Nel corso della stagione NBA appena conclusa, si sono susseguiti molti rumors sul futuro di LeBron James, finito anche al centro di trattative di mercato visto il contratto in scadenza della stella gialloviola. Su James, c’è stato un forte pressing da parte dei Golden State Warriors, che avrebbero voluto portare LeBron nella baia per formare una coppia fenomenale con Steph Curry.
Che i due si intendano a meraviglia, lo abbiamo potuto ammirare nella recente rassegna olimpica di Parigi. Sono stati loro due, infatti, gli artefici principali dell’oro a stelle e strisce. Chissà cosa sarebbe accaduto se i due si fossero ritrovati a San Francisco anche nel corso della stagione?
La trattativa per portare LeBron James agli Warriors ha visto coinvolte direttamente le proprietà delle due franchigie, segno che l’affare era di notevole importanza. Si sa, nel mondo americano difficilmente si muovono i proprietari in prima persona. Quando lo fanno, è perché la portata economica (e non solo) dell’affare è molto importante.
La trattativa, però, si è arenata sul più bello. Secondo quanto riferisce Marc Stein, a porre un deciso freno alla trattativa sarebbe stato Rich Paul, il potentissimo agente di LeBron. Ecco quanto riporta il giornalista:
“Diverse fonti della lega sostengono che i colloqui riportati tra le squadre all’epoca non sono mai andati troppo in profondità in gran parte perché l’agente di James, Rich Paul, si è opposto fortemente all’idea che James passasse dalla California del sud alla California del nord. Le fonti dicono che Paul ha implorato entrambe le squadre di rinunciare all’idea in gran parte perché voleva isolare James da potenziali contraccolpi sul cambio di squadra per la quarta volta nella sua carriera”
Un discorso per proteggere lo status del suo assistito, anche se il posto di Lebron nella storia della NBA non sarebbe mai stata in discussione anche con un suo trasferimento. Come poi tutti sanno, James ha esteso il suo contratto con i Lakers, mettendo la parola fine a una possibile accoppiata con l’amico e concittadino Steph Curry. Anche questa mancata trattativa entrerà di diritto nei più grandi “what if” della storia recente NBA.