Legabasket: le pagelle della prima parte di stagione

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Alessia Doniselli

Con la pausa della coppa Italia che ha visto trionfare la Vanoli Cremona in una finale molto avvincente con Brindisi, si sono fatti i primi resoconti della stagione e noi abbiamo dato il voto a tutte le squadre per capire i promossi e i bocciati.

I BOCCIATI

GRISSIN BON REGGIO EMILIA 4.5
Quando le stagioni nascono storte c’è poco da fare, se non tenere duro e cercare di salvarsi. Letteralmente. La Grissin Bon è in piena lotta per non retrocedere e il tonfo interno con Cantù non ha certo aiutato la situazione. Tre degli USA d’inizio anno (Ledo-Butterfield-Griffin) non ci sono più. E anche uno dei loro sostituti (KC Rivers) ha già salutato la compagnia. Ora arrivano Michael Dixon e Patrick Richard, ma intanto la classifica segna l’ultimo posto in coabitazione con Pistoia (con cui si è perso in casa), frutto di una striscia aperta di cinque sconfitte in fila. Al momento è forse la squadra più in difficoltà del torneo.

FIAT TORINO 4.5
L’anno è partito con le aspettative di una stagione da playoff, salvo poi rapidamente naufragare verso le ultime posizioni della classifica. Dopo lunghi tira e molla, la situazione è tutt’ora in stallo, con i continui dubbi sull’acquisto della società da parte del gruppo Leonis e un lodo con Lamar Patterson ancora da risolvere che non permette di tornare sul mercato. Nel frattempo, sul campo, inizia a vedersi la mano di Galbiati, che dopo aver preso in mano il timone dalle mani di Larry Brown ha migliorato il gioco permettendo di arrivare a qualche risultato positivo, forse sufficiente ad arrivare alla salvezza, ma non a risollevare una stagione decisamente negativa.

GERMANI BRESCIA 5
Inutile girarci intorno, dalla Leonessa ci si aspettava di più, gli obiettivi dichiarati a inizio stagione non sono stati raggiunti (passare il turno in Eurocup, partecipare alle F8) e per quanto riguarda i playoff la strada sembra essere sempre più in salita. La Germani ha alternato alcune buone prestazioni in Italia ed in Europa a disastrose imbarcate. Si stanno evidenziando i limiti di questa squadra alla quale manca un centro verticale che sappia rendersi pericoloso nel PNR con Vitali, manca un tiratore affidabile e ha in Hamilton un giocatore tanto talentuoso quanto problematico nel rapporto con gli arbitri. Le note più positive si hanno dalla second unit con i vari Laquintana, Sacchetti, Moss e Zerini che portano sempre energia anche se nessuno di loro è in grado di svoltare le partite. Può farlo Cunningham, forse il giocatore più forte visto a Brescia negli ultimi anni, guardia dalle straordinarie doti atletiche che si trova più a suo agio in transizione e in campo aperto che nel tiro della lunga distanza, ed anche questo sembra essere un errore in fase di costruzione del roster.

ORIORA PISTOIA 5
Onestamente difficile aspettarsi una stagione diversa per Pistoia che ha dovuto fare a meno anche dell’unico giocatore dal notevole talento come Dominique Johnson. Il colpo gobbo con Milano potrebbe dare morale, ma tra tutte le contendenti a rimanere in A, sicuramente la squadra di Ramagli è quella meno dotata di talento, ma si sa che in questi casi difficili conta di più la coesione. Difficile che l’acquisto di Crosariol possa spostare particolarmente e per salvarsi servirà lotta e andare oltre i propri limiti.

CONSULTINVEST PESARO 5.5
Non è facile fare una valutazione su Pesaro: hanno i migliori realizzatori del campionato, Blackmon e McCree ma anche una rosa corta e non altrettanto valida. Negli ultimi anni il loro obiettivo è stato la salvezza, spesso raggiunta nelle ultimissime giornate ed anche quest’anno questa situazione sembra ripetersi, con l’unica differenza che a lottare per non retrocedere stavolta sono almeno in quattro e non solo in due. Le fortune di Pesaro passano appunto dalla classe dei suoi due giocatori più forti (entrambi in prestito da Milano) con Mockevicius e Artis che contribuiscono alla causa portando rimbalzi e assist, ma dietro di loro sembra esserci il vuoto o quasi. Basterà per salvarsi? Per ora si, diamo la quasi sufficienza proprio perchè al momento c’è chi sta peggio.