Mauro Ferrari, come saper perdere

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Mauro Ferrari

Ancora logicamente scottati dalla sconfitta patita nei quarti di finale da parte della poi vincitrice della Frecciarossa Coppa Italia 2024, l’Amministratore Delegato della Germani Brescia Mauro Ferrari ha dedicato diverse righe a come la dirigenza della Leonessa sta digerendo una delusione sportiva.

Ci permettiamo di offrire anche qui la trascrizione integrale delle parole di Mauro Ferrari, così com’è stata diramata dal Corriere di Brescia e dal sito di LBA, per valutarne l’intero contenuto e non estrapolarne stralci decontestualizzati.

Buongiorno,

mi permetto di scriverVi ed esprimere il mio pensiero in merito alla delusione sportiva che tutti noi insieme abbiamo patito e stiamo provando dopo la sconfitta a Torino, rinnovando i miei complimenti alla società Napoli Basket e alla famiglia Grassi. Ho sentito, ascoltato e letto varie correnti, vari pensieri, esperti, commentatori, tecnici, oltre titoli di testate giornalistiche più o meno condivisibili. Volevo porVi una riflessione di cosa abbiamo ottenuto in questi ultimi 26 mesi di attività sempre con il vostro sostegno, mancando ancora 3-4 mesi alla fine di questa buona stagione:

– Primi 10 mesi, il nostro Club è stato premiato per il Miglior Allenatore, il Miglior Dirigente, il Miglior Giocatore e il Miglior Rookie del nostro campionato

– Secondi 10 mesi, abbiamo vinto la Coppa Italia battendo Milano, Bologna e Pesaro, senza che nessuno abbia escluso team vincenti per nostro conto e il Club è stato premiato per il Miglior Difensore del campionato

– Ultimi 6 mesi, record di Vittorie, 16 su 20, e testa della classifica da alcune settimane

A questo punto, una partita di blackout psico-fisico, salvo alcuni ma pochi minuti, non possono cancellare tutto, non possono gettare alle ortiche ore ed ore di assiduo lavoro da parte di Alessandro Magro e dei suoi collaboratori. Non possono cancellare i sacrifici della Società, non possono cancellare gli impegni dei nostri Sponsor e mettere in dubbio la qualità dei nostri Atleti. Gli atleti sono essere umani, il lavoro fatto dallo staff in questi mesi è stato profondo e continuo. Tutti i giocatori sono migliorati tantissimo ed hanno margine di miglioramento ancora importante, oltre ad essere un gruppo coeso.

Christon, Bilan, Massinburg con Amedeo e tutti gli altri, non sono quei signori visti l’altra sera in campo a Torino, ma sono quei signori che hanno vinto 16 partite su 20. Ad esempio Burnell ha margini di miglioramento importanti e sarà un perno per i risultati futuri. Il nostro coach seppur giovane ha margini ancora importanti di crescita tecnica ed il tempo ci dirà questo, così come tutto lo staff. Noi, si cresce in casa, si cresce con le proprie forze, con le proprie capacità e con tutti i nostri limiti, però cresciamo. Il tempo fino ad oggi ha detto questo e non dobbiamo dimenticare mai da dove siamo partiti. Risultati non chiacchere. Ricordiamoci che la pazienza è alla base di tutti i risultati della vita delle persone, è difficile accettare questo, lo comprendo, con lo stile attuale di vita si pretende subito il massimo e tutto, ma per far bene e per far meglio ci vuole tempo.

Noi siamo Brescia, non siamo Bologna, Venezia, Tortona o Milano, e non lo saremo mai, perché sin che sarò io, a capo di quest’avventura, non potremo  permettercelo, ma di certo  faremo e daremo il massimo con le nostre capacità, sempre tutti insieme e soprattutto con la massima serietà. Perciò tifose e tifosi tutti, Voi a parer mio e non solo, è da anni che vincete lo scudetto tra il miglior tifo del basket italiano. Cancelliamo velocemente dalle nostre teste le immagini della sera di San Faustino, ricollochiamo nelle nostre menti il percorso delle 16 Vittorie e proiettiamoci verso le ultime 10 partite nel migliore dei modi, per poi sederci al tavolo dei Play off con convinzione e consapevolezza che pur essendo tra i più forti, non sempre si può vincere. Altrimenti il vero significato del crescere, dell’ascoltare, dell’imparare, del lavorare, del soffrire e del gioire verrebbe meno.

Torino 15.2.24 ore 22.45, credetemi che sarà una “sana medicina” per un futuro ancora tutto da scoprire e da vivere insieme.

Grazie per il Vostro sostegno e grazie per il Vostro gentile, rispettoso, unico e fantastico tifo!

Mauro FERRARI

Forse solamente il “Noi siamo Brescia” è qualcosa di comprensibile e accettabile solo se si è tifosi della Germani e non a livello universale, nella rivendicazione anche eccessivamente retorica di valori che si ritiene possedere solo e soltanto per sé. Sul resto delle righe di Mauro Ferrari, francamente non si può che apprezzare come il singolo risultato, la singola prestazione inferiore alla media mostrata nel lungo periodo non infici la fiducia e le garanzie riposte in un gruppo di lavoro e nel suo metodo. Non si può non apprezzare come anche un’attuale sconfitta possa essere vissuta come una futura vittoria, in quanto emersione necessaria di interrogativi e riflessioni magari rimandate a data da destinarsi per via del palliativo di una vittoria. Perché per saper vincere occorre saper perdere, e per saper perdere bisogna collocare il rovescio all’interno del quadro generale. Senza trasformare la singola sfumatura in un’opera totalizzante, né squarciare la tela alla prima pennellata fuori dai bordi.

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