Legabasket New Faces: DeWayne Russell (De’ Longhi Treviso)

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In questa rubrica di Backdoor Podcast andiamo a conoscere i volti nuovi del prossimo campionato di serie A, che per la prima volta calcheranno i parquet italiani. Man mano che il mercato evolve aggiungiamo i profili dei giocatori, stranieri e italiani, che esordiranno nel nostro massimo campionato nel 2020/2021. Siamo partiti con Justin Tillman e ora andiamo a scoprire un altro nuovo volto dal grande potenziale…
Dopo una positiva stagione di ritorno in serie A, la De’ Longhi Treviso ha cambiato parecchio del suo roster. Tante uscite e altrettante entrate, per costruire una squadra sulla carta intrigante ma anche con diverse scommesse.
Una di queste è sicuramente DeWayne Russell, playmaker tascabile in arrivo da Crailsheim in Bundesliga. Una scommessa il cui potenziale di vincita, però, potrebbe essere molto elevato.

Dewayne Russell

REALIZZATORE DI STRISCIA CHE SA ESALTARSI IN TRANSIZIONE

Come da buona tradizione del campionato tedesco, Russell è un playmaker dalle dimensioni fisiche davvero ridotte. Uscito nel 2017 da Grand Canyon University, dopo aver giocato il suo anno da freshman a Northern Arizona, è arrivato in Europa nella stagione 2017/2018 a Nancy, in Francia, per poi passare a Crailsheim l’anno seguente. Dopo una prima stagione giocando prevalentemente dalla panchina, nell’ultimo campionato si è preso i galloni di play titolare ed è stato uno dei migliori nella sorprendente stagione dei Merlins.

Ama avere tanto palla in mano e far sviluppare il suo gioco su situazioni di pick&roll o isolamento, spesso generato da un cambio difensivo proprio sul pick&roll (oltre il 63% delle sue conclusioni arrivano da queste situazioni, per InStat). Da qui costruisce la maggior parte delle sue soluzioni, personali o per i compagni. Veloce e rapido, cerca di sfruttare al massimo i vantaggi che la sua taglia ridotta può dargli. Rilascio veloce, bravo nell’arresto e tiro dal palleggio, specie della lunetta.

Dietro l’arco non è uno specialista, ma rientra nella casistica di realizzatori di striscia: il piazzato non è la sua arma, ma se entra in ritmo, cosa che fa soprattutto dal palleggio, può segnare a ripetizione.

Con la sua velocità è a proprio agio in un attacco che decida di pigiare sull’acceleratore per giocare quanto più possibile in transizione. Sa spingere per trovare un canestro veloce, che si tratti di usare l’arresto e tiro di cui sopra o cogliere la difesa sbilanciata per trovare un corridoio verso il canestro.

OTTIMO PASSATORE CON SCELTE DI TIRO AL LIMITE, OCCHIO ALLA TAGLIA IN DIFESA

Oltre sei assist di media in stagione, col 38% di assist percentage (dati Real GM), peraltro con uno usage non eccessivo (23,8%), parlano di un giocatore con capacità e tempi di passaggio. Che talvolta, però, vengono oscurati da selezioni di tiro non impeccabili. Anche per via della sua taglia non è un finisher di livello al ferro (sotto il 50% in restricted area in stagione) e tende a prendere tiri forzati contro la difesa che lo aspetta. 2,4 palle perse a incontro possono sembrare parecchie, ma parametrate al numero di possessi che doveva gestire assumono tutto un altro aspetto.

Difensivamente si arrangia e riesce a fare il suo: Crailsheim in difesa, comunque, ha fatto meglio di circa tre punti per cento possessi con lui in campo. Sa mettere pressione al proprio uomo, rimanendo davanti al palleggio e rendendo difficile la conclusione, toccando spesso la palla con le sue mani veloci. Più difficile assorbire il contatto: spesso, pur avendo buona posizione difensiva, l’attaccante lo sovrasta fisicamente e riesce comunque a trovare la conclusione, specialmente in entrata.

Paga, per forza di cose, dove la sua altezza lo penalizza. Ovviamente fatica ad essere ostacolo particolarmente efficace nel disturbare i tiratori, che sia su situazioni di recupero sul perimetro o di uscita dai blocchi. Se l’attaccante riesce a prendere un po’ di vantaggio poi non ha materialmente i centimetri per recuperare e disturbare la conclusione.

Fondamentale per lui è avere alle spalle una seconda linea che garantisca copertura al ferro, cosa che Max Menetti dovrà cercare di organizzare al meglio per non rischiare di pagare troppo le normali difficoltà di Dewayne Russell.

Se la De’ Longhi troverà il modo per nasconderlo difensivamente là dove necessario, in attacco poi il nativo di Peoria ha mostrato chiaramente di poter fare il suo e trascinare un attacco. Non c’è dubbio che una squadra con diversi esordienti come quella trevigiana gli chiederà un contributo corposo e costante nella metà campo offensiva. E Dewayne Russell sembra avere tutti per poter darlo anche nel nostro torneo.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata.Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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