NBA: Allen Iverson nella storia dei 76ers, anche lui ha la sua statua

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Iverson
Allen Iverson, Philadelphia 76ers; IPA Agency.

Ironia della sorte vuole che i Philadelphia 76ers non costruiscano le statue in onore delle proprie leggende al di fuori dello stadio dove giocano, ma fuori dal loro centro d’allenamento, nella stradina che ha preso il nome di “Legend’s walk“, la passeggiata delle leggende. Da questa notte in questa passerella c’è un nuovo membro ed è verosimilmente il Sixer più importante degli ultimi trent’anni: Allen Iverson, The Answer.

Questa notte, prima dell’importante sfida vinta contro i Magic, i Sixers hanno svelato la statua in onore di uno dei giocatori più importanti di sempre, capace anche di vincere il premio di MVP della lega, impresa riuscita ad Iverson nel 2001. Oltre a questo riconoscimento, la prima scelta al draft del 1996 (stesso draft di Kobe Bryant, Ray Allen, Steve Nash) ha raccolto diversi premi in maglia Phila, diventando uno dei giocatori più riconoscibili di sempre, anche per le sue gesta fuori dal campo.
Iverson vinse infatti il premio di miglior marcatore della lega per ben 4 volte (nel 1999, nel 2001, nel 2022 e nel 2005), vinse il premio di miglior rookie dell’anno, battendo come detto una concorrenza non da poco, conquistò il titolo di leader della lega per palle rubate per tre stagioni in fila dal 2001 al 2003 ed anche 7 selezioni per i quintetti All-NBA fra il 1999 e il 2006.
Iverson è ad oggi il trentatreesimo miglior marcatore di tutti i tempi fra NBA e ABA, il ventottesimo dell’NBA ed è il quattordicesimo miglior giocatore per palle rubate di sempre NBA ed è inoltre membro del Naismith Basketball Hall of Fame dal 2016.

L’icona prima del giocatore

Iverson fu un personaggio incredibile, fuori dal campo ancor prima che dentro. The Answer (si faceva chiamare così perché doveva essere la risposta a tutti i guai dell’NBA) era lo stesso giocatore che in campo era pronto a caricarsi sulle spalle la squadra e che una volta in panchina si faceva fare le treccine dalla propria madre nel bel mezzo della partita.

Iverson regalò diversi momenti di questo tipo, uno su tutti la sua celebre intervista in cui parla dell’allenamento, la quale ci rimanda proprio all’inizio di questa storia, a quell’ironia che sorge spontanea nel porre la statua di A. I. appena al di fuori dall’entrata del centro di allenamento della franchigia.
In questa intervista Iverson creò inconsapevolmente un momento destinato a passare alla storia: l’MVP in carica si era presentato ad una conferenza stampa dopo aver scoperto che non sarebbe stato scambiato dai 76ers ed era quindi pronto a parlare di quello, così da ufficializzare la sua permanenza nella città dell’amore fraterno e probabilmente scacciare anche un po’ la paura di essere scambiato. Il giocatore aveva ricevuto la notizia della sua permanenza da coach Brown proprio dopo un litigio con lo stesso allenatore dovuto a una situazione di tensione generale, che aveva raggiunto il culmine dopo che Iverson era arrivato in ritardo ad un allenamento.
Un giornalista fece emergere questa questione, domandando al giocatore se avesse effettivamente saltato un allenamento come si diceva in quei giorni. Iverson, che voleva invece parlare di altro, perse la pazienza, finendo per dare un a risposta un po’ confusa in cui ripetè la parola “practice” ben 22 volte, assicurandosi che il concetto che voleva esprimere arrivasse forte e chiaro (forte di sicuro, chiaro forse un po’ meno).

Le prime polemiche

Come sempre accade quando si svela una nuova statua stanno già divampando le prime critiche e le proprie polemiche (come successo per quella di Kobe, seppur in quel caso le critiche siano giustificate) rispetto a quella in onore di Iverson: alcuni fan si sono lamentati del fatto che la statua per A. I. sia troppo piccola, nonostante tutte quante le sculture realizzate dai Sixers in onore delle proprie leggende siano più o meno della stessa dimensione, o quantomeno in scala rispetto al reale (Iverson è pur sempre alto 1 metro e 83).

Non mancano i tifosi secondo cui la statua di Iverson sarebbe dovuta essere ben più grande di alcune delle precedenti, visto il maggior spessore del giocatore rispetto agli altri a cui è stato fatto un tributo nella legend’s walk.
L’ennesima testimonianza di tutto l’amore che Iverson si è conquistato nei suoi 10 anni coi 76ers, i quali hanno anche ritirato la sua maglia ormai nel lontano 2014, come simbolo di rispetto e riconoscenza per uno dei più grandi giocatori di basket di sempre

Tommaso Busato
Laureato in Comunicazione all'Università di Padova. Grande appassionato di sport e dei valori che trasmette, specialmente di NBA, rugby e tutto ciò che ambisce alla grandezza. Afflitto da inguaribile curiosità, in particolare per le statistiche e i dettagli.

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