Mirotic: “Devo essere un leader migliore, avevamo bisogno di cambiamenti”

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Nikola Mirotic
Foto di Savino Paolella

Ai margini della conferenza stampa di annuncio della partnership tra MediaWorld e l’Olimpia Milano, abbiamo avuto la possibilità di intervistare e raccogliere le dichiarazioni di Nikola Mirotic. Ecco cosa ha detto ai nostri microfoni.

 

Sulle aspettative per la stagione:

Essere insieme e incontrare i nuovi ragazzi è fantastico. Non vedo l’ora che inizi la stagione, dopo aver vinto lo scudetto abbiamo molta fiducia. Dobbiamo impostare il tono dall’inizio con obiettivi più grandi dell’anno scorso, spero che possiamo fare molto meglio. L’anno scorso non abbiamo vinto Supercoppa, Coppa Italia e non abbiamo fatto i Playoff di Eurolega. C’è molto spazio per migliorare.

Sui nuovi acquisti:

Abbiamo senza dubbio più fisicità. Aver firmato Nebo, McCormack, Diop e anche i giocatori in point guard ci danno più fisicità. Quindi saremo migliori in difesa, a rimbalzo e in transizione. Ovviamente è tutto bello quando ne parli, ma noi dobbiamo provarlo sul campo. Abbiamo vinto tutte le amichevoli, ci servono più tempo e partite ma la squadra al momento dà buone sensazioni. Siamo affamati di fare grandi cose.

Sulla sua leadership: 

Devo essere un leader. So cosa devo e posso fare, devo essere migliore dell’anno scorso. È una mia responsabilità e uno dei motivi per cui mi hanno firmato la scorsa stagione. Spero di essere in salute come lo spero per il resto della squadra. Tutti devono sapere qual è il loro ruolo, io so qual è il mio e tutti devono fare il proprio meglio per aiutare questa organizzazione, se lo merita. Devo parlare di più ed essere un esempio sul campo e fuori. So di rappresentare una grande squadra e quali sono le aspettative su di me, non sono felice di quanto ho fatto lo scorso anno. So di poter fare meglio per la squadra, ho commesso degli errori.

Sui tanti addi: 

Non siamo riusciti ad arrivare ai Playoff di Eurolega quindi avevamo bisogno di cambiamenti. Non sapevo chi sarebbe andato e chi sarebbe rimasto, ma sapevo che avevamo bisogno di cambiare. Sono contento di alcuni dei cambiamenti, specialmente appunto per la fisicità. Abbiamo ragazzi che possono competere con i livelli di Eurolega e dei Playoff. I nuovi ragazzi sono molto eccitati di essere qui e vogliono tutti vincere. Ora devono capire la rivalità qui in Italia, che è quella contro la Virtus, e cosa significa giocare per l’Olimpia.

Sull’idea di una squadra che corre di più il campo: 

Ho 33 anni, non sono troppi [ride, ndr]. Mi sento bene e spero di rimanere in salute. In questa nuova idea di basket hai bisogno di ragazzi che corrano tanto, vadano a rimbalzo e difendano. È quello che ci è mancato l’anno scorso, alcune partite le abbiamo terminate con meno di 60 punti segnati e non era una cosa che volevamo. Fino a questo momento i ragazzi stanno correndo tanto, è difficile corrergli dietro, specialmente ai giovani. Ma questa cosa aiuterà anche me, ad essere in condizioni migliori.

Ricordo quando ho firmato per Barcellona, avevamo un 24enne Roland Smits, molto forte e pieno di energia. Ogni allenamento correva tantissimo e voleva competere contro di me, mi stancava ogni giorno. Ma alla fine, in partita ero pronto ad affrontare chiunque, quel ragazzo mi aveva messo nella migliore condizione fisica della mia carriera e ho vinto il premio di MVP di Eurolega. Abbiamo tanti ragazzi nuovi e giocatori con esperienza, come capitan Ricci e Shields. Anche Causer, abbiamo un ottimo equilibrio.

Sulle possibilità di Milano in Eurolega:

Mi piace il fatto che i club di Eurolega stiano investendo. Ad esempio il Panathinaikos, hanno vinto l’Eurolega e non hanno firmato tanti giocatori, ma delle superstar. Vogliono vincere di nuovo. Anche il Real Madrid e il Fenerbahce, molte squadre sono cariche e vogliono arrivare alle Final Four. Quando penso a Milano, pensare che l’anno scorso non siamo arrivati ai Playoff mi rende triste, è stata la prima volta nella mia carriera. Penso che l’Olimpia debba essere una squadra di Playoff, e non parlo di Play-In. Questo deve essere l’obiettivo della squadra e il mio. Devo dirlo ai miei compagni, mettergli pressione perché io ci credo. Ci serve anche un po’ di fortuna, senza avere troppi infortuni e che i nuovi ragazzi si integrino bene.

Sul rapporto con Leandro Bolmaro: 

Sono molto felice che lo abbiamo firmato. Ci ho giocato a Barcellona, lui aveva 18 o 19 anni e ho cercato di aiutarlo. Ora è ancora molto giovane, ha 23 anni, ma ha fatto più esperienza. Ha molta energia, è argentino e quindi molto competitivo, una cosa di cui ogni squadra ha bisogno. Lui e Dimitrijevic possono essere un buon fit, per alcuni aspetti si assomigliano e vogliono dimostrare che appartengono ad un livello così alto e in una società così prestigiosa. Abbiamo tutti grandi aspettative su di loro.

 

 

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