Legabasket: Playoff all’idrogeno, sognando Colonia (Werther Pedrazzi)

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Legabasket

                                                      “C’è una porta
                                              che separa il bene dal male:
                                                  io aprirò quella porta”.
                                                      (Jim Morrison)

E’ quello che sta facendo il basket…
La stagione peggiore a memoria d’uomo, guerre escluse, per quanto non sia invece da escludere che anche quella contro il maledetto virus non sia a tutti gli effetti una sporca guerra, dopo i giorni flagellati dalla pandemia, il basket pare intenzionato a partorire playoff eccellenti…
Passando da quello di Jim Morrison al genio di Fabrizio De Andrè, potremmo parafrasare che “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”...
Non limitandoci soltanto alla rinnovata passione e alla tensione di queste sfide terminali, il basket sembra aver ritrovato la ragione. Una vaga coerenza, che ritroviamo nel tormentone del numero “3”, con le prime 3 squadre della stagione (ir)regolare (Milano, Brindisi, Virtus Bologna) che hanno eliminato con un secco 3-0 le magnifiche 3 rappresentanti del Tri-Veneto. Secco? In vero piuttosto bagnato di sudore…
E’ proprio di loro, le squadre sconfitte, che vogliamo parlare. E’ da loro che discende il ritrovato gusto della sfida e della competizione. Quanto orgoglio, quanto onore per Trento-Trieste-Treviso!!!
Cominciando dalla Energia Trentino, che dovrebbe essere il modello societario, almeno di tutte quelle società che non hanno alle spalle un mecenate come Giorgio Armani, o un imprenditore come Massimo Zanetti… vale a dire tutte le altre società italiane di basket… Una società, quella trentina, guidata con prudenza, tenacia e visione… Mica per niente simbolo della città di Trento è il Castello del Buon Consiglio… Da quando Trento è arrivata in serie A, ovvero sette anni fa, ha sempre partecipato ai playoff, sei volte consecutive, considerando che la stagione scorsa non si sono disputati, e per due volte ha giocato la finale scudetto (contro Milano e Venezia) arrivando anche a un solo tiro dal delirio: purtroppo era il tiro di un avversario (vero Michael Bramos?). Eliminando in una gara3 una Trento semplicemente commovente per dedizione e resistenza trentina, Milano si ritrova, adesso, anche a sperare nella tradizione, poiché nelle precedenti sei edizioni lo scudetto è stato sempre vinto dalla squadra che aveva eliminato Trento nei playoff.
Tra i trentini particolare attenzione merita JaCorey Williams, ala pura (203 cm) dell’Alabama. Con la raccomandazione alle squadre italiane più ambiziose di non fare come Milano con Shavon Shields, aspettando a prenderlo dopo che un anno all’estero ne aveva di parecchio incrementato il valore economico. Naturalmente augurando a Trento di riuscire a trattenerlo, ben sapendo che sarà difficile, assai.

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