LBA: i giocatori pronti al salto di categoria dalla A2 (1)

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In questo periodo di stop forzato, in molti invocano ad un rinnovamento e ad una riflessione rispetto al modo di pensare la pallacanestro italiana. Uno dei topic più richiamati riguarda la valorizzazione dei giovani italiani, che sono finiti nel mirino della critica per la regola che pone il limite al numero di stranieri tesserabili per roster, favorendoli. Dunque, se è l’aria di cambiamento a prendere il sopravvento, per quello che concerne la quota azzurra in LBA, una possibilità di vedere volti nuovi potrebbe venire dalla nostra seconda serie, ovvero il campionato di Serie A2. Tante nuove leve si sono messe in mostra in cadetteria, la punta di diamante della LNP non si sarà distinta per un livello clamoroso, tuttavia si è rivelata un’ottima vetrina per talenti in rampa di lancio. Per questo motivo, voglio proporvi alcuni nomi, già citati in qualche voce di mercato, che potrebbero essere interessanti in ottica salto di categoria per la prossima stagione, come  avevamo fatto già lo scorso anno. Si tratta di giocatori italiani di nascita o formazione che sarebbero appetibili per molte squadre di Serie A. Rubando un termine più caratteristico di altri ambiti cestistici, potremmo dire che si tratta di LBA material… In questa prima parte presentiamo i “pezzi grossi” di questa rubrica.

Giordano Bortolani – Biella

Giordano Bortolani è sicuramente il primo nominativo che vi è venuto in mente leggendo il titolo del pezzo. Probabilmente si tratta del più conosciuto tra i giocatori di cui tratteremo, proprio per via delle molteplici voci di mercato che lo coinvolgono. Infatti, ciò che è certo è che Bortolani, con ogni probabilità, l’anno prossimo parteciperà al campionato di Serie A, sarà da vedere con che canotta lo farà. Classe 2000, quasi 2001, è uno dei prospetti azzurri più interessanti tra i nati nel nuovo millennio. Cresciuto cestisticamente nell’Olimpia Milano, che tutt’ora detiene i diritti su di lui, negli ultimi tre anni ha fatto esperienze importanti: in B a Bernareggio, sfruttando il doppio tesseramento con l’Armani, e poi in A2, prima a Legnano e, in seguito, a Biella. Proprio all’Edinol, in questa stagione, ha avuto luogo il suo exploit, con un’annata in cui si può dire che si sia stato il miglior italiano della Serie A2, grazie ad una serie di prestazioni che gli hanno permesso di meritarsi i riflettori del piano di sopra puntati su di sé. Ha sfiorato i 15 di media (14,9), con un picco di 30 punti in Gennaio contro l’Eurobasket Roma, tirando con il 47% dal campo, il 32% da dietro l’arco (con un numero di tentativi sostanzioso, 6,2 a gara) e l’83% in lunetta. Il suo punto di forza è chiaramente l’abilità nello scoring, che andrà rivalutata quando si troverà davanti difese più organizzate. In generale, è un giocatore dalla forte personalità, che ama prendere iniziative e che fa dell’intensità il suo marchio di fabbrica. Proprio da quello dipende la sua fase difensiva, fatta più di voglia che di tecnica e attitudine, che diventerà l’ago della bilancia che lo indirizzerà nel ruolo che avrà in LBA. Nei pochi minuti in cui lo abbiamo visto protagonista con l’Italbasket, durante le qualificazioni, ho notato qualche uscita in difesa non impeccabile. Ciò fa parte dell’insieme di dettagli che andrà a limare (speriamo per lui) con l’esperienza, che credo gli servirà prima di essere pronto a prendersi grosse responsabilità anche tra i grandi. Sempre a questa categoria di punti deboli, si può ascrivere un filino di discontinuità che lo ha contraddistinto in alcuni periodo del suo viaggio biellese, ma bisogna considerare sempre che si tratta di un ragazzo non ancora ventenne. Quando si racconta della sua (breve, finora) carriera, non sono da dimenticare gli ottimi playout che ha disputato nel 2018/19 a Legnano, dove è stato una pedina importante per la salvezza finale. 193 centimetri per 85 chilogrammi, fisicamente non dovrebbe subire l’impatto del cambio di atletismo. Appunto per questo, oltre ad una Milano che osserva attentamente da dietro le quinte, aspettando il momento giusto per riportare Giordano a casa, anche la Fortitudo e Cremona sarebbero intenzionate a mettere le mani sul gioiellino di Sant’Agata di Militello, per dargli dei minuti importanti nella prossima stagione. Come più volte ribadito, sarà interessante scoprire come e se subirà l’impatto dell’aumento di competitività. In un team di alto rango, potrebbe essere un valido elemento di rottura in uscita dalla panchina, mentre, in una formazione meno ambiziosa, potrebbe gestire molti più possessi.

Mattia Palumbo – Treviglio

Altro classe 2000 e altro nome che può assolutamente essere definito una guest star tra i giovani rampanti della Serie A2. Insieme a Bortolani, Mattia Palumbo è, in linea di massimo, l’unico a cui può essere garantito un po’ di spazio fin da subito, all’approdo in LBA, che pare imminente. Faceva parte di questa sezione anche al termine della scorsa stagione, quando rifiutò un quinquennale da Trento, per restare un altro anno a Treviglio. Proprio della Blu Basket è stato il fiore all’occhiello, una società che continua a fare un discreto lavoro sugli Under, ad esempio, ha sfornato Andrea Pecchia, che nell’ultima sessione di mercato estivo si è accasato a Cantù e che adesso ha gli occhi di molte società di A addosso, Virtus Bologna in primis. Tornando a Palumbo, le sue tre annate lombarde (due e mezzo se consideriamo la parzialità dell’ultima…) sono state un netto crescendo tecnico e caratteriale. Dà sicuramente l’impressione di essere un professionista maturo sul campo e fuori. Un playmaker molto duttile, all’occorrenza può giocare anche da guardia, un atleta che oserei definire eclettico. Non un realizzatore di prima fascia, tuttavia è uno di quei giocatori che riesce ad incidere su più fronti nel corso dei 40 minuti. La sua stazza e la sua altezza lo rendono una combo guard moderna, grazie i suoi 198 centimetri ha sviluppato un’attitudine ad andare a rimbalzo difensivo non indifferente. Due volte è andato in doppia cifra in questa statistica in questa stagione, mantenendo una media di 6 rimbalzi catturati ad allacciata di scarpe. Il suo fisico e il suo modo di giocare lo rendono atipico agli standard nostrani, il che lo rendono un’opzione diversa tra le scelte che offre il parco italiani da cui pesca la LBA. Possiamo etichettarlo che un discreto trattatore di palla, sebbene debba migliorare nella gestione di alcuni possessi (2,6 palle perse di media), specialmente nelle fasi cruciali della gara. Fondamentale, nel determinare l’impatto che avrà se sceglierà di tentare il passaggio tra i pro, sarà la stabilizzazione del suo tiro da tre punti. Un’arma che ha già nel suo arsenale, ma che può essere sicuramente potenziata, visto che le sue percentuali recenti si aggirano attorno al 31%. Le sue caratteristiche, stando alle attuali misure che regolano l’utilizzo degli italiani, lo rendono un jolly assolutamente spendibile per la fascia media dell’LBA. Per l’appunto, ancora la Fortitudo Bologna sarebbe interessata a giocarsi la carta Palumbo, sfruttandolo per costruire una cabina di regia tutta italiana, in quanto Mattia potrebbe completarsi adeguatamente con un altro azzurro che ha un buon margine di crescita, cioè Matteo Fantinelli. Pure Trento potrebbe tornare alla carica dopo l’affare saltato l’anno scorso, comunque sia, sembrerebbe proprio che anche Mattia Palumbo possa essere molto di moda nel corso di questo lunghissimo mercato italiano.

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