NBA: Morant e Jackson Jr al timone dei nuovi Memphis Grizzlies

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Memphis Grizzlies

I Memphis Grizzlies che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, quelli del “Grit and Grid”, sembrano già un lontano ricordo, nonostante sia passata appena metà regular season dall’inizio del nuovo ciclo.

IL NUOVO PROGETTO

L’owner Robert Pera ha puntato forte sul trentunenne Zach Kleiman per guidare il team nel futuro, e il GM a sua volta ha scelto un debuttante come Taylor Jenkins per l’area tecnica.
Jenkins è uno dei tanti frutti pregiati dell’albero Spurs, con esperienza soprattutto nello staff di Budenholzer.
È lo stesso Jenkins a spiegare la sua mentalità, che inizia e finisce con il duro lavoro.

 

“I like to think there’s a thought process behind everything that I do. Details matter. I want to exhaust every element of preparation. In this business, there’s so much chaos, so much randomness. I want to be as prepared as I can be to handle situations that arise, whether I’m at work or I’m at home”

 

LA SERIE

Dal 9 dicembre, giorno del ritorno in campo di Ja Morant, i Grizzlies hanno vinto ben 13 delle 19 partite giocate, risultando tra i migliori 3 della lega per % dal campo, da tre e ai liberi. La presenza di diversi atleti predisposti al gioco di squadra ha sicuramente agevolato il compito di Jenkins, che chiede ai suoi di giocare insieme, con velocità, intensità e coraggio. Nel periodo in questione Memphis ha realizzato ben 114.9 punti x 100 possessi, con la migliore assist/ratio e il terzo Pace della lega.
Sì, perché i giovani Grizzlies sono al top quando riescono ad attaccare in transizione, soluzione che costituisce oltre il 17% dei possessi totali.

I Grizzlies in transizione
Grizzlies in transizione

JA MORANT & JAREN JACKSON JR

Probabilmente in NBA non c’è un’altra coppia di ventenni con le prospettive del duo Morant-Jackson Jr. Questo perché, aldilà del talento scintillante che madre natura ha regalato ai due, la loro crescita è il fine ultimo del lavoro dello staff tecnico. Possono restare in campo senza aver paura di tornare sul pino al primo errore, un lusso non da poco. E, vista la posizione del team nella classifica della Western Conference, a breve tutte le partite di regular season inizieranno a ‘pesare’ di più. Non esiste palestra migliore degli ‘high stakes games’ per fare esperienza e affinare le proprie capacità.

Morant ad oggi (aspettando Zion…) è il Rookie of the year, oltre a confermare le doti messe in mostra a Murray State, ha già mostrato di non aver paura delle luci della ribalta.
Solo 5 giocatori segnano più dei suoi 7.7 punti di media nel quarto periodo e nessuno tra i primi 15 supera il suo 55% al tiro negli ultimi 12 minuti.
Contro James Harden e i Rockets ha letteralmente dato spettacolo:

Il suo ‘partner in crime’ è Jaren Jackson Jr, big man che al secondo anno da professionista cerca già di imporsi come il leader del gruppo, aiutando i nuovi arrivi e stimolando quelli che non hanno un posto fisso in rotazione.
Non esageriamo se parliamo dell’ex Michigan State come di uno dei big man con più potenziale in NBA. In difesa è già un rim protector affidabile, sempre più a suo agio anche lontano da canestro, con un serbatoio di energia che sembra sempre pieno. In attacco di tanto in tanto esplode con prestazioni balistiche notevoli, il suo tiro da fuori non è di sicuro perfetto stilisticamente, ma produce 1.11 punti x tiro in situazione di spot-up, meglio di circa ¾ dei giocatori in questa stagione.
Guai però a considerarlo ‘solo’ un tiratore, parola di Jenkins:

Può segnare in post basso ma anche rollando a canestro, e può facilitare il gioco partendo con la palla dal perimetro. Con le sue doti il nostro attacco sarà sempre più multidimensionale.

Nei prossimi anni il principale compito di Kleiman sarà quello di costruire un supporting cast adeguato per completare al meglio il roster.
Qualcosina c’è già, Brandon Clarke e De’Anthony Melton stanno superando le aspettative,ed hanno caratteristiche ideali per giocare insieme a Morant e Jackson.

Per completare lo starting five del futuro mancherebbe una small forward, un giocatore in grado di legare backcourt e frontcourt. Come dite? C’è già André Iguodala? Chissà che alla fine non decida di aiutare questo splendido gruppo a lottare per un posto ai playoff….

 

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