Riprendiamo il lavoro iniziato in avvio di stagione, tornando a farvi conoscere i volti nuovi di questa Serie A. In particolare, scopriamo meglio il nuovo innesto dell’Acqua San Bernardo Cantù, che ha aggiunto in corsa il lungo Kavell Bigby-Williams al proprio roster. Proviamo a vedere su che tipo di giocatore potrà contare coach Pancotto, che attende di poterlo schierare, dopo che contro Trieste non lo ha avuto a disposizione, causa nessun allenamento con la squadra.
💣💥 Cantù si rinforza sotto canestro con Kavell Bigby-Williams: il comunicato stampa ➡️ https://t.co/ugILP9OyeY pic.twitter.com/SYjpsaSm05
— Pallacanestro Cantù (@PallCantu) December 14, 2020
Il contesto
Bigby-Williams è un profilo fisico e atletico importante, 211 centimetri per 11 chilogrammi, che può giocare entrambi i ruoli interni. Classe 1995, uscito la LSU, è finito Undrafted nel 2019 e ha fatto il giro della G-League, passando per le affiliate di Pelicans, Heat e Pacers. Particolarità della sua carta d’identità, è nato a Londra ed è inglese, cosa che fa sempre piuttosto notizia in ambito sportivo. La Pallacanestro Cantù lo ha scelto per rinforzare un reparto lunghi che aveva qualche carenza. Pancotto nel ruolo di quattro ha dovuto impiegare molto Pecchia (il più utilizzato) e ha ricevuto poco da Leunen e molto poco, per non dire quasi nulla, da Baheye. In più, il duo Thomas-Kennedy non fa dello strapotere fisico una prerogativa principale (il più alto tra i due arriva a 2,05 metri) e, sebbene il secondo sia ottimo in rim protector (7 stoppate l’altro giorno), nel complesso difensivamente non hanno fatto scalpore. Per questo motivo, la dirigenza canturina ha deciso di virare su un prospetto difensivo come Bigby-Williams, che non sposterà gli equilibri della stagione della sua nuova squadra, ma che potrà dare una grossa mano, qualora riuscisse a trovare i giusti incastri con i compagni di reparto.
Attacco
Il 25enne brittannico non è un attaccante micidiale, né uno scorer puro. Dal suo anno da junior al college, non ha mai mantenuto una media più alta di 7,9 punti a partita. Il suo bagaglio offensivo non è molto vario, se vi imbattete in un video di suoi highlights, probabilmente ci troverete soltanto schiacciate dopo una ricezione o un alley-oop, oppure altri tipi di conclusione nei pressi del ferro. Essenzialmente il suo ruolo offensivo è quello di rim runner non di prima fascia, è più efficace se innescato da rollante (19,5% dei suoi playtypes, dati InStat), tagliante (18,4% tra i playtypes) o su uno scarico vicino a canestro, in seguito ad un raddoppio. Il 57,1% dei suoi canestri dal campo in G-League quest’anno è stato assistito dai suoi compagni, a Cantù troverà in Jaime Smith uno dei migliori assistman del campionato. Come detto, il 67,4% delle sue conclusioni la scorsa stagione è arrivata da una distanza minore di circa un metro e mezzo dal canestro, una percentuale che sale all’81,1% se ci allontaniamo a più o meno due metri e mezzo dal ferro.
La sua dimensione perimetrale è pressoché inesistente in attacco, il tiro da tre punti non è un’opzione da lui esplorata (solo 12 tentativi l’anno scorso, 1 tripla segnata), mentre il tiro piazzato è una soluzione sporadica, non ancora pienamente nel suo bagaglio tecnico. La meccanica non sembrerebbe essere da buttare, ma la scorsa annata ha tirato solamente 6/18 dal mid range (7,9% dei tentativi dal campo totali). Che gli mancasse la fiducia, il tocco o semplicemente non gli veniva richiesto di costruirsi un tiro credibile, sarà da valutare a Cantù. Tuttavia, la verità più credibile potrebbe essere la seconda tra le elencate, la mano di KBW non è tra le più morbide e lo testimoniano le percentuali ai liberi: in G-League ha viaggiato sul 60% su un solo libero di media a gara, ma anche le sue medie in carriera al college si aggirano su quelle percentuali.
Eppure, queste carenze, potrebbero aver impedito all’inglese di sfondare in NBA, ma non dovrebbero essere un limite insormontabile per la sua esperienza italiana. Più che altro, lo scoglio da superare affinché la sua permanenza in Lombardia sia produttiva, sarà quello dell’adattamento al basket europeo, essendo le esperienze di Bigby-Williams circoscritte tra college e un’annata nella lega di sviluppo. Il suo atletismo e la sua esplosività, uniti ad un controllo del corpo e una mobilità discreta per un giocatore della sua struttura fisica, dovrebbero essere una carta da giocare anche offensivamente per l’Acqua San Bernardo. Il suo gioco in post è sicuramente ancora molto grezzo e non rappresenta un suo punto di forza, ma c’è materiale su cui lavorare e potrebbe rivelarsi una nuova dimensione del suo gioco in chiave europea, l’anno scorso è stato cercato in post-up nel 9,9% dei suoi tentativi di realizzazione, con una produzione di 0,5 PPP su 0,7 possessi giocati per match.
Difesa e rimbalzi
L’aspetto del gioco, che più avrà influenzato chi ha scelto di portare Kavell Bigby-Williams in quel di Cantù, è certamente quello “meno apparisciente” agli occhi degli appassionati. Il prodotto di LSU, difatti, complici le doti fisiche a cui si faceva riferimento prima, è un ottimo rimbalzista, specialmente offensivo. Tra i suoi numeri, spicca la circostanza di gioco più frequente tra i suoi playtypes, targati InStat, ovvero quella del putback, effettuato nel 26,5% (!!) dei FGA del big man britannico nel 2019/20. Non è un caso, a maggior ragione, che sia stato rankato statisticamente tra i migliori 20 rimbalisti offensivi dell’ultima G-League (#16) e tra i migliori 30 rimbalzisti in generale (#27).
Passando alla fase difensiva, si può dire senza timore che sia la metà campo in cui si valere maggiormente. L’attitudine che salta più agli occhi dello spettatore è quella della rim protection, Bigby-Williams ha mantenuto 1,8 stoppate di media la scorsa stagione e siamo ad 1,3 a gara come career average collegiale. Inoltre, è stato l’ottavo miglior stoppatore dell’ultima G-League tra i qualificati ed ha tenuto una %BLK del 65,3%, i suoi avversari diretti hanno tirato con il 40% contro di lui nella restricted area. Cantù andrà dunque ad aggiungere altre due braccia importanti in protezione del ferro, che si sommeranno a quelle di Kennedy, già per distacco miglior stoppatore finora di questa LBA (2,4 stoppate a partita). I due difficilmente potranno stare sul parquet insieme, vista la loro scarsa attitudine ad aprire il campo, ma alternandoli coach Pancotto potrà garantirsi costantemente un valido guardiano del canestro.
La caratteristica più notevole e funzionale del gioco di Bigby-Williams, è quella che riguarda gli altri aspetti della fase difensiva. Il londinese, infatti, è complessivamente un difensore sopra la media, che può contenere gli avversari sui cambi, sui pick&roll, dal palleggio, può dire la sua anche in post e può migliorare in aiuto. Ciò è possibile in virtù della sufficiente rapidità di piedi di cui parlavamo in precedenza, combinata a delle leve decisamente importanti, che gli consentono di essere molto presente in questo senso. Che sia questa la connotazione che ha indirizzato l’Acqua San Bernardo Cantù verso Kavell Bigby-Williams? Forse, ma ovviamente starà al giocatore confermare queste impressioni anche nel contesto del nostro campionato.