Azzurri in NBA: i primi giorni di Gallinari, Melli e Belinelli

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L’imminente avvio della stagione NBA 2019-2020 porta con sè, fra le altre, le riflessioni sul blocco italiano oltreoceano. Lo sbarco di Nicolò Melli ai New Orleans Pelicans riporta a quota 3 il gruppo italiano stelle e strisce del basket che conta, oltre a Marco Belinelli confermato dagli Spurs e a Danilo Gallinari approdato alla corte dei Thunder. Diverse, per ciascuno di loro, le prospettive sulla stagione che verrà.

ENTUSIASMO A NEW ORLEANS

Entusiasmo. Questa è senz’altro la parola d’ordine più adatta per descrivere il momento che stanno vivendo i Pelicans in questo finale di pre-season. L’addio di Anthony Davis sembrava infatti poter destabilizzare un ambiente cresciuto in toto attorno al talento della propria stella. Un addio, tra l’altro, ben poco piacevole per i tifosi delusi proprio dalle dinamiche che hanno portato al divorzio fra le parti. Ma le prospettive di crescita della franchigia sembrano paradossalmente cambiate in positivo dopo l’approdo dell’ala grande ai Lakers.
L’arrivo di David Griffin ha portato una ventata positiva e dinamica nella dirigenza della franchigia. Il draft benevolo, poi, ha condotto il rookie Zion Williamson in Louisiana, accendendo più che mai l’entusiasmo della piazza. Il dinamismo e il carisma dell’ex Duke hanno già conquistato tutti nell’ambiente Pelicans, in primis l’allenatore.

“Sinceramente nei mei quattro anni da head coach dei Pelicans non ho mai visto così tanto entusiasmo in città. La dirigenza ha fatto un lavoro eccezionale gestendo alla grande una situazione difficile e acquisendo tasselli importanti per il presente e per il futuro. Questo gruppo può fare molto bene, credo che sia legittimo ambire ad essere una delle migliori cinque squadre della Lega a livello difensivo. Zion? Bisogna dargli il tempo di maturare ma stiamo parlando di un giocatore speciale. Non è qui per salvare la franchigia, ma soltanto per migliorare giorno dopo giorno, e lui lo sa bene”

Le prospettive di crescita di questa squadra sono, almeno sulla carta, fra le più alte e promettenti di tutta la lega. Un fattore certamente propiziatorio per l’arrivo di Nicolò Melli dal Fenerbahce. Il primo Media Day dell’ala italiana è stato magico e indimenticabile, carico più che mai e pronto a ripartire dopo l’infortunio della scorsa stagione.

“Sono felicissimo della mia scelta. Avevo avuto già un’offerta NBA in passato ma a questa non ho saputo dire di no. Penso che sia la situazione migliore per me per via della dirigenza, dell’allenatore e delle prospettive del club. Ho recuperato benissimo dopo l’intervento chirurgico e adesso sento di essere al 100%”.

LE INCERTEZZE DEI THUNDER

In riferimento a Oklahoma il termine più azzeccato è quello di incertezza. Nebuloso, infatti, è il cammino in previsione di questa franchigia, così come le proprie ambizioni. Quello di quest’anno rappresenta, di fatto, un anno zero per i Thunder, con una serie di punti interrogativi che troveranno risposta solamente lungo il cammino della regular season.

Sulla stessa lunghezza d’onda della franchigia appare ancor più nebuloso il destino di alcuni giocatori. Chris Paul e Danilo Gallinari in primis. I due sono giunti dal mercato attraverso gli scambi per Westbrook e Goerge, con la differenza che l’azzurro non sembra convinto al 100% della destinazione. L’interrogativo riguarda la sua permanenza o meno in Oklahoma, se vivrà una seconda rivoluzione in corso d’opera nella stagioneoppure se riuscirà a giocarsi le sue carte. Il Media Day ha riservato spunti interessanti anzitutto da parte di coach Billy Donovan, che si è definito positivo per l’imminente inizio di stagione:

“Io penso solamente a fare il mio lavoro. Sinceramente non vedo l’ora di iniziare. Abbiamo tante soluzioni, a cominciare da un backcourt intrigante con due playmaker come CP3 e Gilgeous-Alexander, senza dimenticare Schröder. La squadra però si è rifatta il trucco e innanzitutto deve cercare di trovare la giusta amalgama”.

Più dal sapore vago, invece, l’intervento del Gallo al Media Day. Danilo ha certamente rimarcato professionalità e la volontà di giocarsi le proprie carte ai Thunder. Sta soltanto a lui dimostrare di essere un valido elemento in una franchigia chiamata a dire la sua in una Western Conference più che mai agguerrita e competitiva come quella di quest’anno.

“La Nba è un business e succedono cose alle volte anche folli. Io mi concentro sul mio lavoro. Questo è un nuovo capitolo della mia carriera e io non nascondo il mio entusiasmo. La squadra è molto buona e avere un playmaker straordinario come CP3, che io considero un Hall of Famer, è qualcosa di speciale”.

LA CONTINUITA’ DEGLI SPURS

La terza parola da prendere in considerazione, stavolta in riferimento a San Antonio, è continuità. La franchigia texana non ha subito variazioni rilevanti in questa post season, con l’obiettivo di dare continuità a quanto visto la scorsa stagione e provare a migliorarsi in ottica Playoffs. Una continuità, insomma, nel segno di un miglioramento netto e costante.
C’è poi tanta voglia di riscatto, in primis, da parte di coach Popovic, reduce da un Mondiale passato alla storia certamente in negativo per il Team USA.

“E’ stata una grandissima esperienza e devo ringraziare tutti i giocatori che hanno partecipato al Mondiale. Alla fine abbiamo sbagliato una sola partita, quella contro la Francia, ma io non potrei essere più orgoglioso del gruppo che ho allenato. Ora sotto con la stagione. Mi aspetto molto da questo gruppo a patto di fare progressi a livello difensivo. L’anno scorso abbiamo difeso in maniera mediocre, non possiamo permetterci di fare altrettanto in questa stagione”.

Il cambio tecnico da Ettore Messina a Tim Duncan nello staff di San Antonio è la grande novità in casa Spurs. La volontà è quella di progredire soprattutto nella tenuta in difesa, che la scorsa stagione ha dato non pochi problemi ai texani.

Un aspetto che si cercherà di risolvere puntando, fra tutti, su Dejounte Murray, pienamente recuperato dopo l’infortunio che lo ha tenuto al palo per l’intero scorso campionato. La voglia di ripartire è tanta da parte del playmaker classe 1996, così come per Marco Belinelli. L’azzurro, così come Danilo Gallinari, sarà free agent a luglio; diventa così fondamentale sfruttare la stagione imminente per ritagliarsi un posto importante a San Antonio. Il ritorno del giovane playmaker, in un certo senso, complica la posizione della guardia italiana, cui si prospetta un ruolo da comprimario molto simile a quello della passata stagione. In una panchina, appunto, un po’ più affollata nel reparto guardie per il ritorno di Murray

 

 

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