Legabasket Game of the Week: appunti sparsi dalla seconda giornata

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Legabasket
Dalla pagina Facebook Pallacanestro Reggiana

Settimana ricca di colpi di scena e vittorie fuori casa, l’ultima in Legabasket. Ben cinque partite su otto sono terminate con il successo della squadra in trasferta. Per quest’appuntamento, allora, andiamo a vedere alcune cose da un tris di queste gare.

BRANDON TAYLOR FA CORRERE REGGIO EMILIA

La Reggiana è una squadra che, da quando si è alzata la prima palla due di Supercoppa, sta stupendo in positivo. Nel torneo pre stagionale ha quasi eliminato la Virtus Bologna, pure giocando largamente incompleta e dando abbondante spazio ai propri giovani.
All’esordio in campionato ha retto per tre quarti l’urto di Milano. E sabato, nell’anticipo serale, ha piazzato la prima zampata della stagione, violando il campo della Dolomiti Energia Trento.

La UnaHotels è una squadra che gioca un basket abbastanza libero, guidata dal proprio playmaker, Brandon Taylor. Il folletto ex Bergamo ha avuto un eccellente inizio di stagione: tra Supercoppa e Campionato viaggia a 17.3 punti a incontro, col 42% da tre e 4.3 assist.

Martino mette il gioco nelle sue mani e gli chiede anche di gestire sapientemente le accelerazioni da imprimere alle gare. Reggio non è una squadra che gioca tantissimi possessi (decima per pace dopo le prime due partite, settima in Supercoppa, dati Hack-a-Stat), però grazie a Taylor può attaccare con grande efficacia nei primissimi secondi dell’azione. Grazie alla sua capacità di sapere scegliere quando farlo e di poter colpire da tre punti in quelle situazioni, la squadra emiliana ha a propria disposizione un’arma utilissima e che, fin qua, le ha permesso di trovare tanti punti.

Nelle prime due partite i reggiani hanno tirato ventotto volte nei primi sette secondi dell’azione, producendo trentanove punti. Solo le due bolognesi hanno tirato di più. Un dettaglio vitale per i biancorossi che, nei primissimi secondi del cronomero, trovano modo di mettere a referto punti che poi, nel proseguo dell’azione, faticano molto di più ad arrivare: 34,4% dal campo dall’ottavo secondo di azione in avanti per Reggio. Meglio solo di Treviso e Cremona.

Come si nota, il catalizzatore è il numero undici della UnaHotels che, una volta passata la metà campo, può davvero segnare da ogni posizione. Basta un blocco in transizione, un minimo di luce per vedere il canestro, e il tiro parte.

Una tendenza che contagia i compagni, come risulta lampante dall’ultimo spezzone del video, dove Justin Johnson segna un canestro cruciale per l’equilibrio del match a un minuto dalla fine. Perso dalla difesa, non esita a sparare una tripla in transizione, pur non essendo un tiro dal peso specifico molto alto.

FORTITUDO IN BAMBOLA CONTRO I TIRATORI DI VARESE

Dopo averlo già fatto la settimana scorsa, ci troviamo ancora a parlare di Varese, anche se in maniera indiretta. Gli uomini di Bulleri restano imbattutti in campionato sotterrando di triple, sul parquet di Casalecchio di Reno, la Fortitudo Bologna.
L’Aquila Scudata, ancora ferma a zero vittorie e priva di Banks, è apparsa davvero svagata in difesa, subendo in maniera talvolta imabarazzante l’attacco della Openjobmetis.

In particolare la letture sui pick&roll avversari e sui raddoppi al post basso di Luis Scola sono stati davvero drammatici.

Lampante come in casa Fortitudo, al momento, manchi coesione di squadra e conoscenza reciproca che permetta, talvolta, di recuperare in extremis all’errore di un singolo.

Oggi un errore di posizionamento o di rotazione scatena un effetto domino con conclusioni sistematicamente nefaste per i bolognesi. Che hanno iniziato molto peggio di quello che si aspettavano e si trovano già con le spalle al muro: perdere ancora li lascerebbe con uno zero alla voce partite vinte poco accettabile dopo 120′ di gioco.

DJORDJEVIC LA VINCE A BRESCIA CON UN AZZARDO CHE PAGA

Sorride decisamente di più la Virtus Bologna, corsara in volata a Brescia e imbattuta tra Eurocup e campionato. I bianconeri lasciano al palo una Germani che ha certamente quache problema (l’inserimento di Dusan Ristic su tutti), ma ha anche dovuto fare i conti con un calendario crudele.

La partita del PalaLeonessa si risolve in volata grazie, anche, a una scelta difensiva vincente di Sasha Djordjevic. Fino a un minuto dal termine Kenny Chery aveva fatto il diavolo a quattro, segnando a ripetizione e mettendo in gravi amabsce la difesa virtussina. In particolre nella persona di Stefan Markovic.

Già non un mastino difensivo di suo, il serbo ha faticato tantissimo a trovare dove mettersi sui pick&roll dell’avversario diretto (passare sotto ai blocchi di un giocatore in una giornata di tale grazia al tiro non sembra davvero l’idea del secolo). Subendo nettamente la sua maggior freschezza fisica, appesantito anche da una condizione atletica certo non ancora al top.

Arrivati così in parità agli ultimi 40″, Djordjevic ha scelto di andare con un quintetto difensivo preciso. Fuori Teodosic, lui pure non esattamente uno stopper, dentro Abass come guardia, in luogo di un Josh Adams tenuto in panchina, ancora una volta, per tutto il secondo tempo.

All’ex di turno il compito di francobollarsi a Chery, sfruttando le sue leve estremamente più lunghe per forzarlo a scaricare il pallone e obbligare Brescia a trovare i canestri della vittoria da qualcun altro. Quintetto poi completato dallo stesso Markovic, andato in difesa su Vitali, Weems, su Crawford, Ricci, su Sacchetti, e Hunter, su Burns.

Come si vede, un quintetto che paga dividendi, con Hunter che rifila una gran stoppata in aiuto nel primo possesso. Sugli sviluppi del quale, poi, Abass trova i liberi del sorpasso. Ma, soprattutto, nell’azione finale Abi gioca una grande difesa uno contro uno su Chery, tenendo tre palleggi e costringendolo a scaricare per Vitali, obbligato a un semi impossibile tiro impiccato di tabellone.

Una scelta doppiamente coraggiosa di Djordjevic: fino a quei 40″ finali, i quintetti con Abass da guardia avevano fruttato un -10 di parziale in circa otto minuti. Ma, mai come in questo caso, si può dire che “chi non risica, non rosica”.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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