Legabasket: Alexander e Sampson, corpi estranei a Bologna

Ty-Shon Alexander e Jakarr Samspon. Due giocatori completamente diversi, ma due firme arrivate per motivi complementari in casa Virtus. Il primo, un giovane con le capacità per fare bene ed incidere fin da subito, è stato scelto come sostituto iniziale di Nico Mannion. Il secondo, un fisico atletico con alle spalle una buona carriera NBA, aggiunto in seguito all’infortunio di Ekpe Udoh. Esigenze simili quindi, che sono state sempre più accostate tra di loro in queste settimane. Questo perché entrambi ad inizio anno venivano visti come pedine importanti di quello che è il progetto Virtus. Fino ad ora i risultati ottenuti sono stati tuttavia negativi. Non a caso negli ultimi giorni si è parlato sempre di più di una loro possibile uscita, come riportato per primo da “Il resto del Carlino”. Ieri ne ha parlato anche il presidente Zanetti, spendendo per loro parole non esattamente al miele.

Alexander, di cui avevamo parlato in un nostro scouting, si era fatto notare tra college e G-League come un giocatore dallo spiccato fiuto offensivo. Tiratore pericoloso piedi a terra, ma capace anche di costruirsi un tiro dal palleggio. Un finalizzatore, che quest’anno non è però ancora riuscito a lasciare la propria impronta. Le medie sono di 13 minuti e 3.1 punti a gara con il 35.6% dalla lunga distanza. La situazione in cui l’esterno è più pericoloso sono sicuramente i catch and shoots, ma il resto del suo repertorio offensivo è ancora molto acerbo. Dal punto di vista fisico l’adattamento al nostro campionato e all’Eurocup è stato molto difficile, anche dal punto di vista difensivo. Delle mancanze queste che al momento stanno incidendo molto sulle sue prestazioni.

Dall’altro lato abbiamo invece Jakarr Samspon. I tifosi bolognesi avevano accolto con favore il suo arrivo, viste le sue prestazioni oltreoceano. Lorenzo Neri, uno degli scout più importanti a livello europeo e componente della nostra chat premium, ce lo ha descritto così.

Un lungo con forte impatto difensivo grazie alla combinazione di mobilità e stazza, perfetto per giocare in quintetti da corsa e offensivamente dipendente dal resto della squadra, che lui cerca di ripagare con grandissima energia e intensità in tutti i minuti che è in campo.

Un biglietto da visita niente male per il lungo americano, che in queste settimane però non ha saputo sfruttare al meglio i punti forti del suo gioco. Sampson è sicuramente un giocatore che sa muoversi bene ma che con la palla in mano sta facendo più difficoltà del previsto. Una parte importante delle sue abilità sta infatti nei post-ups, che però l’ex Pacers non sta sfruttando a dovere non riuscendo quasi mai a creare un vantaggio. Stesso discorso anche per le penetrazioni, così come in difesa l’impatto sulla squadra è decisamente minore rispetto a ciò che ci si aspettava. Anche per lui le medie sono poco generose: 16 minuti a partita, 7.3 punti e 3.5 rimbalzi.