Kidd: “Doncic è meglio di Dirk”

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Kidd

Non ci sono le prove video, nel caso ve lo steste chiedendo. Ci sono – e purtroppo avanzano – quelle audio, ossia le registrazioni del programma radiofonico “The Downbeat”. La stazione The Freak, frequenze 97.1 nel territorio del Texas, ha ospitato Jason Kidd, coach dei Dallas Mavericks, per una discussione sull’attuale NBA e sui personaggi principali della franchigia di Mark Cuban. Questa la traduzione del passaggio più significativo, da rileggere almeno un paio di volte per accertarsi che non sia una fake news ma la trasposizione in italiano delle frasi effettivamente pronunciate dall’Hall Of Famer da San Francisco sull’impatto di Luka Doncic in NBA:

“[Luka Doncic, ndr] è migliore di Dirk [Nowitzki, ndr]. È nello stesso discorso di MJ, il migliore della storia, LeBron, Kobe. Così, solo per apprezzare quanto stia già facendo questo giovane uomo all’età di 24 anni, è qualcosa che Dallas non ha mai visto. L’ho detto anche all’interno dell’organizzazione: è meglio di Dirk. Fa cose che Dirk non avrebbe mai potuto fare, e ora ha l’opportunità di circondarsi delle persone giuste per vincere finalmente un titolo.

Questo giovane ha 24 anni e sta distruggendo tutti i record che si trova di fronte. È un vincente, e il suo obiettivo finale è vincere un titolo. Ci arriverà e non una volta soltanto, ma ne vincerà molti quando sarà tutto al suo posto.”

No, non è sufficiente la recentissima prestazione da 73 punti ad Atlanta per arrivare ad affermare e rivendicare a stretto giro di posta affermazioni del genere. Fa ancora più specie, considerando che Jason Kidd è stato compagno nella seconda esperienza personale ai Mavs, culminata proprio con l’anello del 2011. Comprensibile solo nel gioco delle parti di un allenatore che, anche comunicativamente, cerca di tessere tutte le sperticate lodi possibili per cercare di trattenere a Dallas il talento – quello sì, potenzialmente – più puro e fulgido della franchigia texana, ma comunque poco condivisibile. Anche la considerazione della precocità, in ambito NBA e premi individuali, è abbastanza fragile: Dirk a 24 anni aveva già ottenuto il premio di MVP ai Mondiali (2002) e aveva condotto Dallas già alla vittoria di un turno Playoff, spingendosi nell’annata successiva (2002/03) sino alle Western Conference Finals.

Esaltare agiograficamente tutto ciò che appartiene al passato, ammantati da una sorta di nostalmagia, è deleterio. Obliterare ciò che è stato per illuminare esclusivamente al presente e al futuro, tuttavia, lo è altrettanto.

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