Nella storia dell’Aquila Trento le sfide difficili sono sempre state all’ordine del giorno. Una squadra partita dal campionato di promozione e arrivata a due finali scudetto ne ha viste e superate parecchie. Per la prossima stagione i bianconeri si troveranno all’ennesima scommessa, forse la più importante della propria storia.
Il cambiamento questa volta è particolarmente significativo perché a fare le valige in direzione Reggio Emilia non è uno dei suoi giocatori ma il coach Maurizio Buscaglia, uno dei grandi artefici della cavalcata trentina ai massimi livelli in Italia ed in Europa. Un uomo che grazie alla grande sinergia con l’ottimo GM Salvatore Trainotti ha sempre saputo affrontare ogni cambiamento delle sue stelle senza mai far perdere alla sua squadra la propria identità.
Già… la propria identità. In questi anni i successi di Trento sono sempre passati non solo dalle doti di motivatore del suo coach ma anche dalla personalità e dal valore umano dei giocatori che scendevano in campo. Dustin Hogue e Beto Gomes in questo sono stati due elementi importantissimi, due giocatori che hanno sempre portato positività ed energia a tutto l’ambiente fuori e dentro al campo. Non sarà semplice trovare dei degni sostituti, anche se la dirigenza sembra già essersi mossa mettendo sotto contratto l’ex Cantù e Torino Tony Carr.
Un’altra grande novità si chiama Nicola Brienza, un giovane allenatore con tanta voglia di fare e reduce da un ottima stagione in quel di Cantù. Per lui una sfida tanto affascinante quanto complessa visto anche il probabile ridimensionamento di budget voluto dalla dirigenza.
Quali saranno le certezze per la prossima stagione quindi? Le incertezze come già detto sono molte ma i tifosi potranno godersi anche il prossimo anno due giocatori amatissimi e fondamentali come il capitano Totò Forray e uno dei migliori difensori del campionato Aaron Craft.
L’Aquila dunque riparte dal suo General manager Salvatore Trainotti che ha sempre saputo trovare dei giocatori funzionali al modo di stare in campo e di pensare della squadra, dal suo giocatore “storico” Totò Forray che dovrà trasmettere l’anima “wediehard” fatta di grinta e tenacia ai nuovi arrivati. Per Aaron Craft invece ci sarà il compito di portare leadership e mentalità vincente, la sua freddezza in attacco e in difesa nei momenti importanti inoltre può essere una base sicuramente significativa per poter far ripartire un nuovo ciclo.
Saranno sufficienti queste tre conferme per mantenere l’Aquila competitiva? Solo le prossime mosse di mercato potranno dare un’idea più chiara sul futuro della Dolomiti, in attesa che venga definito il futuro dei tre italiani Pascolo, Mian e Flaccadori.