Pablo Laso, coach del Bayern Monaco, ci ha rivelato alcuni segreti del suo reclutamento di Serge Ibaka per il Bayern Monaco e qual è l’apporto che l’ex Bucks sta dando alla squadra.
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Come si spiega Laso questa “rinascita” di Serge Ibaka? Solo grazie al contesto FIBA, più adatto dell’NBA? O c’è qualcos’altro, forse un rapporto speciale, a spiegare l’impatto di Air Congo?
Beh, di sicuro, ho un rapporto speciale con Serge da quando l’ho allenato a Madrid durante il Lockout NBA. Penso che sia un lusso per noi e un lusso per EuroLeague che Serge sia tornato con noi. La prima volta che gli ho parlato della situazione, gliel’ho detto chiaramente. “Serge, troverai un ambiente fantastico. Penso che giocherai bene. Penso che potrebbe essere una grande opportunità per te. Ma non aspettarti che ti diamo soldi a caso, perché non li abbiamo”. Ricordo quella conversazione con lui, le cose che mi ha detto. Sono sceso per cena – eravamo a Malaga in pre-stagione – e ricordo di aver detto a Nacho, il mio assistente (Ignacio “Nacho” Juan, ndr): “Sta per arrivare”. Nacho mi ha detto “Come farà a venire al Bayern Monaco?”, io ho detto “Perché vuole giocare. Vuole dimostrare che sta bene, che ha avuto una brutta situazione a Milwaukee. E vuole dimostrare di essere pronto per giocare”. Conosco Serge e penso che stia facendo un ottimo lavoro per la squadra, per la cultura del club. Non ha 22 anni. Non è super atletico come ai tempi, ma ci sta dando esperienza. Sta lavorando sodo ed è pronto a giocare ogni sera. Sono molto felice che sia con noi. È stata una grande aggiunta per noi averlo quest’anno.
Raccontaci solo una cosa tra le tante che ti ha sorpreso per il suo impatto sul campo e una fuori dal campo. Non qualcosa di strano, ma magari di inaspettato…
No, niente di inaspettato, perché so com’è. Ricordo che quando giocava a Madrid, era il primo a venire in palestra per sollevare pesi. Si è davvero preso cura del suo corpo in ogni momento. Quindi è in forma. Ma durante la nostra prima conversazione mi disse: “Pablo, mi prenderò del tempo. Mi ci vorrà del tempo per tornare al ritmo di gioco”: penso che ora lo abbia preso.
Ricordo la prima partita che ha giocato in Bundesliga. Ha giocato sui 20 minuti. Alla fine mi ha guardato “Laso, sono morto”. Non è essere la stessa cosa essere in forma ed essere in forma per giocare. Quindi gli ci è voluto un po’ di tempo. Ma penso che in questo momento stia giocando a un buon livello. Questa competizione, in cui il nostro programma si gioca quasi ogni 48 ore, è molto impegnativa anche per lui. Ma penso che stia facendo un ottimo lavoro.