Parte forte l’Allianz chiudendo l’area con la zona, come avevamo previsto e vola sul +6 nei primi cinque minuti. Willis suona la carica e Bostic si mette in ritmo coi suoi isolamenti per un parziale di 14-5, portando i brindisini sul +5. Entrano in partita anche i tanto attesi Harrison e Fernandez e il primo quarto si chiude sul 21-18.
Perkins inizia il secondo quarto pasteggiando nel pitturato contro Upson. Trieste chiude l’area con la zona e allora Brindisi martella da tre in sequenza con Udom, Bell ed Harrison, volando sul +14. Trieste si accontenta del primo tiro disponibile, attaccando senza movimento ne’ circolazione: il tiro da tre non entra (22%) e dopo un momento di confusione da entrambe le parti, coach Dalmasson è costretto a chiamare timeout. Al rientro Trieste ricomincia ad eseguire, ma la fisicità di Brindisi fa la differenza in difesa. Rimbalzi (26 a 15), recuperi e contropiedi portano i pugliesi al riposo sul 43-28. All’intervallo Trieste è 2 su 9 da tre e ha 9 palle perse. Brindisi invece ha 8 assist e 11 rimbalzi d’attacco (contro 12 rimbalzi difensivi dell’Allianz).
Prova a reagire l’Allianz dopo l’intervallo con due recuperi, ma Alviti è in netta difficoltà e fa zero punti sull’antisportivo di Willis. Lottano Henry e Upson, ma Harrison e Zanelli portano Brindisi al massimo vantaggio: +16. Doppio tecnico e animi accesi a fine terzo quarto, che si chiude sul 57-45. L’ultimo quarto inizia con un altro antisportivo non pienamente sfruttato da Trieste. Le difese si distraggono per qualche minuto e diversi canestri da tre da una parte e dall’altra, portano Trieste a meno 12, poi Harrison la indirizza e gli ultimi minuti sono garbage time. L’Happy Casa domina chiudendo con 109 (a 51) di valutazione e 20 rimbalzi offensivi.
Senza storia gara 1, che finisce 85-64.
Happy Casa Brindisi:
Josh Bostic 7.5: ricordate il fratello scarso che giocava a Reggio? Questo Bostic ne ha cancellato la memoria. Chiude con 14 punti e 3/3 nelle triple.
Alessandro Zanelli 6.5: mette energia, due canestri di buona fattura, due liberi, tre rimbalzi.
D’Angelo Harrison 7.5: è tornato. 16 punti, 19 di plus/minus, ma sopratutto controllo mentale della partita. E’ un rebus per Trieste.
Riccardo Visconti sv: solo 3 minuti alla fine.
Raphael Gaspardo 5.5: l’unico dei suoi a fare davvero fatica, entra male all’inizio. Si riscatta parzialmente nel secondo tempo.
Darius Thompson 7: partita in controllo senza strafare: 9 punti, 4 rimbalzi, 6 assist.
Riccardo Cattapan: n.e.
Alessandro Guido: n.e.
Mattia Udom 6+: uno su cinque al tiro, ma 7 rimbalzi e la solita energia della classe operaia.
James Bell 6+: non al centro del villaggio, ma due triple importantissime.
Nick Perkins 7: l’attacco si appoggia spesso su di lui, con alterne fortune. Doppia doppia che sa di dominio nel pitturato
Derek Willis 7.5: è l’ago della bilancia nel primo tempo, quando la partita è ancora in bilico. 13 punti e 9 rimbalzi, ma le sue statistiche non contano, è semplicemente dappertutto.
Allianz Pallacanestro Trieste
Matteo Da Ros 5: poca sostanza, solo un canestro, grande difficoltà.
Milton Doyle 6: fa il suo, va in doppia cifra col 50% al tiro, ma contro questa Brindisi non può bastare.
Davide Alviti 5: brutta prova della rivelazione di Trieste in regular season. Male al tiro, sbagli i due liberi dell’antisportivo guadagnato: emozione playoff?
Marcos Delia 5: sempre elegante ed efficace in attacco, fatica dietro, dove concede troppi rimbalzi.
Myke Henry 5.5: si sveglia tardi: lotta nel secondo tempo ma non basta.
Andrea Coronica n.e.
Andrejs Grazulis 4.5: brutta prova, due airball, non entra mai in partita, fatica contro i lunghi avversari.
DeVonte Upson 6: con la sua fisicità cerca di riaprire la gara tra il terzo e il quarto quarto. 11 punti, ma i compagni non lo seguono.
Juan Manuel Fernandez 5: prova a mettersi in ritmo con una bella tripla, ma è in ritardo evidente di condizione.
Andrea Arnaldo n.e.
Tommaso Laquintana 4.5: confusione, tre perse, -27 di plus/minus: disastro.
Daniele Cavaliero 5.5: ci mette la sua esperienza, ma la differenza di atletismo rispetto agli esterni avversari si fa sentire.