Ogni anno a febbraio l’NBA mette in pausa il proprio campionato per qualche giorno per mettere in scena l’All-Star Weekend: un fine settimana durante il quale si svolgono diverse partite, alcune più serie e alcune meno (ormai quasi tutte meno), oltre a numerose prove per testare le capacità dei propri talenti.
Più precisamente durante l’All-Star Weekend si tengono 4 partite: l’All-Star Celebrity Game, il Rising Stars Challenge, il G-League All-Star Game e il più famoso: l’All-Star Game, la famosa partita delle stelle della domenica.
La gara della domenica viene poi seguita da qualche giorno di pausa, per dare fiato a tutti quei giocatori che, convocati alle partite di esibizione, non hanno avuto modo di riposare.
Come dicevamo però, durante il weekend, più precisamente il sabato, si svolgono anche delle prove di abilità, le quali durante gli ultimi anni hanno forse costituito il vero pinto d’interesse del weekend. Queste sono il 3-Point Contest, lo Slam Dunk Contest e la Skills Challenge.
Con così tante prove e così tante partite, ci sono ovviamente un’infinità di record da battere. Vediamo ora i principali e i più curiosi:
Maggior numero di MVP
Come dicevamo, quasi tutte le partite dell’All-Star Weekend stanno andando in una direzione ben precisa: stanno diventando delle partitelle di mera esibizione, giocate più per dovere che per piacere. In queste partite le difese sono quasi completamente assenti e quindi le gare diventano delle vetrine per mettere in mostra le capacità offensive dei giocatori, dipendentemente dalla voglia che questi hanno di impegnarsi. Ci sono tuttavia alcune eccezioni alla regola, la più recente delle quali risale all’All-Star Game del 2020: a poche settimane dalla scomparsa di Kobe Bryant, l’NBA aveva organizzato un tributo alla leggenda dei Lakers, al quale tutti i giocatori hanno voluto rendere onore impegnandosi proprio come Kobe avrebbe fatto, dando così vita a una delle partite più belle della storia dell’All-Star Weekend.
É proprio Kobe Bryant, al quale è ora intitolato questo premio, a detenere il record per maggior numero di MVP vinti all’All-Star Game con 4, alla pari con Bob Pettit.
Visione OBBLIGATORIA.
Maggior numero di selezioni
Un record del genere non poteva che spettare al giocatore che più di tutti incarna la longevità, sua maestà LeBron James. Con la convocazione di quest’anno James ha superato Kareem Abdul Jabbar, arrivando a ben venti selezioni per l’All-Star Game alla sua ventunesima stagione in NBA. LeBron deteneva già il record per il maggior numero di All-Star Game giocati e il maggior numero di gare da titolare. Sarà davvero curioso vedere per quanto durerà questo record e se ci sarà mai qualcuno che riuscirà a dare filo da torcere a Padre Tempo come sta facendo James.
Nonostante LeBron facesse parte del quintetto titolare dell’All-Star Game già alla sua seconda stagione, il giocatore più giovane di sempre ad essere stato inserito nel quintetto titolare è Kobe Bryant, che fece il suo esordio all’età di 19 anni e 170 giorni nel 1998.
Punteggio
In termini di punti segnati ci sono più record da prendere in considerazione: la miglior media punti, il maggior numero di punti totali e il maggior numero di punti in una singola gara. Mentre per quel che riguarda i punti totali è facile pronosticare il detentore del record, ovvero LeBron James, soltanto i più appassionati sapranno che è Giannis Antetokounmpo ad avere la migliore media punti della storia dell’All Star Game, con 25.14. Il maggior numero di punti segnati in una partita appartiene a Jayson Tatum con 55 nella partita dello scorso anno. Cifre che gli sono valse il premio di MVP.
Sempre rimanendo nella metà campo offensiva un altro record curioso è quello delle triple realizzate in una singola gara: ben 16, ad opera -ovviamente- di Stephen Curry nel 2022, quando ha chiuso la gara con 50 punti (con un solo tiro da due punti).
Triple doppie
Come vi abbiamo già spiegato, queste partite non sono note per la competitività, a meno che non vi chiamiate Kobe Bryant (giocatore con più palle rubate in carriera all’All Star Game). Tuttavia i rimbalzi qualcuno deve pur prenderli e la cosa può addirittura sfociare nella realizzazione di una tripla doppia in alcuni casi, cosa che però è successa solo 4 volte nella storia dell’All-Star Game. Il primo a riuscirci fu Michael Jordan nel 1997, il quale mise a segno 19 punti, 11 assist e 11 rimbalzi in 26 minuti. Meglio di lui fece LeBron James con 29 punti, 10 assist e 12 rimbalzi nel 2011. L’anno dopo, per non essere da meno, fu il compagno di squadra Dwayne Wade a chiudere con 24/10/10. L’ultimo a riuscirsi fu Kevin Durant, che nel 2017 segnò 21 punti con 10 assist e 10 rimbalzi in 27 minuti.
Altri record
All’interno dell’All-Star Weekend ci sono una marea di sfide come vi dicevamo e dunque un sacco di altri record da scoprire. Vi abbiamo già parlato delle 5 migliori prestazioni di sempre al 3-Point Contest, ma ci sono ancora altri record che vale la pena menzionare. Fra questi c’è di sicuro il record di vittorie dello Slam Dunk Contest, il quale appartiene a Nate Robinson. L’incredibilità di questo primato non sta tanto nel numero di tornei vinti in sé, quanto nel giocatore che li ha vinti. I più appassionati sanno di cosa stiamo parlando, ma ai tifosi più recenti potrebbe essere sfuggito che Nate Robinson è alto 1 metro e 75, che sarebbe una misura limitante anche solo per entrare in NBA, figuriamoci per vincere 3 Slam Dunk Contest.
Un altro record molto curioso è quello di affluenza: nel 2010 si registrò la più grande presenza di pubblico della storia per una partita di basket (non per una partita dell’All-Star Game, ma per una partita di basket in generale). Nel 2010 la partita delle stelle si tenne allo stadio dei Dallas Cowboys, la Cowboys Arena, che per l’occasione riuscì ad ospitare 108,713 spettatori, segnando così il record di presenze di tutti i tempi per questo sport.
A questo punto quindi non ci resta che aspettare l’All-Star Game del prossimo weekend per scoprire se anche quest’anno verranno stabiliti dei nuovi incredibili record oppure se sarà un altro degli All-Star Game non proprio indimenticabili che ci siamo (con un po’ di tristezza) abituati a vedere.