Tra le sorprese di questo inizio di stagione ci sono sicuramente i Los Angeles Clippers del nostro Danilo Gallinari. Contro ogni pronostico (nel momento in cui scrivo) sono in cima alla Western Conference con un record di 13-6 ottenendo scalpi importanti come quelli degli Houston Rockets e dei Golden State Warriors, ma soprattutto vincendo 3 volte su 3 all’overtime mostrando grande durezza mentale.
I CLIPPERS POST BIG 3
Nell’estate si è chiusa l’era dei Big 3 (Paul-Griffin-Jordan) con il buon DeAndre volato in Texas e i Clippers si sono ritrovati una squadra priva di star e senza conclamati leader naturali. Ma probabilmente uno spogliatoio più coeso.
Da non sottovalutare anche i cambiamenti a livello dirigenziale (già iniziati lo scorso anno) con Doc Rivers che ritorna al ruolo di “semplice” allenatore mentre a dirigere le operazione c’è Mr. Logo Jerry West.
LA SOLDITÀ DI DANILO GALLINARI
Tra i punti di forza di questi Clippers c’è finalmente anche Danilo Gallinari.
Ritrovata la salute fisica, ecco che emerge tutto il talento, forse mai cosi ben distribuito sui due lati del campo.
Il Gallo sta segnando 18,6 punti di media, con un buon 42% dal campo e un ottimo 45% da 3, a cui si aggiunge il consueto 94% dai tiri liberi (5.4 tentativi di media a partita), e a condire 6 rimbalzi. In più situazioni si è vista una forte presenza sul lato difensivo, si veda la sfida vinta coi Bucks dove ha limitato the Greek Freak, o la recente vittoria contro Portland dove oltre al canestro della vittoria ha anche messo a segno le difese decisive per la sfida.
È evidente che Danilo ha imparato a gestire e distribuire le proprie energie e forse possiamo parlare, ad oggi, della sua miglior stagione in carriera.
IL FATTORE HARRELL
Non si può fare a meno di notare quanto sia importante il contributo di Harrell in questi Clippers. In uscita dalla panchina è un valore aggiunto di assoluto rispetto, e non è un’eresia inserirlo nella lista dei migliori sesti uomini della lega (certo, sarebbe in squadra con un certo Lou Williams).
Alla sua miglior stagione in carriera l’ex Rockets mette a segno 15 punti e 7 rimbalzi di media, portando una grandissima intensità sui due lati del campo. Nelle grandi vittorie dei Clippers c’è il suo zampino (30 vs Houston, 23 vs Golden State) e non è un caso.
WILLIAMS, HARRIS E IL ROOKIE GILGEOUS-ALEXANDER
Tra le bocche da fuoco dei Clippers ci sono i soliti Harris e Williams. Il primo sta giocando una buonissima stagione da 21+8 di media, il secondo invece è la solita variabile impazzita che esce dalla panchina, spacca le partite e le vince anche (vedi sfida coi Bucks).
Ma la vera sorpresa è il rookie Shai Gilgeous-Alexander, autentica steal ottenuta alla undicesima chiamata (tramite gli Hornets): 10 punti di media ma tanto carattere e personalità per l’ex Kentucky che ormai ha conquistato stabilmente un posto in quintetto. Colpisce soprattutto la maturità con cui scende in campo, convinto dei propri mezzi ma senza strafare. Le potenzialità sono elevatissime.
IL FUTURO È TUTTO DA SCRIVERE
La stagione ad oggi è sicuramente positiva, l’obiettivo rimangono i playoffs, ma uno sguardo al futuro è obbligatorio. Di fatto i Clippers sono in una rifondazione “soft” senza smantellare del tutto la squadra pur avendo perso i 3 elementi principali del recente passato.
Non puntando a scelte elevate al draft l’obiettivo deve essere il mercato dei Free Agent, e la situazione salariale viene in soccorso alla franchigia di Los Angeles. Harris e Gortat sono in scadenza (il primo chiamerà presumibilmente un corposo rinnovo), Bradley ha una team option, Williams entra nell’ultimo anno (possibile pedina di scambio) mentre l’unico contratto ingombrante è quello di Gallinari (da 22 milioni). Insomma c’è tutto per andare all’assalto di qualche big, magari uno che ora sta in Canada e che tanto vorrebbe L.A.
Rimane tutto nelle sapienti mani di Jerry West.