Clippers: (di) chi sono?

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Clippers

“James Harden’s Clippers? Nah, it’s Ty Lue’s Clippers.” Ha sentenziato così LeBron Raymone James, e la sentenza del Re non si discute: questi sono i Clippers di Tyronn Lue. A noi però un piccolo dubbio ci è venuto ad essere onesti. Bisogna tuttavia andare per gradi e cercare di capire come siamo arrivati a parlare dei Los Angeles Clippers belli e vincenti di cui vi parleremo adesso, una squadra in cui non si sa a chi dare il merito di un tale successo. Cosa che solo un mese fa sembrava un miraggio (seppur non irraggiungibile, ve ne parlavamo qui).

Le premesse

La scorsa estate le luci della ribalta in NBA sono state costantemente rivolte sull’infinita telenovela fra James Harden e i Philadelphia 76ers, culminata con l’arrivo del giocatore a L.A. dalla sponda Clippers, meta da lui preferita. Fatalità ha voluto che l’arrivo di Harden sia coinciso con un fantastico inizio di stagione da parte dei Sixers, in particolare da parte di Tyrese Maxey, che senza l’ingombrante presenza del Barba ha trovato tutto lo spazio di cui aveva bisogno per sbocciare definitivamente.

Questo, assieme a un inizio tutt’altro che esaltante da parte dei Clippers, ha contribuito a farci dimenticare chi fosse James Harden, un giocatore dal talento unico e dal peso specifico direttamente proporzionale. Cosa che lo rende anche un giocatore potenzialmente scomodo qualora l’ambiente non sia quello che vuole lui, come testimoniano le tre squadre cambiate negli ultimi tre anni. Harden è uno che non le manda a dire e non si tira indietro se chiamato a commentare certe vicende:

In un’uscita che gli è valsa 100 mila dollari di multa da parte della NBA, Harden non si è fatto scrupoli nell’additare Daryl Morey come un bugiardo, ripetendolo anche più volte per assicurarsi che tutti lo avessero capito. Dopo l’arrivo del Barba, dunque, i Clippers avevano avuto un periodo di grande difficoltà: coach Lue ha avuto bisogno di un po’ di tempo per trovare il modo di incastrare il minutaggio dei suoi Big Four e i Clippers ci hanno messo un po’ ad adattarsi ad un modo di giocare un po’ diverso. Il risultato? 5 sconfitte nelle prime 5 partite dall’arrivo di Harden. Nonostante questo, da lì a poco qualcosa sarebbe cambiato, grazie principalmente allo spostamento di Westbrook fuori dal quintetto titolare.

Nonostante la proposta di spostare Russ in panchina sia arrivata da Russ stesso, il merito di Lue non è messo in discussione: il coach è riuscito a creare un attacco funzionante (a dicembre i Clippers sono stati primi per offensive rating) in cui Harden ricopre il ruolo di vero e proprio playmaker prima che scorer, pedina che negli ultimi anni era mancata ai Clippers. Leonard e George, invece, stanno riuscendo ad avere l’ottimo rendimento che ci si aspetta da loro in entrambe le metà campo, grazie ad una buona distribuzione dei possessi offensivi e degli accoppiamenti difensivi. Non a caso, Lue è stato nominato allenatore del mese di dicembre per la Western Conference.

Vincere aiuta a vincere

Come detto, lo spostamento di Russ in panchina avvenuto prima della partita coi Rockets è stato uno spartiacque: i Clippers hanno vinto 13 gare nelle seguenti 16. Una costanza che viene da definire insperata, specialmente visto l’inizio di stagione che faceva presagire tutt’altro che una continuità di prestazione e risultati che i tifosi Clippers non sono abituati a vedere per mille motivi.

Primo di tutti: gli infortuni. Sia Kawhi che PG sono due giocatori che negli ultimi anni hanno faticato a rimanere sani per lunghi periodi, o almeno a farlo contemporaneamente. Continuare a investire su di loro può essere considerata una sorta di scommessa, soprattutto aggiungendoci due punti interrogativi come il James Harden opaco delle ultime due stagioni e il Russell Westbrook visto ai Lakers in veste di comprimario non proprio brillante.

Le cose però sembrano funzionare per ora: “la squadra più temibile a Ovest” (parole di Charles Barkley) ad oggi è quarta in tutta l’NBA per Net Rating e sta vivendo un periodo di forma splendido, con 17 vittorie nelle ultime 20 partite (miglior risultato della lega).

La scommessa per ora sembra poter pagare e, col favore della salute, potrebbe continuare a farlo fino a primavera inoltrata. Dobbiamo ammetterlo: in fondo al cuore speriamo di riuscire a vedere George, Harden e Westbrook riuscire a conquistare il loro primo anello. Farlo ai Clippers, laddove nessuno ci è mai riuscito, sarebbe un qualcosa di incredibilmente romantico.

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