NCAA, March Madness: la sua magia spiegata bene

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March Madness

Nell’ultima puntata del nostro podcast Backdoor Call, abbiamo parlato del tema caldo di queste settimane, ovvero la March Madness. Delle settimane magiche, oltreoceano, la cui importanza va ben oltre delle semplici partite di College. Abbiamo parlato dell’importanza di questa competizione e dell’NCAA tutta insieme a una persona che questo contesto l’ha più volte visto da vicino, ovvero Marco De Benedetto. Qui l’estratto dal podcast dove l’ex GM della Germani Brescia ne ha parlato apertamente.

Ascolta “Backdoor Call (ep.21), NCAA: cosa significa “March Madness”” su Spreaker.

Le partite dell’NCAA sono uniche per questa sensazione di mondo fatato, inarrivabile per noi. Sugli spalti c’è la student section, che assomiglia vagamente a una nostra curva ma in modo molto folkloristico e pittoresco e in modo divertente. Ma è anche vero che si possono trovare persone che tifano più in là con l’età, perché sono quelli che hanno studiato in quel college. Magari sono diventati affermati professionisti in qualsiasi campo, però hanno continuato a essere investitori del college stesso. Ed è da quello che arrivano i famosi booster, che poi diventano come degli sponsor, a maggior ragione coinvolti perché ci mettono i loro risparmi. Si crea un circolo virtuoso che rende tutto speciale. Quindi la partecipazione e la voglia di stare assieme delle persone alle partite di college è quello che le rende speciali.

Immaginatevi un torneo dove sale l’adrenalina, con 64 più 4 squadre. Voglio ricordare che di queste 64 la metà sono le vincitrici delle conference. Le conference sono come delle vere e proprie leghe, quindi arrivano squadre con ragazzi da tutti gli angoli degli Stati Uniti che sono in arrivo da una stagione vincente. Immaginatevi tutta l’atmosfera che ci può essere intorno a queste partite.

A vari livelli, a varie declinazioni, però sono tutte squadre vincenti. Immaginatevi applicarlo al nostro basket, mettere 64 squadre a eliminazione diretta. In un attimo il sogno può finire in dramma sportivo, o un viaggio di puro piace può entrare nella storia imperitura di un’università. E sarebbe bello avere la possibilità, secondo me, anche di conoscere alcune di quelle storie.

Se avete la possibilità, guardate qualche partita. Non conta neanche tanto quale, non contano necessariamente le Final Four. Guardate le partite, perché in qualsiasi gara può succedere veramente di tutto. Anche perdere dieci punti in un minuto e perdere la partita stessa, perché le emozioni sono quelle.

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