Legabasket-Eurolega: non canta il gallo del tradimento (Werther Pedrazzi)

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Eurolega
Sito ufficiale Olimpia Milano

Abbiamo temuto, si.
Di sentire cantare il gallo del tradimento. Per la terza volta.
Maledetti i maestri che abbiamo avuto, che ci hanno insegnato a guardare sempre al peggio di quello che poteva accadere, per poterlo scongiurare in tempo, dicevano loro, con le loro migliori intenzioni. A noi la sconfitta contro il Baskonia di un meraviglioso Polonara non ci aveva lasciati tranquilli, poiché rimandava l’approdo ai playoff di Eurolega alla successiva trasferta contro la Stella Rossa. Soprattutto per un indizio poco propizio: era prima volta in tutta la campagna d’Europa che Milano replicava un passo falso. Come atteggiamento. Mai prima aveva inanellato due prestazioni consecutivamente deludenti, a prescindere dal risultato. La paura era quella dell’esaurimento di risorse e riserve. Chè la sconfitta in campionato nemmeno la volevamo considerare, innanzi tutto per meriti della Reyer e sostanzialmente poiché rappresentava per Milano un tappa al risparmio nel tragitto verso l’assalto a Belgrado.
Temevamo, si. L’inizio di una crisi sistemica? Che la cura maniacale del dettaglio non finisse per sovrastare la visione strategica.
Invece non c’è stata nemmeno la battaglia.

Tutto molto semplice. Ritrovato fiato e gambe, di conseguenza è ritornata anche la mira (14/27 da 3 punti), e con la protezione del fuoco di copertura dalla distanza anche il gioco è tornato a fluire (26-13, il doppio degli assist). Senza manco il bisogno di spremere troppo i giocatori, con distribuzione contenuta del minutaggio (23’ Punter con 23 punti).
E allora, dopo i biblici sette anni di carestia finalmente si torna a pascolare nella prateria dei playoff. Obiettivo minimo stagionale centrato. Gli amanti della memoria ci dicono anche che erano 35 anni che l’Olimpia non vinceva a Belgrado contro la Stella Rossa. Un altro basket, e forse anche un’altra Stella Rossa.
Oggi si torna a guardare avanti. Quale sarà l’erba ancora da brucare ce lo diranno le ultime due giornate della stagione regolare, contro il Panathinaikos ad Atene e l’Efes in casa. Quel che conta è che rimane attuale la possibilità del mantenimento del quarto posto, ovvero, tre gare su cinque in casa nel barrage di playoff.
Certo, la voglia verrebbe…
Di andare a prendere (per le orecchie) tutte le prefiche che ad ogni sconfitta prevedevano lutti e disastri di un’ennesima stagione fallimentare. Per non parlare di quelli che… Messina sopravvalutato.
Lasciamo perdere: per i miseri (di spirito) implora pietà.

Quanto a Ettore Messina, il suo modo di allenare può piacere o meno. Altro discorso è l’emettere giudizi da poveri pellegrini. Senza cercare di capire. In America si è computerizzato? Ha dimenticato la gestione emotiva delle partite, tanto cara alla vecchia Europa? Ammesso e non concesso. In panchina è una macchina? Si. Una macchina da guerra.
Temi che meriterebbero la discussione e l’approfondimento che non possono essere costretti in un semplice articolo.
Che ne abbiamo anche troppi di pensieri per la testa.

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