L’onda lunga del mancato arrivo in Laguna di Bruno Caboclo ha prodotto l’ultima risacca nella giornata di Santo Stefano. Dopo l’arrivo in estate di Kyle Wiltjer e l’accordo sfumato in dirittura d’arrivo a fine novembre con David McCormack, finalmente la Reyer Venezia completa il pacchetto lunghi con un profilo per certi versi molto simile a quello del campione NCAA 2022: appena rilasciato dall’AEK Atene, è Mfiondu Kabengele l’ultimo tassello della squadra di Neven Spahija.
In attesa della trasferta obbligatoria al Taliercio di chi sostiene irrazionalmente Kabengele da tempi non sospetti, anche attraverso Synergy non è difficile capire come mai la Reyer abbia colto la palla al balzo per firmare il nipote di Dikembe Mutombo. Canadese ma di origini, per l’appunto, congolesi, Kabengele è a tutti gli effetti un rookie nel panorama della pallacanestro europea. In seguito all’esperienza collegiale a Florida State, infatti, il 6’9″ (206 cm) è stato selezionato con la #27 al Draft 2019.
Il primo quadriennio tra i pro’ è una continua spola tra una NBA per la quale è troppo grezzo tecnicamente per sostenersi solamente sulle qualità fisiche e atletiche (55 gare totali tra Clippers, Celtics e Cavaliers) e una G League da pseudodominatore (dopo le annate agli Agua Caliente Clippers e ai Rio Grande Valle Vipers, il 2022/23 coi Maine Celtics recita 18.7 punti, 9.3 rimbalzi di media e 2.1 stoppate di media a gara). L’impatto col campionato greco e con la Basketball Champions League in maglia AEK è comunque sufficiente a mostrare quanto Mfiondu possa impattare nel sistema reyerino sin da subito.
I numeri e l’efficienza che dimostrano la sostenibilità di un lungo come Kabengele in contesto europeo sono, paradossalmente, quelli che ne hanno determinato il rigetto dall’universo NBA. Il canadese è un 5 impiegabile come rollante (27% dei possessi dell’AEK che lo hanno coinvolto in BCL), giocatore di isolamento spalle a canestro (27%) e rimorchio in transizione (18.9%): l’efficacia è da primi della classe (1.135 PPP, 83° percentile in BCL; addirittura 1.350 PPP nel campionato greco, 97° percentile), ma l’assenza di particolari doti di playmaking lo rendono un attaccante fatto e finito per il basket FIBA.
Quello per cui Venezia lo ha liberato dagli accordi con la squadra di Plaza è proprio l’energia nei pressi del ferro: come lob target e tagliante al ferro, Kabengele è un 5 senza pari a livello atletico in LBA. L’ex Florida State è comunque in grado di mettere palla per terra e attaccare in avvicinamento, ma rispetto al concludere un vantaggio creato col blocco, da altri compagni o dal coprire il campo il tiro dalla media o lunga distanza è una risorsa quantomeno secondaria.
Che il suo habitat naturale sia però il pitturato è anche la metà campo difensiva a confermarlo. Oltre ai dati grezzi di rimbalzi e stoppate – in assenza di un tracciamento più affidabile e profondo di quello proposto da Synergy per le statistiche difensive – basterà anche solo l’impatto visivo per valutare le capacità di protezione del ferro in aiuto e nella gestione delle carambole e capire quanto spazio potrà ritagliarsi nelle rotazioni di Venezia. Se in serata, l’atletismo contagioso di Mfiondu è capace non solo di riscaldare gli spalti ma anche di elevare l’intensità dei compagni.
I dubbi principali, almeno stando ai pareri di dirigenti e scout all’interno di BDP premium (qui per iscriversi alla chat di Telegram) risiedono nell’affidabilità fisica nel lungo periodo e nelle letture. “Con talento e soluzioni. In difesa bravo in area ma mai il più attento. Qualche dubbio sullo stato delle sue ginocchia” il parere di uno; “Moderno, molto atletico. Soffre di entrare in rotazioni allargate. Neven è furbo e saprà utilizzarlo al meglio, Venezia non ha un 5 di ruolo che possa metterlo in competizione” quello dell’altro. Con minuti e compiti limitati, quindi, Kabengele ha tutti gli strumenti per essere una pedina in LBA e in EuroCup nello scacchiere della Reyer Venezia.