La memoria è corta nello sport, molto corta. Pure troppo.
L’Italbasket ha perso senza repliche la semifinale del preolimpico di San Juan a Porto Rico al cospetto di una Lituania comunque talentuosa, profonda, fisica e anche sufficientemente esperta. Ha perso male. Questo senza ombra di dubbio. Non è mai stata in partita, ha inseguito senza mai dare la sensazione di poter vincere questa partita, ma quello che un pò mi lascia di stucco e, devo dire, m’indispone anche un pò, è il non limitarsi alla partita singola, alla competizione singola, ma rinvangare il passato avvilendolo.
Vi aiuto alla memoria. Ci ricordiamo le imprese clamorose contro la Serbia che ci hanno inebriato per giorni, se non mesi? Ci ricordiamo le ultime competizioni a cui questa nazionale, questo gruppo, ha preso parte rendendoci orgogliosi arrivando a un’insperata Olimpiade? Se a tutte queste risposte avete detto sì e, se siete tifosi di basket e di nazionale, non vedo quali altre risposte si potrebbero dare, allora vi invito a un ragionamento. Ho letto in diversi luoghi una delusione notevole per un obiettivo non raggiunto (e ci sta), ma troppa moda di sminuire quello che è stato fatto. “Eh ma quelle erano imprese e la partita con la Lituania ha dimostrato fossero tali”, “Si bravi ma il nostro livello è questo” e chi più ne ha più ne metta. Analizziamo la sconfitta di ieri in quanto una partita a eliminazione diretta con tutte le contingenze del caso, ma andare a sminuire quello fatto prima è un’attività che noi italiani facciamo benissimo e che non fa bene allo sport, anzi non fa bene a noi.
Non dico che il valore normalizzato di questa nazionale sia quello mostrato ieri, ma forse in positivo le imprese del recente passato sono qualcosa che è andato ben al di là di quello che era lecito aspettarsi da questo gruppo-roster e anche dal suo livello oggettivo. È un sacrilegio dirlo? No e credo sia un qualcosa che si avvicini alla realtà più che alla frustrazione del momento, ma non significa allora che quelle imprese abbiano meno valore, anzi ne hanno di più, perchè se una squadra va così oltre i propri limiti bisogna riconoscere meriti a tutti. Sinceramente si legge fin troppa superficialità nell’analizzare la partita con la Lituania, tirando fuori e sminuendo quello fatto da questo roster. Non abbiamo visto il solito animus pugnandi che li aveva caratterizzati? Vero. Abbiamo visto una scadente qualità di pallacanestro? Altrettanto. Mancava l’unico giocatore che non puoi rimpiazzare per il suo talento e le capacità realizzative? Non mi sembra in discussione. In queste competizioni mancano una grande quantità di giocatori, anche importanti per le singole squadre e a noi mancava il più importante per svariati motivi, ma soprattutto quello che ha un peso specifico incalcolabile in un roster così strutturato. Senza cercare alibi, perchè comunque si doveva e poteva fare meglio, sarebbe meglio fermarsi ad analizzare cosa sia e non sia andato contro la Lituania e non ridurre la portanza delle imprese passate con il ormai famigerato “siamo questi”.
Questo gruppo ci ha resi orgogliosi di alzarci di notte a vedere la nazionale di basket per diversi anni, ha mostrato un attaccamento alla maglia raramente visto ed è andato oltre i propri limiti prima con Meo e poi con Poz. Sarebbe il caso di ricordarlo soprattutto oggi che c’è delusione e frustrazione. Ora serviranno dei cambiamenti per il futuro. Saremo pronti? Non lo so. Ma smettiamola di sminuire quello che è stato per quello che è successo oggi. Non se lo merita nessuno.