L’Umana Reyer Venezia bagna con un successo il debutto in panchina di coach Neven Spahija, mettendo finalmente fine alla striscia di quattro sconfitte consecutive in campionato, e cogliendo il primo successo dall’8 gennaio. Una partita senza storia, decisa già nel primo quarto – 28 a 7 il parziale – con Venezia che è riuscita a gestire con tranquillità i pochi momenti di difficoltà. 93 a 77 il finale.
Umana Reyer Venezia
Tessitori 5.5: i suoi minuti in campo coincidono con il momento di maggiore difficoltà dei padroni di casa. Lui prova a non sfigurare, ma è meno gladiatoresco del solito.
Spissu 6.5: La torta: la solita di regia di qualità, al servizio della squadra. La ciliegina: per due volte, con la specialità della casa, ricaccia indietro Pesaro nel suo momento migliore. Chiude a un assist dalla doppia-doppia: 11 e 9.
Parks 8: se Granger è il protagonista della prima parte di gara, lui si prende senza ombra di dubbio la palma di MVP della partita: 23 punti – con 9 su 13 dal campo e uno spettro di soluzioni offensive pressoché illimitato – e 9 rimbalzi.
Bramos 6: l’autonomia è limitata, e per una volta, anche il tiro dall’arco fatica ad entrare. Gioca 12 minuti di pura leadership, chiudendo con soli 3 punti, e il punto esclamativo della stoppata a due mani su Carlos Delfino.
Moraschini 5.5: fatica a entrare in ritmo, e quando lo fa è impreciso al tiro.
De Nicolao 6: ad inizio partita ha il difficile compito di mantenere il ritmo indiavolato con cui Venezia esce dai blocchi: non ci riesce, anche a causa delle percentuali che cominciano inevitabilmente a scendere. Cresce nella ripresa, anche se fallisce tutte e tre le conclusioni dall’arco.
Granger 7.5: protagonista assoluto dell’ottimo avvio di Venezia, va in doppia cifra con tre minuti sul cronometro del primo quarto, tirando con percentuali astronomiche. Cala alla distanza, lasciando il palcoscenico a Parks, e firmando 20 punti.
Chillo n.e.
Willis 7.5: brilla al pari di Parks e Granger, ma a differenza dei due connazionali, è impassibile nelle espressioni facciali, che sia a seguito di una tripla messa a segno – saranno quattro su cinque tentativi a fine partita – o di un pallone sgonfiato a rimbalzo – 9, di cui 3 offensivi.
Barbero n.e.
Gattel n.e.
Watt 5: falloso, non solo in termini di personali, ma anche nel trattamento della palla: perde 6 palloni, che pesano poco nell’economia della partita, ma molto sul suo giudizio finale. Anche 8 punti e 6 rimbalzi.
Carpegna Prosciutto Pesaro
Kravic 5: pronti, via, e con il resto del quintetto si fa travolgere dall’inizio di partita di Venezia. Non si riprende più, e chiude con 6 punti e 2 soli rimbalzi.
Abdur-Rahkman 6.5: impatta sulla partita con un periodo di ritardo, ma che impatto: nel solo secondo quarto ne mette 16, tirando con il 100% dal campo e guadagnandosi sette viaggi in lunetta. Se Pesaro resta a lungo aggrappata alla partita, il merito è prevalentemente suo. Cala vistosamente nella ripresa, quando la spia della benzina comincia a lampeggiare.
Visconti 5: prodotto del settore giovanile della Reyer, manca il clamoroso trillione sa 8 minuti a causa di 1 assist e 2 falli commessi.
Tambone 6: tanti minuti al fianco di Abdur-Rahkman, sgravando il compagno dai compiti di regia, e lasciando sul campo ogni goccia di sudore: alla fine sono 12, con 3 rimbalzi, 2 assist, e 2 recuperi.
Stazzonelli n.e.
Gudmundsson 5.5: prende un violento colpo al volto in avvio di partita che gli fa perdere due denti, e lo costringe ad uscire. Lo si rivede poco, con bassissime percentuali.
Charalampopoulos 5: ex tutt’altro che celebrato. Prova a farsi rimpiangere, ma la maggior parte del suo apporto offensivo arriva quando i buoi sono ampiamente scappati dal recinto. Realizza 11 punti in 25 minuti.
Totè 5.5: al pari del compagno di squadra Tambone, è l’ultimo ad arrendersi. Sgomita nei due pitturati, rifilando colpi proibiti a destra e a sinistra, che lo portano a fare i conti con problemi di falli – 4 alla fine, ben compensati da 8 punti. Non è un caso se il suo plus-minus è il più positivo della Vuelle.
Cheatham 5: soffre il maggiore tonnellaggio dei lunghi orogranata, chiudendo con 14 punti e 6 rimbalzi, ma anche 4 perse.
Delfino 5: copia sbiadita del giocatore brillante che è stato: gioca 20 minuti – troppi – pagando dazio su entrambe le metà campo.