Sempre ribelle,
a volte sconfitto,
mai vinto
perché mai arreso,
alla fine vincitore
Per il basket è il figlio di Rudy, da quando è nato, a Forlimpopoli, il figlio di Katia, prima di essere il figliolo adottivo di tutta Pesaro. L’America in testa e nel cuore fin da giovanissimo, ha frequentato l’high school di St. John Bosco di Bellflower. Poi ha giocato per l’University of Southern California, playmaker nei Trojans, con i quali ha realizzato la prima “tripla doppia” della sua vita, mettendo a referto 22 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, facendo giostrare attorno a lui giocatori del calibro di Nick Young, O.J. Mayo, Taj Gibson e DeMar DeRozan.
In Italia lo aspetta, ancor giovanissimo, la Benetton Treviso, per la sua prima stagione da professionista, prima di passare, l’anno successivo, nella sua città adottiva, alla VL Pesaro. Per una stagione eccellente (chiusa con 14,3 punti, 2,1 assist, 3,8 rimbalzi e 2,4 palle recuperate), in una stagione eccellente che gli vale la convocazione all’All Star Game italiano e la consegna del Premio Reverberi in qualità di miglior giocatore italiano del 2011.
Il ragazzo è lanciato.
Nella stagione successiva porta Pesaro fino alla semifinale dei play-off. E se lo piglia immediatamente la Mens Sana Siena, la grande armata del Granducato di Toscana che dominava in quegli anni. Con lui al timone la Montepaschi fa percorso netto: Campionato, Coppa Italia e Supercoppa. Ma è lui a far man bassa di premi individuali: Mvp delle finali scudetto, come di Coppa Italia e Supercoppa. Sempre lui!
Ma è proprio a questo punto che il vecchio detto “la fortuna aiuta gli audaci” si dimostra fallace. E la sua bella dose di sfortuna perseguita il ragazzo: quei titoli verranno revocati alla Mens Sana con una sentenza del Tribunale della Fip. Ma nessuno li potrà mai togliere dal cuore di chi li ha conquistati sul campo.
Dopo aver iniziato la stagione 2013/14 ancora in la maglia senese, a dicembre 2013 viene ufficializzato il suo trasferimento all’Olimpia Milano, dove rivince lo scudetto.
Ma poi lo tradisce l’anima sua ribelle, e si becca una squalifica di 6 mesi per aver abbandonato il ritiro della Nazionale.
Risorgerà.
All’Olympiacos di Atene, poi al Bamberg e infine al Cska di Mosca, per completare il percorso di giocatore di prima fascia europea. Con il Cska è tornato vincitore, attualmente campione in carica di Eurolega, ma anche tra i primi giocatori, forse proprio il primo, a cui è stato proposto il rinnovo del contratto in tempo di pandemia. D’altra parte, uno squadrone ai vertici di Eurolega deve basarsi su solide certezze. Ed è un fatto che Dimitris Itoudis in ogni partita lo voglia sempre in campo nei momenti che contano, magari spostando in guardia il califfone Mike James, per lasciare lui a dirigere l’orchestra… DH23, la formula di un ottimo additivo per la squadra.
Ecco!