Continuiamo a proporvi il nostro scouting riguardante i nuovi arrivati in LBA durante questo mercato, abbiamo aperto con Justin Tillman e proseguito con DeWayne Russell e Tyler Kalinoski, adesso è il turno di Luke Maye. Un giocatore che gli appassionati di college basketball conosceranno già molto bene, in quanto ha vissuto un’esperienza molto lunga e intensa con University of North Carolina (UNC), un’università che è a dir poco una garanzia. Con i Tar Heels ha scritto pagine della storia recente della NCAA, vincendo il titolo nel 2017, in cui è stato fondamentale con un buzzer beater nelle Elite 8 di March Madness contro Kentucky.
È esploso poi nel suo anno da junior (2017-18), chiudendo la stagione in doppia doppia di media con 16,9 punti e 10,1 rimbalzi a gara ed entrando nel primo team All-ACC, vincendo anche l’ACC Most Improved Player. L’anno successivo decise di tornare ad UNC per il suo anno da senior, finendo nel secondo team All-ACC. Al Draft NBA di quest’anno è finito undrafted, dopo aver disputato la Summer League con i Bucks, che lo hanno dunque assegnato al proprio team di sviluppo. Quindi, in questa stagione ha giocato in G-League con i Wisconsin Herd e adesso ha deciso di sbarcare in Europa, firmando nel nostro paese con la Dolomiti Energia Trento.
Il contesto
Luke Maye all’Aquila andrà a raccogliere l’eredità morale di Aaron Craft, in quanto entrambi eroi collegiali ai quali è mancato qualcosa per arrivare fino alla NBA. Parliamo ovviamente di due giocatori molto diversi tatticamente, che però in termini di peso specifico in un roster europeo potrebbero equivalersi: se a Craft è mancata un’abilità di scoring consistente per sfondare, a Maye, che ha ancora 23 anni e tempo per far ricredere gli osservatori americani, è mancato l’atletismo, suo tallone d’Achille, sottolineato in tutti gli scouting report. In compenso, il classe ’97 è un elemento molto tecnico e intelligente, che non pretende un numero elevato di palloni tra le mani, anzi, a Trento dovranno essere bravi nel coinvolgerlo, visto che negli States era diventata popolare l’opinione che fosse un “pass-first player”, ovvero un giocatore rinunciatario. Ad ogni modo, Salvatore Trainotti ha ancora una volta dimostrato le sue abilità da GM, allestendo un roster con delle scommesse che promettono molto bene, nonostante una riduzione di budget annunciata. Infatti, dopo gli arrivi di Vic Sanders, Jeremy Morgan e Gary Browne, anche quella di Luke Maye sembra una presa intelligente. Una combo forward con dimensione perimetrale, che nello small ball di North Carolina ha fatto pure il 5, starà a coach Brienza il compito di sfruttarlo al meglio.
Attacco
Maye è prevalentemente un lungo tiratore. Quest’anno, a Wisconsin, il 50,9% delle sue conclusioni sono arrivate da dietro l’arco, 4,4 a partita, mandate a bersaglio con il 35,1%, ma nella sua esperienza a UNC ha viaggiato spesso sopra il 40% (high del 43,1%, nel 2017-18). Preferisce ricevere sugli scarichi e tirare in spot-up, difatti il 100% dei suoi canestri da tre punti sono stati assisti dai suoi compagni in G-League. Una meccanica praticamente automatica e una ricezione immediata, rendono il tiro pesante la sua arma più pericolosa, d’altronde la mano è di quelle buone e a testimoniarlo c’è il suo 92,1% ai liberi con gli Herd, seppur su solo 38 tentativi. Le altre soluzioni offensive arrivano in layup, in seguito ad un taglio o dal palleggio, sfruttando un mismatch, grazie alle sue discrete doti di ball-handling. Il tiro dal mid-range nell’ultima annata è stato sostanzialmente assente, soltanto l’1,7%. Anche il suo gioco in post è meno frequente rispetto ai tempi collegiali, tuttavia resta una soluzione che può sfruttare. Caratteristica è la sua pump fake, molto efficace, che è diventata uno dei suoi marchi di fabbrica.
Se alla dote di tagliante sommiamo quella di bloccante, ecco che viene fuori l’abilità del nativo di Huntersville nel giocare le situazioni di pick&roll. Maye è un buon bloccante lontano dalla palla, ma è efficiente anche nei blocchi sulla palla. Può rollare verso canestro, fare uno short-roll, oppure sfruttare tutta la sua pericolosità dall’arco, aprendosi per giocare pick&pop.
Visione di gioco e rimbalzi
Nonostante i numeri del 2019/20 e di tutta la sua carriera raccontino di cifre basse per quanto riguarda gli assist di Maye, il ragazzo è dotato di una particolare visione di gioco che va oltre le statistiche. Ciò a dimostrazione del fatto che sia un giocatore dotato di letture, che gli permettono di servire i propri compagni dal post o in contropiede. Non ha mai superato i 2,4 assist a gara in carriera (quest’anno 1,8 per game), però le scelte che fa nei passaggi che vedrete di seguito sono notevoli per uno della sua stazza.
Un aspetto estremamente importante del gioco di Maye è quello incentrato sui rimbalzi. Luke è un ottimo rimbalzista, ha chiuso due stagioni in NCAA in doppia doppia di media e in G-League ne ha catturati 7,5 ad allacciata di scarpe. Non solo in difesa, è abilissimo a strappare extra-possessi andando a rimbalzo offensivo, sfruttando il suo interessante senso della posizione, anche al cospetto di rimbalzisti decisamente più esplosivi di lui. Può anche trovare punti facili da seconda opportunità, per esempio con dei tap-in in putback, che rappresentano l’11% delle sue realizzazioni nella restricted area.
Difesa
La difesa di Luke Maye è una fase a due facce: quella su cui bisogna puntare, fatta di anticipi, intelligenza e loose balls recovered, e quella su cui bisogna lavorare, a causa di limiti naturali e distrazioni personali. La faccia positiva è ancora scaturita dalle letture e della intuizioni, anticipi, palle recuperate e palloni vaganti conquistati con scaltrezza. Anche qualche stoppata, frutto di una giusta scelta di tempo nel salto.
L’altro volto della medaglia, vede ritornare quella passività che lo ha messo in cattiva luce agli occhi degli scout NBA. Lo statunitense tende a distrarsi in qualche rotazione, risultando talvolta pigro sui close out o lento nel ruotare. A questo si aggiunge la difficoltà nel contenere giocatori più rapidi ed esplosivi, che gli impedisce in alcuni casi di rimanere sui cambi.
Le conclusioni
In ogni caso, Luke Maye è senza dubbio uno dei più interessanti da osservare nel prossimo campionato di Legabasket. Un prospetto che ha molto da dimostrare, che potrebbe sbocciare subendo il gap atletico minore del nostro campionato. Se dovesse trovare la propria dimensione in Europa, non ci sarebbe da stupirsi nel vederlo nel breve periodo su palcoscenici più importanti. L’impressione è che non dovrebbe avere problemi ad adattarsi al sistema trentino, che potrebbe acquisire un esterno aggiunto nel reparto interni.