Se oltreoceano e mondialmente il dominio dell’NBA sul mondo del basket è incontrastato, dall’altro lato sempre più in espansione è la rilevanza dell’Eurolega. Ormai diventata una competizione con un livello di agonismo e difficoltà altissimo, nei prossimi anni EuroLeague potrebbe cambiare ancora a livello di struttura e capacità economiche. A commentare questi possibili cambiamenti, insieme alle problematiche future che essi potrebbero portare, è stato il CEO Paulius Motiejunas in un’intervista rilasciata al portale BasketNews.
Nel corso di una chiacchiera lunga 40 minuti, il lituano ha esplorato tantissimi temi riguardanti l’Eurolega presente e futura. Sul presente, tra le altre cose, Motiejunas ha affrontato anche il tema Maccabi. Gli israeliani, nonostante la guerra in corso, non sono stati esclusi dalla competizione ma stanno avendo difficoltà logistiche dovute al campo su cui giocare. Quando potranno tornare a giocare a Tel Aviv? Il CEO rimane fiducioso.
Tutti devono sentirsi al sicuro, è semplice. La situazione sta migliorando, la lega israeliana sta cercando di riportare i giocatori americani in Israele. Una volta che sarà successo, e il campionato ripartirà, ci si ragionerà. Ma ci vorrà tempo e il supporto del governo, le squadre devono sentirsi al sicuro nell’andare a giocare lì.
Guardando al futuro, invece, Motiejunas ha discusso la possibilità che le squadre serbe ottengano una licenza pluriennale. Senza dubbio, Partizan e Stella Rossa stanno mostrando di portare valore aggiunto alla competizione. Tuttavia, il passaggio non sarebbe così automatico visto i tanti fattori da prendere in considerazione. Le squadre possibilmente meritevoli di una licenza sono tante, tra cui anche la Virtus e il Monaco.
Dobbiamo accrescere il mercato con società sostenibili. Questa è una delle parti più complicate del mio lavoro, non posso fare contenti tutti. Belgrado è una delle migliori piazze di EuroLeague, ma dobbiamo anche guardare ai numeri dietro e altri mercati crescenti. Il livello della competizione è sempre più alto. Basti pensare alla Virtus, che ha grandi risultati e tifosi. O anche al Monaco, che sta raggiungendo ottimi risultati sportivi. Ci sarebbero molte squadre meritevoli.
In ottica di crescita futura, il tema centrale sembra proprio quello di guardare a ogni possibile mercato senza lasciare porte chiuse a prescindere. Espansione e sostenibilità, quindi, per un’Eurolega migliore. In questo senso, naturale è l’aggancio al discorso riguardante un possibile ingresso di Dubai nel torneo. Secondo le ultime notizie riportate dal Mondo Depurtivo, la città degli Emirati potrebbe avere un club in Eurolega già nella prossima stagione. Il loro ingresso porterebbe nelle case della competizione 150 milioni di euro in 6 anni, con 1 milione per ogni club ogni anno.
A questa possibilità non chiude la porta Motiejunas, soprattutto visti gli ultimi colloqui positivi e il sì degli azionisti all’ingresso di una squadra di Dubai. A guidarla potrebbe esserci Svetislav Pesic, con una società in mano al fratello di Novak Djokovic. Tutti rumors, al momento, di cui andrà verificata la veridicità e fattibilità in futuro. Tuttavia, un ingresso di Dubai sembra ormai cosa certa. La domanda è: quando avverrà?
È difficile dire quando accadrà, stiamo parlando di qualcosa di completamente nuovo per la lega. Stiamo facendo piccoli passi avanti, ma non sappiamo quando l’accordo sarà completato. La percentuale? Diciamo un 50/50. Non voglio però che le persone diano per scontato che Dubai giocherà in Eurolega l’anno prossimo.
L’ingresso di Dubai potrebbe certamente portare molti benefici alll’Eurolega, soprattutto dal punto di vista economico. Da non sottovalutare, tuttavia, sono anche le problematiche che accompagnerebbero un accordo di questo tipo. Il rischio maggiore, infatti, è che le società inizino a spendere molto di più di quanto già non facciano.
Continuo a dire che dobbiamo essere sostenibili, spendendo quanti soldi riusciamo a raccogliere. Dubai, dovesse entrare, non cambierà le cose. Ci sono regole di Fair Play, e stiamo continuando a diminuire la quantità di soldi che i proprietari possono investire. Non stiamo parlando di salary cap, ma della quantità di soldi che le società possono investire nei giocatori. Questa regolamentazione andrà avanti, con o senza Dubai.
Questo progetto di regolazioni finanziarie, secondo Motiejunas, sarebbe molto vicino alla sua attuazione. Una manovra per rendere l’Eurolega, appunto, più sostenibile. Per non rischiare che l’ingresso di un investitore con molte possibilità economiche, proprio come Dubai, comprometta la situazione.
Accadrà abbastanza presto. Spero che riusciremo ad approvare le linee guida già quest’anno. Non sarà un salary cap, ma una limitazione delle spese da parte dei club. È un progetto che va avanti da 2-3 anni, dobbiamo essere tutti sulla stessa pagina. Sono abbastanza sicuro che, quando i club voteranno su questa materia, otterremo l’approvazione definitiva.