L’attesa è finalmente giunta al termine. La 18esima edizione del campionato del mondo di basket è oramai alle porte, una competizione che promette emozioni e sorprese a più riprese. Diverse squadre dirigono le proprie ambizioni verso la vittoria finale, coi detentori del titolo che, nonostante rimangano nel complesso i grandi favoriti alla vittoria finale, non sono più così certi del proprio successo.
Nella prima edizione dei campionati del mondo la Cina sarà il teatro di certezze confermate o ribaltate, partita dopo partita. In ottica nazionali, dunque, che cosa dobbiamo aspettarci dal team USA? Quali sono le aspettative intorno ai campioni in carica alla vigilia?

SCELTE FORZATE
Si pensi anzitutto al roster. A un primo impatto, la squadra non porta con sè quei nomi che hanno infiammato la stagione di NBA di quest’anno. Un’annata spettacolare che ha spianato la strada a una stagione, la prossima, ancor più emozionante sulla carta rispetto alla precedente. Le scelte di coach Popovich, nel complesso, sono state forzate e figlie della necessità.
I migliori giocatori sono rimasti a casa: Pop ha appena 4 dei 35 giocatori che aveva incluso nella sua primo idea di nazionale e solo 7 dei 20 che aveva convocato per il training camp di Las Vegas. Le stelle che ci saremmo aspettati di vedere, da Steph Curry a LeBron James, passando poi per Kahwi Leonard e molti altri, sono state escluse per una serie di scelte tecniche forzate. Rinunciare ai propri campioni non è certo una cosa da niente, specie quando sei il detentore del titolo e punti all’ennesima riconferma sul palcoscenico mondiale.
Di seguito il roster completo del team USA che andrà in scena al mondiale in Cina.
Harrison Barnes (Sacramento Kings); Jaylen Brown (Boston Celtics); Joe Harris (Brooklyn Nets); Brook Lopez (Milwaukee Bucks); Khris Middleton (Milwaukee Bucks); Donovan Mitchell (Utah Jazz); Mason Plumlee (Denver Nuggets), Marcus Smart (Boston Celtics); Jayson Tatum (Boston Celtics); Myles Turner (Indiana Pacers); Kemba Walker (Boston Celtics) e Derrick White (San Antonio Spurs).
I CAPISALDI
I capisaldi di questa squadra sono fondamentalmente tre:
- Kemba Walker: la stella dei Boston Celtics si è già preso di fatto la regia della squadra e punta a confermarsi come il punto di riferimento chiave nella manovra statunitense. I numeri, poi, sono tutti dalla sua: nella scorsa stagione di NBA ha mantenuto una media incontro di 25.6 punti, 4.4 rimbalzi e 5.9 assist. Il sistema di gioco di Popovich prevede sostanzialmente un playmaker, un lungo e l’interscambio di tre pedine a completare il quintetto. La point guard di Boston è il primo caposaldo in questo scacchiere tattico.
- Donovan Mitchell: la personalità è l’elemento chiave dimostrato dal talento di Utah, specie in quella che è stata una storica sconfitta (sebbene in amichevole) contro l’Australia, un qualcosa che non accadeva da 12 anni. La vittoria contro il Canada ha rimesso le cose a posto solo in parte; le certezze sono cominciate a vacillare dopo il risultato contro i Canguri. Queste le sue parole in merito alla prestazione dei suoi. Onestamente questa partita non aveva alcun significato. Ovviamente fa male perdere ma guardiamo a questa cosa come un’esperienza formativa e null’altro. Questa è la nostra mentalità. Se pensiamo che questa sconfitta ci debba pesare, allora saremmo fragili per il resto del torneo. Vedremo comunque i filmati della partita in aereo e lunedì saremo pronti per giocare contro il Canada. Questa è la cosa migliore che possiamo fare adesso. Certo, vorremmo vincere ogni partita, ma si impara moltissimo anche dalle sconfitte.
- Myles Turner: quella in Cina può rivelarsi una grande occasione per la definitiva conferma, a testimonianza della linea d’azione degli Indiana Pacers in ottica mercato, i quali hanno rifiutato diverse offerte pur di trattenerlo nella propria franchigia. La guardia dei Boston Celtics Jaylen Brown lo ha definito un’ancora a livello difensivo per questa squadra: un commento azzeccato se si considera che gli Indiana Pacers, grazie soprattutto al suo apporto, la scorsa stagione sono risultati come la terza miglior difesa della lega. Ha poi sottolineato l’importanza a livello di rimbalzi offensivi e del suo atletismo nelle due fasi. Le aspettative sono alte, direttamente proporzionali al suo talento. Come quello di questa squadra.

LE ASPETTATIVE
Se si considera nel complesso il team USA 2019 sono due le certezze che ne vengono fuori: la prima è che, nonostante le pesanti assenze e la clamorosa sconfitta (clamorosa se si considera da quanto questa squadra non perdeva) in amichevole contro l’Australia,edfbvercv erdcx rimangono comunque i favoriti alla vittoria finale. Nonostante la FIBA abbia stilato una potenziale classifica delle 32 squadre nella quale la Serbia di Nikola Jokic risultasse prima invece che gli USA (secondi in questa ipotetica lista), le aspettative intorno al team di coach Popovich rimangono le più alte fra le squadre partecipanti. Potendo contare, tra l’altro, oltre che sulla guida dell’allenatore di San Antonio anche sulla presenza in panchina di Steve Kerr, Lloyd Pierce e Jay Wright, senza dubbio lo staff tecnico più preparato per il grande evento.
La seconda certezza è invece il rovescio di questa promettente medaglia per gli USA: le mancate certezze unite a un certo alone di fragilità intorno alla squadra rivelano che gli Stati Uniti non sono imbattibili. Non più come un tempo quantomeno. L’impressione, adesso, è che gli incontri possano rivelarsi più equilibrati, combattuti, accesi sia in termini di potenziali vincitori che di speranze per gli avversari. L’aura di imbattibilità intorno ai 2 volte di fila campioni del mondo non aleggia più come una volta. Nel segno di una competizione, almeno sulla carta, più equilibrata e combattuta.