Partiamo da un fatto, per il 99% dei rookies il contesto è letteralmente fondamentale. Le situazioni di Chris Duarte, Evan Mobley e Scottie Barnes, i rookies di cui parleremo oggi, sono tra le più propizie per gli atleti scelti nello scorso Draft NBA. Ma spesso e volentieri il talento non è sufficiente ad emergere, soprattutto nella prima stagione da professionisti. Chiaramente per un rookie finire in un team che sta ricostruendo, come OKC o Houston, significa trovare spazi che altrove non sarebbero disponibili. In altre squadre la situazione è diametralmente opposta, e la G League diventa il modo migliore per fare esperienza e mettersi in mostra. Parliamo di ragazzi come ‘Bones’ Hyland, Moses Moody e Jonathan Kuminga, probabilmente anche Josh Primo.
Questa premessa per dire che non basta di certo una stagione a definire in un modo nell’altro le prospettive di un giovane talento. A volte è necessario un cambio di scenario, in altre basta semplicemente un’occasione. Come quella capitata appunto a Chris Duarte…
CHRIS DUARTE
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L’occasione dicevamo, in questo caso i problemi alla schiena di Caris LeVert, che hanno spianato a Chris Duarte la strada verso lo starting five degli Indiana Pacers.
L’ex Oregon ha risposto con un debutto da record, e 18.6 punti di media con il 41% da tre su un robusto volume di conclusioni.
Un giocatore di 24 anni viene scelto molto raramente in lottery, e questo aveva fatto storcere il naso a parte dei fan di Indiana. Per molti Duarte poteva aspirare ‘solo’ a un ruolo da 3 and D, ma a quanto pare il ragazzo è più che competente anche quando deve mettersi in proprio.
A breve LeVert tornerà a disposizione, e, visti anche i risultati di squadra non esaltanti, sarà interessante seguire le scelte di coach Carlisle per la rotazione. Anche in prospettiva mercato, con il progetto Twin Towers che potrebbe essere alle battute finali.