Il tema fondamentale di questi playoff per l’Olimpia è il turnover. Con la conformazione attuale della squadra qualche straniero deve rimanere fuori e, giocoforza, qualche nome importante è destinato a guardare dalla tribuna. Però dei ragionamenti possono essere fatti per valutare pro e contro di ogni situazione. L’Olimpia ha iniziato questi playoff con la Vuelle Pesaro facendo sedere Kevin Pangos e Brandon Davies e, al netto dei quattro milioni malcontati di stipendi che guardano, c’è da chiedersi se la scelta sia davvero quella giusta, posto che alla fine tutto si ridurrà ai risultati: se l’Olimpia vincerà il campionato sarà tutto giusto, altrimenti sarà sbagliato.
Però ragioniamo su Davies e prendiamo in presisto una frase che Kyle Hines ci ha detto nella nostra intervista esclusiva fatta su Backdoor One to one:
BDP: i tre giocatori più difficili da marcare nelle ultime EuroLeague?
Mike James, Chacho Rodriguez e Brandon Davies: ho avuto la fortuna e la sfortuna di doverci avere a che fare ogni giorno per diversi anni…
Partiamo con il dire che è un endorsement non da poco, ma non serviva pur un campione come Hines per dirci il valore di Brandon Davies. Ora veniamo al ragionamento. Messina ha detto che con Voigtmann il campo è più aperto e le spaziature ne giovano, questo anche per il finale di stagione di qualità del tedesco, ma la domanda che mi faccio da un paio di settimane è: cosa è davvero insostituibile in questo roster? Quale caratteristica è unica nel che non posso trovare in altri giocatori e che mi dà un vantaggio competitivo?
L’imputato argomenti:
Voigtmann: apre il campo, tira da tre punti con ottimi risultati, può difendere il ferro con l’ingombro. Fondamentalmente quello che può fare Pippo Ricci, magari a un livello inferiore, a un altezza minore, ma con quella tipologia di caratteristiche.
Davies: presenza in post basso, giocatore notevole di pick and roll e pick and pop, sfrutta i mismatch. Non vedo nessun backup di Davies che possa fare questo nel roster. Biligha è completamente un altro giocatore, Hines è Hines e per questo non lo scomodiamo nemmeno.
Riasoltare le parole di Hines mi fanno dire che la quantità di, passatemi il termine, dominio che Davies può mettere in campo è decisamente più grande di quella di Voigtmann, che ha un giocatore che “può fare quelle cose lì” al suo posto. Ma il discorso è valido anche per Hall e Tonut. In questo caso non discutiamo solo il valore assoluto dei giocatori, ma come si incastrino nel roster e quali siano quelli che possano dare di più senza che il roster ne risenta. E allora quanti vantaggi in più dà in diverse zone del campo avere Brandon Davies rispetto a Johannes Voigtmann? Quanto serve più Pangos di Hall in questa strutturazione della squadra? Hines parla di un top player nell’intero continente e vederlo in tribuna lo ritengo uno spreco di talento, oltre a ritenerlo (ma questa è un’opinione personale e in quanto tale del tutto opinabile) una scelta concettualmente discutibile. Questo ragionamento serve farlo a mente fredda, non condizionato dai risultati di un +20 o un -15. E se anche Sir Kyle dice che Brandon è uno dei migliori che abbia mai incontrato, sarà davvero la scelta giusta lasciarlo in tribuna nei playoff?