Sveglia presto e volo con destinazione Wuhan. Chiusa solamente ieri sera la prima fase, per l’Italia è già tempo di pensare alla partita della verità: la sfida contro la Spagna di domani (ore 14.30 italiane), quella da dentro o fuori. Gli azzurri devono vincere contro gli iberici (e poi con Portorico) per conquistare un posto nelle prime otto del mondo, altrimenti domenica finirà la nostra avventura iridata con ‘solo’ il preolimpico in tasca.
Verso Italia-Spagna: come arrivano gli azzurri
Le vittorie con Filippine e Angola e la sconfitta con la Serbia hanno dato qualche certezza in più alla squadra di Sacchetti, rispetto all’arrivo a Foshan di una settimana fa. Gli azzurri hanno mostrato di essere presenti in ogni momento delle tre partite, escluso l’ultimo quarto di ieri sera, di avere grande carattere ed alcuni giocatori su cui fare grande affidamento: la regia di Daniel Hackett, l’estro di Marco Belinelli, il talento di Danilo Gallinari e le giocate di Alessandro Gentile, seppur a corrente alternata.
A questo va aggiunta una difesa spesso di buon livello e la capacità di esaltarsi, quando la squadra riesce a giocare in velocità. Buone basi per una partita in cui non si potrà sbagliare praticamente nulla per riuscire ad ottenere quell’impresa ed ipotecare un risultato di grande importanza, come il passaggio ai quarti di finale del Mondiale. Poi eventualmente da ‘timbrare’ due giorni più tardi, quando gli azzurri giocheranno con Portorico (ore 10.30), partendo con i favori del pronostico.
Verso Italia-Spagna: le criticità per gli azzurri
Queste le note liete, mentre quelle meno positive arrivano dal resto della squadra. Troppo poco il supporto dato ai nostri big dal resto della panchina: la Spagna non è la Serbia, ma ha comunque alcune buone alternative e, dunque, anche le nostre seconde linee dovranno dare un contributo rilevante. Soprattutto in cabina di regia, dove Hackett è troppo solo e la coppia Vitali-Filloy non sta rendendo.
C’è poi un Gigi Datome apparso ancora in difficoltà fisica: il capitano non si è mai risparmiato, ma si notano ad occhio nudo i movimenti meno fluidi, i problemi a convertire azioni per lui normali e, quindi, un rendimento nel complesso sotto le sue possibilità. A questo vanno aggiunti i nostri problemi cronici vicino a canestro, anche se non manca la volontà di provare a risolverli di squadra o con la volontà di Biligha e Tessitori.
Verso Italia-Spagna: la squadra iberica
Come dicevamo, i nostri avversari di domani non sono più quell’armata quasi invincibile di qualche anno fa, quando dominava in Europa e vinceva anche il Mondiale. Le tre vittorie, due delle quali più sofferte del previsto, non hanno tolto dei dubbi su un gruppo di talento, ma con meno alternative ed anche con meno esperienza internazionale, rispetto a quanto eravamo abituati fino a due anni fa.
Non ci sono più Pau Gasol, Sergio Rodriguez, José Calderon ed anche altri elementi chiave del passato, seppur i vari Llull, Rubio, Fernandez, Marc Gasol e gli Hernangomez permettono comunque alla formazione di Scariolo di essere competitiva ad alti livelli. Ma non imbattibile. E l’Italia può provare ad approfittarne, ma servirà una prova quasi perfetta per 40 minuti.