Game of the Week: OriOra Pistoia-Reyer Venezia

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Dalla pagina Facebook Pistoia Basket 2000

Risultato a sorpresa al PalaCarrara di Pistoia dove la OriOra Pistoia ha trovato due punti fondamentali nella corsa salvezza contro i Campioni d’Italia della Reyer Venezia.

A sorpresa, in realtà, nemmeno troppo: per la squadra di Walter De Raffaele quella patita in Toscana è stata la sesta sconfitta su altrettante trasferte giocate fin qua in campionato.

Andiamo ad approfondire il match.

LA (NON) DIFESA DI VENEZIA SCATENA JEAN SALUMU

La serie incredibile di sconfitte per Venezia ha un denominatore comune chiarissimo: la difesa.

Lontano dal Taliercio, il muro invalicabile che gli oro granata sono soliti erigere davanti al proprio canestro si sbriciola inesorabilmente. Tra tutte le squadre di serie A la Reyer è ultimissima per differenza in negativo tra il rating difensivo tenuto nelle gare casalinghe e quello nelle partite esterne.

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Una metamorfosi su cui, sicuramente, lo staff tecnico si starà interrogando e che, nuovamente, è costata due punti che iniziano ad essere pesanti in classifica in ottica Final Eight di Coppa Italia.

Il matador dei veneziani, infatti, è stato Jean Salumu, che ha giocato una partita dominante in attacco, non trovando mai un singolo giocatore avversario capace di fermare le sue penetrazioni al ferro.

Dove arrivano i meriti di Salumu e dove subentrano le colpe della difesa ospite?

Solo dal video possiamo vedere dieci punti appoggiati troppo comodamente al tabellone. A cui vanno aggiunte almeno altre quattro situazioni identiche concluse col fallo della difesa e tiri liberi guadagnati.

Le abilità di penetratore, forte anche di un fisico possente, sono sempre state arma in faretra per il belga, ma non vi sono dubbi sul fatto che Venezia abbia fatto poco per neutralizzarle.

Subendo, poi, in generale, moltissimo il penetra e scarica della OriOra, che da questa situazione ha tirato fuori valanghe di punti.

Prima linea battuta troppo facilmente. Difesa in rotazione con ritardo. Movimento di palla facile. Triple aperte. Undici per Pistoia, massimo stagionale eguagliato, non casualmente.

E va da sè che subire 89 punti in trasferta diventi un problema, anche sul campo di una squadra che, al momento, lotta per la salvezza, mentre i tuoi obiettivi, sulla carta, sarebbero assai diversi.

L’EFFICIENZA DI PISTOIA SUL PICK&ROLL E IL PARZIALE DECISIVO

Non solo di penetra e scarica, però, è campata Pistoia. Che si è confermata squadra che, nei suoi limiti, sa spesso cavare fuori buone cose dal pick & roll o dal pick & pop.

Certo, forse la prima cosa che salta all’occhio è, nuovamente, una difesa veneziana in certi frangenti veramente inspiegabile, ma questo non toglie il buon lavoro fatto dai ragazzi di Carrea. In particolare Justin Johnson e Angus Brandt hanno dato buone linee di passaggio sia girando verso canestro che aprendosi per il tiro (Johnson in particolare).

Sfruttando il tiro di Johnson e l’abilità di Brandt nel riaprire il pallone in corsa sulla ricezione.

Anche da qui la OriOra ha costruito il parziale che ha deciso la partita. Un 21-2 in 5’53” di gioco tra la fine del terzo e l’inizio dell’ultimo quarto. Con due protagonisti assoluti: Carl Wheatle, autore di otto punti nel frangente, e Justin Johnson. Che non solo ha dato contributo offensivo, ma in difesa ha oscurato per cinque minuti buoni Mitchell Watt, altrimenti faro assoluto del gioco lagunare.

Lavoro di intensità e fisico che ha mandato fuori giri tutta Venezia, innervositasi come troppo spesso le capita (tre falli tecnici e Walter De Raffaele espulso) e trovatasi in un attimo a una distanza quasi incolmabile, anche tentando la solita eroica rimonta finale.

L’ex lungo di Cagliari si continua a confermare come giocatore assolutamente rispettabile per la massima serie. Magari non sempre bellissimo da vedere, porta però dinamismo e capacità di aprire il campo e, come abbiamo visto, sa dire la sua anche dal lato difensivo.

Pistoia per ora se lo gode, così come si gode una vittoria molto pesante, visto anche il successo di Trieste con Treviso. Venezia, invece, rimugina su un’altra sconfitta che impedisce nuovamente di prendere una continuità di rendimento che in quest’annata sembra davvero non volere arrivare.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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