NBA: Orlando Magic, di nome e di fatto!

195
Orlando Magic

Questo inizio di stagione NBA di certo non ha deluso le aspettative, fra volti vecchi che si sono confermati e volti nuovi che hanno piacevolmente stupito tutti gli appassionati. Abbiamo già parlato dei Minnesota Timberwolves e degli Oklahoma City Thunder, le due capo-classifica a Ovest, ora invece bisogna parlare di un’altra sorpresa che ormai non sorprende più: gli Orlando Magic di Paolo Banchero.

Secondi ad Est dietro ai Boston Celtics con un record di 12 vittorie e 5 sconfitte e soprattutto una striscia di 7 vittorie consecutive, i Magic non stupiscono, anzi sono quasi una certezza. Con la vittoria arrivata proprio sui Celtics la squadra della Florida ha dimostrato di poter competere con tutte le possibili avversarie, quanto meno nella partita singola, e di essere quindi una papabilissima candidata per uno dei posti ai play-off a Est.

La crescita

L’interesse nei confronti dei Magic viene da lontano. Hanno uno dei roster più promettenti della lega e l’anno scorso sono stati la squadra che più si è migliorata rispetto all’anno precedente in termini di vittorie, passando da un record di 22 vittorie e 60 sconfitte nel 2022 a uno di 34 e 48 nel 2023. Attribuire questo miglioramento al solo inserimento nel roster di Paolo Banchero sarebbe probabilmente riduttivo, ma bisogna ammettere che l’arrivo del giocatore con cittadinanza italiana è stato un innesto di livello assoluto: Banchero ha vinto a mani basse il premio di Rookie dell’anno, concludendo la sua prima stagione in NBA con una media di 20 punti e 7 rimbalzi a partita.

Tuttavia, Banchero non è di certo l’unica risorsa di questa giovane squadra, che trova in Franz Wagner il proprio secondo violino, prima di affidarsi ai vari Cole Anthony, Jalen Suggs, Moe Wagner e Markelle Fultz. Una lista di nomi fra cui il più vecchio risulta Moritz Wagner coi suoi 26 anni, non proprio un veterano a fine carriera. I Magic sono infatti la quarta squadra più giovane dell’NBA (https://nbaage.com/) con un’età media di 24.5 anni. Lo scenario ideale per due talenti cristallini come quelli di Banchero e Wagner (Franz), che possono così crescere senza sentire esageratamente il peso delle responsabilità, anche grazie all’aiuto di un gruppo molto coeso come ha evidenziato coach Mosley in un’ intervista per Andscape:

Si tratta di uno dei migliori roster che abbia mai allenato, semplicemente perché ognuno si prende cura del benessere degli altri. Penso che questo fattore conti molto più di ogni altra cosa per me. Per certi versi si è trattato di dover aggiustare qualcosa in campo, ma molto è dipeso dalla connessione ed unione che i ragazzi hanno trovato dentro, ma soprattutto fuori dal campo

La squadra di Banchero (e Wagner)

Se si parla di Orlando, e in questo momento è obbligatorio farlo, si parla per forza di cose anche (se non soprattutto) del “nostro” Paolo Banchero. Nonostante la quantità di talento in questa squadra sia alta, il ruolo di superstar di Paolo non è mai stato in discussione. L’italo-americano è in un ottimo momento di forma che gli è valso il premo di miglior giocatore a Est della settimana scorsa, in cui ha avuto una media di 23.5 punti, 5.5 rimbalzi, 5 assist e 1 stoppata in 4 gare, tirando con il 54.4% dal campo e il 52.6% da tre punti.

Cifre di poco superiori a quelle che sono le sue statistiche in questo inizio di stagione, in cui sta il vero salto di qualità rispetto all’anno precedente: Banchero sta tirando col 48.8% dal campo, mentre l’anno scorso la sua percentuale non arrivava al 43. I frutti del lavoro estivo, però, si sono visti ancor di più sul tiro da tre: dal 29.8% della scorsa stagione si è passati al 43.6% di quest’anno. Banchero ha aumentato anche il numero di assist realizzati a partita, tanto che ora guida gli Orlando Magic sia in punti a partita, sia in assist. Dietro di lui c’è proprio Franz Wagner, campione del mondo con la sua Germania nella scorsa estate.

Il tedesco è alla terza stagione in NBA e già l’anno passato aveva fatto vedere un netto miglioramento del proprio rendimento rispetto alla sua prima stagione, nella quale era stato inserito nel All-Rookie First Team. Ci si aspettava che quest’ultimo potesse aver bisogno di un po’ di tempo per ingranare dopo le fatiche del mondiale vinto, tuttavia l’inizio di stagione è stato tutt’altro che a rilento. Seppur abbia diminuito leggermente le percentuali rispetto all’anno precedente, Wagner ha aumentato il numero di punti e rimbalzi a partita rispetto all’anno precedente.

Lo staff e la difesa

Uno dei fattori di rilievo per l’ambiente di Orlando è la continuità dello staff e del progetto. Nonostante il record fortemente negativo del primo anno la dirigenza ha confermato Jamahl Mosley, in NBA dal 2006 in qualità di assistente allenatore e addetto allo sviluppo dei giocatori, che si è mosso fra Denver (con Carmelo Anthony e Allen Iverson), Cavaliers e Mavericks prima di trovare un ruolo da primo allenatore appunto a Orlando nel 2021. Mosley è stato per anni specialista difensivo ed è riuscito a trasmettere alla squadra questa identità solida nella propria metà campo: i Magic sono infatti terzi per defensive rating in tutta la NBA.

Nella partita di IST vinta la settimana scorsa ai danni Toronto, la squadra di Mosley ha collezionato ben 12 palle rubate e ha costretto i canadesi a commettere 23 turnover. Lo stesso Mosley ha affermato che la difesa è la chiave dei successi dei Magic anche perché permette di coinvolgere i propri fan, caricando così ancora di più i suoi giocatori. Proprio nella già citata vittoria contro i Celtics ne abbiamo avuto un esempio, quando nel terzo quarto i Magic sono riusciti a mettere in campo un parziale di 17-0, recuperando uno svantaggio di 12 punti e andando avanti di 5 lunghezze, scatenando l’entusiasmo del pubblico e rimanendo poi in vantaggio praticamente per tutta la partita.

La chiave del successo

Sia Banchero che Cole Anthony si sono espressi sull’importanza che sta avendo la difesa per loro, con il secondo che ha elogiato in particolare Jonathan Isaac e Jalen Suggs:

Sono due ragazzi che hanno il potenziale per fare squadre all-difensive. Quando sono in panchina e vedo Jalen impegnarsi in difesa, mi viene voglia di andare a difendere, perché quell’energia è contagiosa. Coach Mosley ci ha fatto capire che potevamo essere la miglior squadra difensiva del campionato e penso che finora lo abbiamo dimostrato.

Queste caratteristiche sono valse a Orlando delle parole di elogio da parte di Steve Clifford, attuale capo allenatore degli Charlotte Hornets, sconfitti proprio dai Magic nella notte tra domenica e lunedì. Clifford ha paragonato questi Magic ai New Jersey Nets che hanno raggiunto le Finals nel 2002 e 2003. Casualità vuole che in quell’anno l’allenatore dei Nets fosse Byron Scott, il quale nel 2012 si trovò a lavorare ai Cavs proprio con Jamahl Mosley, ben prima che questo diventasse allenatore dei Magic.

La striscia di vittorie

I Magic hanno trovato la vittoria sui Celtics subito dopo aver battuto i Denver Nuggets, privi di Murray ma pur sempre forti della presenza di Jokic, di Gordon, di Porter Junior e degli altri protagonisti del titolo dello scorso anno. Contro di loro i Magic sono riusciti a mandare ben tre giocatori oltre i 20 punti: Banchero (23), Anthony (20) e Mo Wagner (27). Allo stesso modo i Magic hanno sconfitto anche i Bucks di Antetokounmpo e Lillard, mandando di nuovo tre giocatori oltre i 20 punti a tabellino (Suggs, Wagner F. e Banchero).

Orlando ha già sconfitto squadre come i Lakers di LeBron e Davis ed è riuscita anche a contenere l’attacco stellare dei Pacers di Haliburton. In questo modo i Magic hanno acquistato una sorta di “arrogante” consapevolezza di poter battere tutte le squadre che si troveranno davanti quest’anno, forse grazie proprio a quella sfrontatezza tipica dei giovani che gli permette di giocare senza pressioni e senza la fretta di dover vincere tutto e subito. Il vero alleato dei Magic è il tempo. Nonostante questa giovane età, però, la squadra di Coach Mosley sta dimostrando grande maturità: fino ad ora gli Orlando Magic hanno mantenuto un record di 6 vittorie e 1 sconfitta contro le squadre con una percentuale di vittorie sotto il 50%, proprio come fanno le grandi squadre.

I 30 punti di Franz Wagner nella settima vittoria consecutiva dei Magic ai danni degli Hornets

Il futuro prossimo

É tanto bello quanto improbabile pensare che, a playoff inoltrati, gli Orlando Magic di Paolo Banchero possano dare filo da torcere a corazzate come i Celtics o anche i Bucks (mai dire mai… la serie fra Bucks e Heat dello scorso anno ce lo ricorda) in una serie alle sette gare, però per il momento bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare.

Bisogna riconoscere che gli Orlando Magic hanno un serbatoio di giocatori con talento e personalità non indifferenti e sono guidati da un coach che fino ad ora ha saputo dare un’identità ben precisa ad un gruppo che forse non sarà competitivo per i piani altissimi, però avrà sicuramente voce in capitolo quando si tratterà di strappare un posto ai play-off per provare a far valere le proprie capacità, che di certo non sono poche. Se dovessero conquistare un posto ai play-off chissà cosa potrebbe accadere. E poi lo sappiamo, la speranza è sempre l’ultima a morire.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui