NBA: botti pirotecnici nel day 2 della Free Agency

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Neanche fosse un rimbalzo di linea, dal medio pomeriggio di ieri fino alle prime ore della mattina italiana, le trattative e le firme NBA si sono susseguite senza un attimo di pausa, lanciando un fiume di commenti, opinioni e di news in cui è sempre meglio razionalizzare. Nel solito e più o meno stabile pareggio di esclusive del testa a testa fra Woj e Shams, menzione d’onore anche all’eccellente Chris Haynes, che due o tre colpi li ha sparati e con grande precisione. Bello comunque che tantissimi insider NBA si lasciano andare alla discussione non solo con i colleghi, ma anche con gli ardimentosi tifosi che hanno provato a dire la loro. Forse questo è l’unico effetto positivo – semmai ce ne fosse uno – della serrata in casa a causa della pandemia.

Hayward

LE FIRME PIU’ ECLATANTI

A rimbombare nella serata, con un fragore non da poco, è stato sicuramente il colpo degli Charlotte Hornets che firmano Gordon Hayward con un quadriennale da 120 milioni di dollari, cifra mostruosa e che arriva con l’ex Utah Jazz da free agent, quindi una cessione “a zero” dolorosissima per Danny Ainge che lo scorso anno aveva pagato – e anche caro – l’arrivo dalla franchigia del North Carolina di Kemba Walker. Curioso come tanti anni fa Charlotte avesse già preso Hayward, prima che Utah pareggiasse l’offerta e si tenesse l’ala piccola con tiro da tre mortifero, ideale se dovessero funzionare le doti in regia di Lamelo Ball. Importante in questa firma la presenza di Michael Jordan, che avrebbe chiamato personalmente il giocatore per convincerlo a sposare questo progetto, rifiutando le simili cifre che New York e Indiana avrebbero potuto offrire. Data però la situazione contrattuale non certo rosea degli Hornets, per poter assorbire questo ingaggio è necessario un taglio, ed il nome di Nicolas Batum (27 mln di $ a libro paga per tre anni) è stato individuato come quello sacrificabile. Sarà sfruttata la strech provision che permette di spalmare l’ingaggio residuo su tre anni. Sull’ala ex Portland, però, si sono fiondate diverse contender e visto che alcuni giocatori francesi, lasciati andare scontenti da Charlotte, si trasformano altrove – vedasi Boris Diaw – è plausibile che qualche squadra che cerca un veterano di esperienza se lo prenda.

Se si pensasse a Boston come una perdente in maniera significativa di questo draft, le primissime ore della mattina hanno portato – finalmente – quel lungo d’area NBA che avesse stazza, capacità di muovere bene il piede perno e, soprattutto, non fosse un telepass nella difesa di coach Stevens. Arriverà da Cleveland Tristan Thompson.

Girandola e valzer di lunghi, tra ufficialità e quasi, con le contender a muovere i passi: i Denver Nuggets  si tengono, almeno per un altro anno, Paul Millsap, mentre Golden State non si lascia scoraggiare e starebbe per piazzare – ma qui il condizionale è d’obbligo – il proprio affondo su Marc Gasol, che non sembra aver consolidato in maniera così piacevole gli abboccamenti con i Raptors. Intanto la Dub Nation potrà vedere all’opera in quel di San Francisco anche Brad Wanamaker, conosciutissimo dalle parti italiche, che quindi finisce per essere escluso dal mercato europeo, come si era ipotizzato.

Se cercate però due squadre che stanno letteralmente spazzando via le concorrenti sul mercato NBA, di certo bisogna guardare ad Atlanta, Phoenix e Miami. Gli Hawks continuano il loro percorso di costruzione della squadra, sistemando la cabina di regia con l’ecletticità di Dunn, pagato pochissimo. e con l’esperienza di Rajon Rondo, che ha salutato con un commovente post su Instagram la Lakers Nation. Nonostante le due firme, la truppa della Georgia ha ancora un mini spazio di manovra per provare l’assalto a Bogdanovic, e l’avere a roster due giocatori come Collins e Capela, che di sicuro vorranno la maglia da titolare, ma che giocoforza – dato Gallinari – dovranno alternarsi, può di fatto rendere gli Hawks i principali indiziati alla firma dello slavo.

Suns fanno di necessità virtù e si lanciano nel progetto di ricostruzione della nuova squadra, competitiva come forse non capitava da tempo. A puntellare il roster arrivano la firma di Jae Crowder, ma anche e soprattutto la ri-firma, con un triennale di quel Jevonte Carter, che così bene aveva fatto la scorsa stagione. E non finisce qui, perchè ci si sta muovendo per provare a tenere anche Dario Saric, aggiunta non da poco.

Gli Heat, finalisti NBA,devono ringraziare sicuramente Jimmy Butler, perchè la sua forza di persuasione permette due firme importantissime per allungare le rotazioni e dare a coach Spoelstra due giocatori di complemento e funzionali alla sua pallacanestro. Prima arriva Harkless, poi Avery Bradley, giocatori pronti a recitare un ruolo di primo piano e di sicuro impatto nel prossimo futuro della squadra della Florida.

VanVleet
Credits: Pagina Facebook Fred VanVleet

ALTRI MOVIMENTI: CARNE AL FUOCO E CONTORNI

Raptors, che non si sa bene se chiamare di Toronto o di Tampa, scelgono di tenersi stretto Fred VanVleet, a cui faranno firmare un contratto da 85 milioni per i prossimi 4 anni. Una storia incredibile quella del play dello storico titolo canadese, che lo rende l’undrafted che ha strappato il contratto più importante della storia NBA. Forse parte di quei soldi potevano essere spalmati per la corsa a Marc Gasol, ma come diceva qualche tweet, questo contratto è meritato, non ottenuto.

I Clippers dopo aver perso colpi si rifanno abbondantemente con la firma di Serge Ibaka, che strappa un biennale e diventa un pezzo importante nello scacchiere di coach Lue. Interessante il riformarsi della coppia con Kawhi Leonard, che dal punto di vista difensivo può dare delle eccellenti garanzie. Restando a Los Angeles, i Lakers confermeranno Kentavious Caldwell-Pope.

Portland ha deciso di rinnovare Carmelo Anthony, notizia che di sicuro affida ai Trail Blazers un giocatore che oramai ha capito che deve essere di sistema e non la prima donna designata, ma che soprattutto spegne gli ardori di New York, che vede l’ennesimo free agent da lei inseguito – dopo anche Hayward solo per dirne uno – firmare altrove. I Knicks si “consolano” con la firma di Nerlens Noel e con la ri-firma – ma a condizioni più basse rispetto alla option declinata qualche giorno fa – di Elfriid Payton.

Brooklyn firma Jeff Green, Washington invece mette nero su bianco il nome del backup della point guard titolare, con Raul Neto. Situazione delicata quella in casa Wizards dove John Wall sta facendo pressione per essere ceduto, indirizzando anche lo scambio con Westbrook e Houston, che intanto ha acquisito i servigi di Christian Wood. Restando in Texas, Dallas ha intenzione di rinnovare a tutti i costi JJ Barea, e intanto si è assicurata Wes Iwundu.

Orlando ri-firmerà Gary Clark, Chicago farà altrettanto con Denzel Valentine, prodotto da Michigan State che di fatto, causa infortuni, ancora non si è visto o quasi sul parquet. Mosse importanti di Memphis, che ri-firma con un quadriennale De’Anthony Melton, con Ja Morant, attivissimo con i suoi tweet, a stigmatizzare con una emoji intrigante l’affare a pochissimi secondi dall’uscita della notizia. Movimento di contorno, ma che testimonia il progetto Grizzlies, la firma, anche qui con un quadriennale, di Konchar, giocatore che a Purdue aveva fatto bene e che l’anno passato si è ben distinto in G-League nell’affiliata dei Memphis Hustle.

Concludiamo con OKC e Milwaukee, che già erano legate dallo scambio che porta nel Wisconsin Jrue Holiday, con New Orleans terza parte dell’affare che manda Dairius Miller e George Hill ai Thunder oltre alle scelte di cui avevamo parlato già ieri. I Bucks nel frattempo firmano Bobby Portis DJ Augustin, oltre a due two-way players, ossia Jaylen Adams e Mamadi Diakite. Non certo l’intero pacchetto che portava Bogdanovic, ma di certo firme non da poco, ma basterà per assaltare il titolo NBA e tenersi stretto Giannis Antetokoumpo?

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