Dopo Obradovic e Sfairopoulos, il terzo appuntamento della rubrica EuroLeague Masterminds vede come protagonista Ettore Messina. Il coach dell’Olimpia Milano si è soffermato su diverse tematiche relative alla gestione del gruppo e alcune delle sue giocate preferite. Il video originale è in inglese, in seguito la traduzione integrale in italiano delle parole di Messina.
Ogni giorno, probabilmente, si scopre qualcosa. Non ero un giocatore. Ho smesso molto presto, avevo 17 anni, perché mi hanno proposto di provare a diventare allenatore.
Non ho mai provato quello che hanno provato molti colleghi che hanno giocato ad alto livello, la sensazione in uno spogliatoio prima di una partita importante. È qualcosa che cerco di imparare ogni giorno dai miei giocatori: vedere come si comportano, come reagiscono, come pensano… La maggior parte delle squadre di talento gioca in modo estremamente semplice ma estremamente efficiente, con molta attenzione ai dettagli.
Ho partecipato alla Final Four con Bologna, e una giocata ricorrente è stato uno skip pass dopo un blocco in allontanamento per l’isolamento o per il P&R laterale col 4. Oppure giocare sullo stesso quarto di campo per un’azione in post-up. Quella squadra (Kinder Bologna, ndr) era molto atletica, con molti tiratori e con un centro che può attirare molta attenzione dalla difesa.
La partita è decisa da ciò che si fa nel recuperare dopo un tiro sbagliato o dopo una palla persa.
Negli sport di squadra, abbiamo sempre la tendenza a pensare che tutti pensino in termini di squadra. Noi, noi, noi. Il che è molto importante. Ma noi è fatto da un sacco di io. E prima di tutto, io devo fare bene il mio lavoro. Io devo marcare il mio uomo. Io devo assicurarmi di non diventare un peso per i miei compagni.
[Messina disegna un P&R “going in” giocato in guardia sinistra con entrambi gli angoli occupati] La difesa su lato debole, in situazione di drop, curerà probabilmente lo shift in guardia (solitamente chiamato stunt, ndr) e il difensore in angolo marcherà i miei due sul perimetro. Per “attaccare lo shift”, quello che si utilizza solitamente è uno slot cut (taglio dall’uomo in guardia alle spalle dell’aiuto dell’uomo a un passaggio): quello che piace molto fare alle mie squadre è bloccare con l’uomo in angolo il proprio uomo e rispaziarsi col movimento in allontanamento dalla guardia all’angolo per un tiro. Quindi, se questo difensore sta aiutando, non può tornare qui. L’unico che potrebbe andarci è questo, ma il mio compagno di squadra lo sta facendo. Molto semplice, ma richiede tempo per esercitarsi e per abituarsi l’uno all’altro.
Non sono un grande fan delle partite. Le partite sono sempre dolorose, direi. Sono davvero, davvero invidioso di quelli che dicono che è divertente. Il gioco in sé è divertente per i giocatori, non per gli allenatori.