anche per questo quindi il gigante, con la barba di Poirier, i capelli impomatati di Hezonja, la velocità di Campazzo ed il sederone di Yabusele, ha avuto la meglio; ed ha reso l’onore delle armi a Davide, che oggi esce sconfitto ma con la fionda ancora in mano.
Il Real Madrid passa alla Segafredo Arena 74-89.
Real Madrid
Abalde 6: impiegato soprattutto come stopper, fa il suo.
Campazzo 6.5: parte bene, poi soffre contro Pajola e scompare un po’ nella fase centrale. Poi però quando c’è da chiuderla, complice anche il quarto fallo dell’anconetano, ci pensa lui.
Gonzalez n.e.
Hezonja 6: talento insultante, serata indolente ma mette due triple che ammazzano la Virtus.
Alocen 6.5: nella serata in cui il Chacho resta a Madrid esce Alocen, dopo una stagione saltata per infortunio. Elogiato anche dal suo allenatore, sta benissimo in campo per sé e per gli altri.
Deck 6.5: giornata non particolarmente appariscente, difende forte anche sui cambi e prende 6 rimbalzi.
Poirier 8: in 14 minuti: 14 punti con un errore dal campo, 8 rimbalzi. E le azioni che chiudono la partita. Chapeau.
Tavares 7: non sbaglia praticamente nulla, condiziona come al solito l’attacco avversario, aggiunge tre assist di cui uno magnifico.
Llull 6.5: diabolico, la tripla a fine primo tempo è un macigno e non il primo. Gioca quasi 20 minuti anche a copertura delle assenze.
Yabusele 8: 15+7 e 23 di valutazione, in difesa condiziona pesantemente Shengelia, giocatore totale.
Ndiaye n.e.
Musa 7: 10 punti e soprattutto una grandiosa difesa su Belinelli.
Virtus Segafredo Bologna
Cordinier 7: in difesa a volte è distratto, o sbaglia per troppa foga, ma è il migliore degli esterni. Attacca il ferro con coraggio e competenza quando vede che non è la sua giornata al tiro. Subisce molti contatti che assorbe bene, meriterebbe qualche fischio a favore in più.
Lundberg 6.5: sta in campo bene, mette il fisico che ha edanche quello che non ha. Anche per lui disastrosa serata al tiro.
Belinelli 5.5: impiego che forse non lo aiuta molto, ha avversari di fronte a cui cede 10 anni e che lo mettono, com’è ovvio, in difficoltà. Probabilmente in queste partite dovrebbe fare un po’ più quel che fa, di là, Llull. Ma la coperta di Banchi non è così lunga.
Pajola 6: davanti non va male per gli altri, ma segna davvero poco e prende poche iniziative. Dietro, a larghi tratti contiene benissimo Campazzo.
Dobric 6: come dirà poi Banchi in conferenza stampa, ancora gioca sul dolore ed un po’ si vede, anche se è in campo nel momento migliore della Virtus.
Shengelia 5.5: perde fragorosamente il duello con Yabusele, che è cliente oltre l’ostico. Anche a lui non funziona il tiro, che sta diventando spesso l’ago della bilancia della sua incisività.
Lomasz s.v.
Mickey 6.5: il migliore dei tre centri per vitalità e mobilità, con la sua pericolosità fronte a canestro apre un po’ la scatola.
Polonara 6: trilione, ma si sbatte in difesa.
Zizic 6: molto bene nel primo tempo soprattutto contro Tavares, poco impiegato nella ripresa anche grazie alla vena di Mickey.
Dunston 5.5: periodo di decisa – e comprensibile – flessione per il 42. Lo aspettiamo per i playoff.
Abass s.v.